Distretti del cibo, il Ministero approva il progetto che coinvolge anche le 3 iniziative della Basilicata

Finanziamenti per 55 milioni di euro. Intervista a Salvatore Martelli, presidente del Distretto Agroalimentare del Metapontino
didascalia.

Salvatore Martelli (a sinistra) con Paolo De Castro (foto di repertorio).

Data:Tue Dec 06 12:57:46 CET 2022

È dei giorni scorsi la notizia dell’approvazione da parte del Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare del progetto di investimento denominato “Distretti del cibo” che riguarda anche la Basilicata attraverso tre distretti tra cui il Distretto agroalimentare di qualità del Metapontino, presieduto da Salvatore Martelli. La notizia ci è stata riferita recentemente dallo stesso Martelli che dal 2006 è alla guida del Distretto del Metapontino che ha sede presso l’Azienda agricola sperimentale dimostrativa “Pantanello” dell’Alsia a Metaponto di Bernalda (MT), l’organismo mette insieme istituzioni pubbliche e operatori privati per la crescita dell’imprenditoria del comparto. Ma questo ruolo per Martelli è solo l’ultimo degli incarichi svolti nel settore: Martelli è uno di coloro che hanno speso la vita per il progresso dell’agricoltura, e il suo nome è noto tra i tecnici e gli esperti della frutticoltura in Italia. Già dirigente in servizio al Dipartimento regionale agricoltura, è nato a Bronte, in provincia di Catania, nel 1936. Dopo la maturità conseguita all’Istituto tecnico agrario “F. Eredia” di Catania ed una borsa di studio, vincitore di concorso fu assunto nel 1964 dal Ministero dell’agricoltura con destinazione l’Uaz/Ufficio agricolo di zona di Bernalda (MT). Dopo l’istituzione delle Regioni, nel 1972 transitò dal Ministero all’allora Assessorato all’agricoltura e foreste della Regione Basilicata dove ha percorso una lunga e feconda carriera rimanendo in servizio sino al 2002.  Si è occupato essenzialmente del comparto frutticolo dedicandosi dapprima all’agrumicoltura e dopo nell’ambito della sperimentazione della fragola, lasciando un’impronta importante in quest’ultima coltura che oggi vede la Basilicata primeggiare per quantità e qualità a livello nazionale.

“Tra le sfide che ho portato avanti– ci racconta Martelli - vi è stata quella di contribuire a far crescere la sperimentazione e il trasferimento di nuove tecnologie e varietà per le nostre aziende. In tale contesto, sin da quando presi sevizio all’Ufficio agricolo di zona di Bernalda, ho lavorato per l’innovazione e la divulgazione sul territorio per quanto riguarda gli agrumi. Inoltre, furono avviati i primi campi sperimentali-dimostrativi di fragola frigoconservata, mandorlo, albicocco, pesco e della coltura del pistacchio, tutto in collaborazione, a suo tempo, con l’Istituto sperimentale di agrumicoltura di Acireale, quello di frutticoltura di Roma, di orticoltura di Salerno e diverse università”.

Com’era la situazione dell’assistenza tecnica nel Metapontino quando lei giunse all’Uaz di Bernalda?

All’Uaz di Bernalda eravamo in due, io e il dott. Gianvito D’Onghia. Allora il Ministero applicava il primo cosiddetto Piano verde del 1961. La legge era particolarmente importante per il rilancio dell’assistenza tecnica e della ricerca in agricoltura. Il capo dell’Ispettorato provinciale dell’agricoltura di Matera, Vincenzo Valicenti, mi assegnò il settore agrumicolo. Da noi la presenza di agrumi era prevalentemente negli agri di Tursi e Montalbano Jonico. Ricordo che realizzammo nuovi campi di agrumi nelle aziende del principe Fabio Tomacelli Filomarino in agro di Pisticci, e nell’azienda di Giovanni Grieco in agro di Bernalda. Io effettuai i collaudi di questi impianti con le nuove varietà Tarocco, Washington Navel, Moro e Sanguinello. Dopo, sempre sotto la direzione del prof. Valicenti, realizzammo anche i campi dimostrativi e numerosi corsi di formazione per potatori e innestatori nel settore frutticolo.

Come furono avviate le innovazioni per quanto riguarda la fragola frigoconservata?

L’introduzione della fragola frigoconservata nel Metapontino è nata per via della mia fraterna amicizia con il collega Giuseppe Schilirò e con l’allora capo dell’Ispettorato provinciale dell’agricoltura di Catania. Quest’ultimo aveva scritto un articolo su una rivista specializzata riguardante la fragola in Sicilia con riferimento alle fragole prodotte dalle piante frigoconservate nelle aziende del principe Alliata e del barone Moncale i quali stavano importando dalla California per l’appunto piantine di fragole figoconservate. Ne parlai con il prof. Valicenti il quale mi diede il via libera per andare a incontrare i due imprenditori e visitare i campi sperimentali a Siracusa. Lì mi feci illustrare tutta la tecnica di coltivazione. Quindi il capo dell’Ispettorato di Matera inviò una relazione che fu approvata dal Ministero per impiantare da noi i campi dimostrativi. Iniziammo nel 1968 con tre campi: da Tomacelli Filomarino a Pisticci, Lunati a Nova Siri e Sellitti in agro di Bernalda. L’anno seguente si tenne un grande evento sulla fragola alla presenza del ministro Emilio Colombo (allora ministro del Tesoro, ndr) a Policoro. Da lì poi via via si è sviluppata la nostra fragolicoltura e in ciò ha contato molto l’interlocuzione con l’Istituto sperimentale di Roma attraverso l’Unità di ricerca con sede a Forlì.

