Fagiolo di Sarconi IGP, il monitoraggio delle malattie batteriche e virali in Basilicata nel 2021

Un recente seminario dell'ALSIA ha approfondito la situazione fitosanitaria del legume in Alta Val d’Agri
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Data:Thu Feb 24 08:50:00 CET 2022

Una delle produzioni tipiche più note ed apprezzate dell’Alta Val d’Agri è il fagiolo, coltivato sia per la produzione di prodotto fresco (soprattutto con l’uso di varietà commerciali), sia come fagiolo secco ed in questo caso si tratta dei diversi ecotipi del “fagiolo di Sarconi” prodotto IGP.

Nel corso degli anni, le superfici coltivate a fagiolo in valle si sono progressivamente ridotte. La punta massima si è raggiunta con i 325 ettari del 2007, per arrivare ai 62 del 2015. Nel 2016-2018 si è avuta una ripresa, fino ad arrivare ai 75 ettari del 2020. Di questi, circa 20 ettari sono attualmente destinati alla coltivazione del fagiolo certificato IGP (figura 1).

Gli ecotipi di fagiolo di Sarconi si distinguono in nani e rampicanti e sono ufficialmente 15 ma, se si considerano i sottogruppi con i diversi colori dei baccelli, si superano i 20:  cannellini (possono essere rossi o bianchi), fasuli risi (gialli o bianchi), tovagliedde (bianche o rosse o marroni), fasuli russi, verdolino, napolitanu vasciu, napulitanu avuto, ciuoto o regina, tabacchino, munachedda, nasieddi (rossi o neri o viola), maruchedda, san michele, muruseddu, truchisch (rossi o neri).  

Il mantenimento delle caratteristiche genetiche dei numerosi ecotipi locali di fagiolo e della loro sanità con tecniche di coltivazione e selezione del seme tradizionali non è semplice e questo comporta spesso sensibili perdite di prodotto a causa di avversità parassitarie, oltre a limiti alla commercializzazione fuori dai confini locali del prodotto confezionato.

Nel corso di un recente incontro tecnico, organizzato dall’ALSIA in febbraio, si è fatto il punto sulla situazione fitosanitaria del fagiolo in Alta Val d’Agri, con particolare riferimento a quella degli ecotipi del fagiolo IGP. L’incontro è stato organizzato nell’ambito del progetto "FitoConsult" (Servizio di consulenza per la difesa fitosanitaria a basso apporto di pesticidi), in collaborazione con il Consorzio di tutela del Fagiolo di Sarconi IGP, per presentare le attività realizzate e quelle in programma per la prossima campagna di produzione del fagiolo. Obiettivo delle azioni è la qualificazione del prodotto IGP intervenendo lungo l’intera filiera, dagli aspetti genetici e fitosanitari del seme, alla gestione agronomica e della lavorazione, per arrivare a quelli sanitari e commerciali. L’incontro, rivolto prioritariamente agli orticoltori aderenti al progetto ma aperto a tutti (ed in particolare a chi intenda avviare la produzione certificata del Fagiolo di Sarconi IGP) ha visto gli interventi, oltre che dei tecnici dell’ALSIA e del presidente del Consorzio, anche di Astolfo Zoina, batteriologo, già docente dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.

Delle problematiche (tra le principali: le batteriosi, il tonchio, la commercializzazione), ma anche degli scenari di miglioramento per il fagiolo IGP, ha parlato il giovane presidente del Consorzio di tutela, Antonio Racioppi, che ha annunciato la costituzione di un consorzio di commercializzazione che dovrebbe affiancare quello di tutela.

