Bioeconomia: in Italia vale 345 miliardi e 2 milioni di occupati

Illustrato in un webinar il 6° Rapporto europeo, tutto incentrato sulla filiera agroalimentare
didascalia.

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Data:Mon Jun 29 18:57:39 CEST 2020

Doveva essere presentato a Matera nel marzo scorso, in una due giorni tutta incentrata sulla bioeconomia. L'emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha bloccato anche quella iniziativa, e così il sesto Rapporto sulla Bioeconomia in Europa è passato on-line il 15 giugno, in un webinar introdotto e moderato da Mario Bonaccorso, responsabile Area Bioeconomia Assobiotec-Federchimica, dopo i saluti di Gregorio De Felice, responsabile della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, e di Riccardo Palmisano, Presidente di Assobiotec-Federchimica.

Giunto alla sua sesta edizione, dicevamo, il Rapporto ha l'obiettivo di continuare a monitorare le attività legate alla bioeconomia, ovvero l’insieme dei settori che utilizzano materie prime rinnovabili di origine biologica, inclusi gli scarti, per la produzione di beni ed energia. In questa edizione è stato presentato un focus sul settore agro-alimentare, che genera oltre la metà del valore della produzione e dell’occupazione della bioeconomia. Il sistema agro-alimentare italiano si posiziona ai primi posti in Europa, con un peso sul totale europeo del 12% in termini di valore aggiunto e del 9% in termini di occupazione.

In linea con le precedenti edizioni è stata adottata una logica circolare, e si sono pertanto investigate anche le fasi a valle della filiera agro-alimentare in termini di prevenzione degli scarti, valorizzazione delle biomasse organiche e impatto sull’ambiente. La pandemia ha reso ancora più evidente la necessità di ripensare il modello di sviluppo economico in una logica di maggiore attenzione alla sostenibilità e al rispetto ambientale.

In questo contesto, il ruolo della bioeconomia è molto rilevante: la sua natura fortemente connessa al territorio, la sua capacità di creare filiere multidisciplinari integrate nelle aree locali e di restituire, grazie a un approccio circolare, importanti nutrienti al terreno la pongono come uno dei pilastri del Green New Deal lanciato dall’Unione europea.

La quantificazione e l’analisi approfondita delle filiere della bioeconomia diventano elementi imprescindibili per scelte di politica economica mirate e consapevoli dei cambiamenti in atto. Nel Rapporto, la stima della produzione e dell’occupazione della bioeconomia in Italia è stata aggiornata al 2018, utilizzando la stessa metodologia originale della precedente edizione, sia per l’Italia che per i principali paesi europei: Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e, per la prima volta, anche Polonia.

Il quadro che emerge conferma che la bioeconomia rappresenta un mondo estremamente articolato e vario, caratterizzato da una forte interconnessione fra i settori che lo compongono e che ha un peso rilevante sull’economia sia in Italia sia negli altri paesi europei. Spicca, in particolare, il ruolo della filiera agro-alimentare, a cui è dedicata questa edizione del Rapporto.

Stefania Trenti di Intesa Sanpaolo, ha commentato che “la bioeconomia costituisce un settore fondamentale per accelerare la crescita dell’economia italiana. In particolare, l’analisi della filiera agro-alimentare mette in evidenza come il modello italiano, basato su realtà più piccole e ben radicate nei territori e nelle tradizioni locali, sia stato in grado di esprimere una forte attenzione all’innovazione coniugata ad una crescente sensibilità ambientale, elemento imprescindibile nel mondo post-pandemia. Il sistema finanziario continuerà a dare un significativo contributo in questa direzione: la bioeconomia è uno dei settori chiave della regolamentazione da poco introdotta dalla Commissione Europea per la Finanza Sostenibile, che contiene precise indicazioni sulla priorità di utilizzo dei polimeri biobased, sulla gestione efficiente delle risorse in campo agricolo, nel ciclo idrico e per le biomasse.”

Agrifoglio n. 96 -  

Temi
Rubrica
agrinnova
Autori
Giovanni Martemucci

FPA srl

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