Agrifoglio n. 106 - Novembre-Dicembre
Attestazione di rispondenza a verità. E' questo il significato delle "certificazioni", e per quelle di qualità dei prodotti agroalimentari i consumatori si aspettano dunque la precisa rispondenza a norme prestabilite di ciò che trovano sul bancone. A fare da garanti in questo confronto tra ciò che si è deciso e ciò che è, ovviamente, "enti terzi" accreditati a loro volta, in grado di assicurare un comportamento super partes.
Ma se questa è la logica, nella pratica i percorsi scelti dai produttori e dalle istituzioni per accompagnare sui mercati i loro prodotti sono spesso assai diversi, e mettono i consumatori di fronte a etichette di vario genere delle quali non sempre è facile cogliere in prima battuta le differenze sostanziali. Eppure proprio sulla diversificazione di queste etichette spesso le Regioni impostano le proprie strategie di marketing. Perché dove non arrivano le quantità a costituire una sufficiente "massa critica" per stare appunto sui mercati e spuntare prezzi migliori, proprio i piccoli numeri diventano la leva per promuovere il territorio, e attribuire paradossalmente valenze più ampie - didattiche, culturali, ambientali, turistiche - a quei comprensori.
Ed è proprio questo che emerge da questo Focus del n. 106 di Agrifoglio, che fa chiarezza sui diversi sistemi di attestazioni di qualità. Il Focus racconta di una Basilicata capace comunque di un'offerta qualificata e ampia in termini di certificazioni a marchio comunitario, ma che si caratterizza per un elevato numero di elementi attrattivi che ruotano attorno ai prodotti della terra e al cibo. E che elogiano la tradizione strizzando l'occhio alla modernità.
All'interno :
Commento Climatico
Commento climatico di dicembre
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Riutilizzo in agricoltura di acque reflue urbane depurate per una strategia sostenibile
Nell’ambito del progetto DESERT, una prova sperimentale del CREA-AA di Bari in un oliveto pugliese ha valutato per 3 anni gli effetti sul suolo
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