Un ruolo basilare per lo sviluppo agricolo del nostro territorio lo hanno avuto le Aziende agricole sperimentali dimostrative. In breve cosa è stato fatto?

Ricordo che tra il 1981 e il 1982 con il senatore Vincenzo Verrastro presidente della Regione e Romualdo Coviello assessore regionale all’Agricoltura tali organismi acquisirono la denominazione di Aziende agricole sperimentali dimostrative. Ciò perché si riteneva fondamentale che esse dovessero sperimentare e dimostrare prima di applicare le innovazioni sul territorio. Nell’ottantadue assunsi la guida dell’Azienda agricola sperimentale dimostrativa “Pantanello” di Metaponto che lasciai nel 1996, chiamato a Potenza a dirigere l’Ufficio ricerca e sperimentazione dall’indimenticato dirigente generale Michelangelo Lovelli. Avviammo le collaborazioni con molteplici Istituti sperimentali italiani di settore, diverse Facoltà di agraria e anche con il Ministero degli affari esteri per alcune iniziative. Mi piace ricordare che consolidammo la collaborazione con l’Istituto di archeologia classica dell’Università di Austin nel Texas, guidato dal prof. Joseph Coleman Carter per le ricerche archeologiche nella Chora metapontina. Via via negli anni le aziende agricole sperimentali dimostrative crebbero anche grazie all’impegno dei tanti giovani divulgatori formati dal Cifda (Consorzio interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli tra le Regioni Basilicata, Calabria e Puglia, ndr) con sede presso l’Azienda “Pantanello”.

Quali altre azioni furono portate avanti?

Le Aziende furono tra l’altro messe a disposizione dell’Università di Basilicata e degli Istituti agrari del territorio. Quanto all’Azienda “Pantanello” mi piace ricordare che con Ciccio Monasta, dirigente del settore tecnico-scientifico dell’Istituto sperimentale di frutticoltura di Roma e luminare della frutticoltura italiana in modo particolare sulla frutta secca, avviammo la raccolta e la sperimentazione di tutte le varietà di pistacchio e di campi di frutta tropicale e subtropicale. Venne intrapresa la lotta biologica guidata attraverso l’insettario. “Pantanello” divenne un punto di riferimento per la frutticoltura nell’Italia meridionale.

Come ultimo incarico in Regione passò a dirigere l’Ufficio provinciale dell’agricoltura di Matera. Di cosa si occupò principalmente?

Era un Ufficio operativo che si occupava dello sviluppo su tutto il territorio materano sul modello dei vecchi Ispettorati provinciali dell’Agricoltura, ne fu rilanciata la presenza e l’attività di assistenza tecnica. Nell’anno 2000 tenemmo a Palazzo Lanfranchi a Matera il primo Concorso regionale del Premio Olivarum svolto nell’ambito del Programma regionale di miglioramento Olio-Qualità, coordinato dal mio Ufficio, che fu premiato a Roma come uno dei migliori progetti della Pubblica amministrazione a livello nazionale. In quel periodo svolsi brevemente anche l’incarico di direttore dell’Alsia e di assessore provinciale all’Ambiente, in quest’ultimo ruolo portai la mia esperienza di dirigente pubblico in un settore particolarmente delicato del nostro territorio.

Da anni è presidente del Distretto agroalimentare di qualità del Metapontino e recentemente si è chiusa positivamente la partecipazione al bando sui “Distretti del cibo”, ce ne vuole parlare?

Il progetto complessivamente coinvolge oltre al Distretto da me presieduto anche il Distretto rurale delle colline e montagna materana con sede a Stigliano in provincia di Matera e il Distretto sistema produttivo locale Pollino Lagonegrese con sede a Rotonda in provincia di Potenza. In tutto, il progetto vede investiti per la Basilicata circa 55 milioni di euro. Per quanto riguarda il Distretto del Metapontino si prevede un investimento di oltre 18 milioni di euro con un contributo ministeriale di circa 7 milioni, cui si aggiungerà il contributo regionale. Il contratto sarà firmato prossimamente. Il Distretto agroalimentare di qualità del Metapontino ha il compito di organizzare e indirizzare il sistema ricercando l’interazione tra le componenti socio-economiche nell'interesse dell’agricoltura e dell’agroalimentare regionale. Le nostre azioni ai fini dello sviluppo economico del settore e del territorio sono collegate ai temi della formazione, della ricerca, del trasferimento delle innovazioni e della logistica. Anche nell’applicazione di quest’ultimo progetto, come sempre, continuerò a metterci tutto il mio impegno e la mia esperienza!

Agrifoglio n. 111 -  

Temi
Produzioni agroalimentari di qualità
Autori
Filippo  Radogna

Regione Basilicata, Direzione generale per le Politiche agricole, alimentari e forestali

Le donne vittime di violenza e stalking attraverso il numero verde 1522, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari opportunità, attivo 24 ore su 24 e accessibile da tutto il territorio nazionale, possono chiedere aiuto e sostegno nonché ricevere informazioni. L'assistenza telefonica consente un graduale avvicinamento ai servizi con assoluta garanzia di anonimato.
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