Drupacee in attesa della “gemma gonfia”
Osservazioni e interventi consigliati nei frutteti per una difesa integrata
Data:31 Jan 2020
Tipicamente sono gennaio e febbraio i mesi più freddi dell’anno e le colture arboree in pieno campo, in questo periodo, sono in riposo vegetativo. Dopo la potatura invernale delle drupacee, è prassi frequente intervenire con un trattamento anticrittogamico, in particolare su pesco per abbattere i propaguli di bolla (Taphrina deformans) e corineo (Coryneum beijerinckii). I prodotti utilizzabili sono ziram, captano o rame, quest’ultimo con maggiore cautela per i possibili effetti fitotossici. In realtà il trattamento “al bruno” si rende necessario solo in quei pescheti in cui, per motivi diversi, non si è riusciti ad intervenuti tempestivamente nella fase di caduta foglie. In condizioni normali, pertanto, la difesa contro le due crittogame potrà essere rinviata alla fase fenologica di gemma gonfia quando il trattamento eseguito con tempestività è molto efficace nella prevenzione.
Negli impianti in cui si sono insediati funghi agenti di cancri rameali (Leucocytospora leucostoma, Fusicoccum amygdali, Eutypa armeniacae, Botryosphaeria dothidea, ecc.) è consigliabile sostituire i prodotti citati contro bolla e corineo con tiofanato-metile - in miscela con ziram o ditianon – in modo da sfruttare la capacità sistemica di questi prodotti e la loro azione più diretta contro i funghi che causano i cancri rameali.
Negli impianti con attacchi diffusi di cocciniglia Bianca (Pseudaulacaspis pentagona), che sverna come femmina adulta, e soprattutto di cocciniglia di S. José (Comstockaspis perniciosa), la quale sverna come neanide di I e II età, è ancora possibile eseguire un trattamento con oli minerali. Anche il trattamento anticoccidico, comunque, potrebbe essere posticipato alla fase di “gemma gonfia” quando gli insetti aumentano la loro attività e sono di conseguenza più esposti agli insetticidi (es. pyriproxyfen, impiegabile solo entro la fase di prefioritura).
Nel caso di attacchi di cocciniglia bianca limitati a pochi alberi, buoni risultati si ottengono ricorrendo anche alla “spazzolatura” delle colonie.
Prima di eseguire la potatura sull’intero frutteto, se si sono osservati alberi affetti da patologie del legno (cancri, carie, presenza di carpofori etc.) sarebbe buona norma intervenire sulle piante malate, precedentemente segnalate. Ciò al fine di asportare le parti infette allontanandole dal campo, riducendo il rischio di trasmettere le infezioni alle piante sane attraverso gli attrezzi da taglio o per adiacenza con il materiale infetto.
La trinciatura dei residui della potatura è una buona pratica agronomica che riduce l’asportazione di biomassa dal frutteto e consente un certo ritorno al terreno di sostanze minerali e organiche. Tuttavia, è da evitare negli impianti su cui si siano insediati funghi responsabili di alterazioni del legno che, generalmente, sono parassiti facoltativi, potendo vivere da saprofiti sul legno morto. Questi funghi alimentandosi dei residui sfibrati della coltura possono aumentare notevolmente il loro potenziale di inoculo.
Se comunque si pratica la trinciatura dei residui legnosi, questa operazione deve essere effettuata il più precocemente possibile, avendo cura di ottenere del materiale ben sfibrato, in modo da favorire la sua rapida degradazione da parte della microflora del terreno. La somministrazione di concimazioni letamiche o di concimi organici ricchi di microrganismi aiuta sensibilmente la corretta degradazione dei residui trinciati. Un’alternativa alla trinciatura è il compostaggio.
Durante le operazioni colturali invernali osservare con attenzione i rami e la base del tronco per individuare fori di gallerie o rosure causati da insetti xilofagi come il Cossus cossus, più frequente sul susino ed il suo portinnesto mirabolano in particolare. Se si accertano infestazione di cossus, è possibile provare ad “uncinare” le larve introducendo nelle gallerie del fil di ferro (i freni di bicicletta, lunghi e flessibili, vanno molto bene). Contro questi insetti sono utili anche preparati a base di nematodi entomopatogeni che vanno introdotti nelle gallerie o somministrati alla base della ceppaia in primavera o, comunque, quando le temperature non sono molto basse.