L’ALSIA, con i suoi tecnici del servizio di difesa integrata, in servizio presso l’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa “Bosco Galdo” con sede a Villa d’Agri, ha continuamente monitorato la situazione fitosanitaria del fagiolo e, anche nell’ambito di progetti nazionali, promosso il miglioramento della coltura. È il caso del progetto cofinanziato dal MIUR-MIPAF nel 2002 “Valorizzazione di germoplasma orticolo italiano”, con lo scopo di ottenere da linee di due degli ecotipi IGP, ciuoto e verdolino, sementi esenti da Xanthomonas phaseoli pv phaseoli e Pseudomonas savastanoi pv phaseolicola e da BCMV, tutti patogeni trasmessi per seme. Di questo progetto ed in generale delle batteriosi del fagiolo, ha parlato nella sua interessantissima relazione Astolfo Zoina (figura 2). Tra le novità batteriche di particolare riguardo su cui è stato fatto il punto, ci sono le batteriosi da quarantena che attualmente, oltre ai due batteri della specie Xanthomonas (X. citri pv fuscans e X. phaseoli pv phaseoli), comprendono anche il Curtobacterium flactumfaciens pv flactumfaciens, non ancora isolato in Italia su fagiolo e per cui è necessario un attento controllo fitosanitario essendo una specie molto pericolosa per questa ed altre leguminose in diverse aree del mondo.

Nel corso dell’incontro sono state poi considerate anche le altre avversità che colpiscono il fagiolo in Val d’Agri, con particolare riferimento alle virosi, nonché ai danni dovuti a patogeni. Il monitoraggio condotto nel 2021 nell’ambito del progetto FitoConsult ha interessato 12 aziende agricole, di cui 4 con varietà commerciali ed 8 con ecotipi IGP di Sarconi. Tra queste, ne sono state scelte 10 (3 con varietà commerciali, 7 con ecotipi IGP di Sarconi) da cui sono stati presi 100 campioni che sono stati inviati, opportunamente etichettati, al Laboratorio Ufficiale del Centro Ricerche Metapontum Agrobios (ALSIA – CRMA)  (figura 3). Tra queste 10 aziende, solo due presentavano sintomi in campo ascrivibili a virosi e/o batteriosi. In realtà poi, le analisi di laboratorio hanno svelato una presenza più importante sia di virosi che di batteriosi, anche in campioni di aziende in cui non apparivano sintomi evidenti. I risultati delle indagini fito-diagnostiche effettuate su campioni vegetali di fagiolo nell'ambito del Progetto FitoConsult sono riassunti nella figura 4. In particolare, sono stati:

1) Preparati 100 campioni di piante di fagiolo provenienti da 10 aziende (10 campioni/azienda);

2) Effettuate analisi diagnostiche DAS-ELISA per la verifica della presenza di quattro fitopatogeni: X. campestris pv phaseoli, P. savastanoi pv. phaseolicola, BCMV, CMV;

3) Riscontrati 48 campioni (48%) infetti da almeno uno dei quattro patogeni;

 4) Riscontrate 4 aziende (40%) nelle quali tutti i campioni sono risultati indenni da infezioni, mentre nelle altre 6 (60%) si evidenzia la presenza di uno o più patogeni;

 5) Riscontrata un'azienda i cui campioni dimostrano attacchi di tutti e quattro i patogeni, variabili dal 20 al 90% (figura 5).

Dopo una discussione a cui hanno partecipato diversi dei produttori di fagiolo della Valle, le conclusioni del seminario sono state affidate al direttore dell’ALSIA, Aniello Crescenzi, che ha auspicato una più stretta collaborazione tra Consorzio di tutela del fagiolo IGP di Sarconi e l’ALSIA, sempre disponibile a supportare efficaci azioni di valorizzazione delle produzioni agricole lucane.

 

Gruppo di lavoro ALSIA: Francesco Cellini, Pasquale Grieco, Maria Giuseppina Morano, Camilla Nigro, Giuseppe Sassano, Giancarla Taddonio e Vincenzo Terracina.

Attività realizzata nell'ambito del progetto FitoConsult finanziato con la Misura 2.1 del PSR 2014-2020.

Per rivedere il seminario "Fagioli di Sarconi IGP. Le malattie batteriche e virali: la situazione in Alta Val D'Agri" clicca QUI

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  • Fagioli di Sarconi IGP. Le malattie batteriche e virali: la situazione in Alta Val D'Agri

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