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Vincenzo Salamone: "La crescita delle performance produttive ha bisogno di piccoli investimenti continui"

Intervista di Agrifoglio al proprietario di EVRA, la società lucana che insieme all'ALSIA ha impostato la filiera delle piante officinali in Basilicata
didascalia.

Stabilimento di EVRA a Lauria (PZ).

Data:Mon Jun 28 15:59:35 CEST 2021

EVRA S.r.l. produce estratti vegetali di qualità superiore, provenienti da specie vegetali coltivate o spontanee, tipiche delle aree mediterranee. Nasce nel 2007 puntando da subito alla valorizzazione delle eccellenze lucane. Infatti, nel 2010 inizia a strutturare assieme ad ALSIA una microfiliera delle piante officinali, che prende avvio nel 2011 come progetto pilota coinvolgendo i piccoli agricoltori dell’area lucana del parco nazionale del Pollino, per poi consolidarsi negli anni successivi.

La Redazione di AGRIFOGLIO ha rivolto alcune domande al dottor Vincenzo Salamone, proprietario di EVRA.

 

Come e da chi è nata l'idea della vostra azienda?

EVRA nasce da un mio progetto visionario volto a conciliare il fare impresa, la valorizzazione del territorio e il coinvolgimento delle comunità, il tutto schierandomi in modo determinato e definitivo dalla parte della sostenibilità ambientale.  

Il progetto è stato quello di partire dalle ricchezze del Sud Italia, come veicolo per il benessere della persona e dei viventi in genere, trasformando le droghe vegetali ricavate dalle specie autoctone e non, in estratti vegetali, declinati nei diversi usi farmacologici, nutraceutici, mangimistici e cosmetici con innovazioni tecnologiche d’avanguardia, strutturando così il concept dal Pollino terra dei tre mari (Ionio, Tirreno e Adriatico) per affermarlo prima in Basilicata poi in Italia ed in fine in Europa con l’ambizione di arrivare con i nostri prodotti e servizi in tutti i continenti.

 

La collaborazione con l’Alsia per la realizzazione del progetto di microfiliera ha portato un crescente numero di agricoltori a produrre piante officinali, in un continuo dialogo su cosa e come produrre. Dal 2013 ad oggi, quante sono le aziende lucane che vi riforniscono?

Il progetto dal suo inizio ha preso forma attraverso la cooperazione di vari attori territoriali, fondamentale è stato l’apporto istituzionale dell’ALSIA. Le imprese agricole che in principio furono coinvolte si mostravano reticenti, e solo dopo un meticoloso lavoro di coinvolgimento e convincimento sono diventate parte attiva di questo fortunato progetto. Attualmente quelle impegnate nella Società Cooperativa di conferimento "Lucana Officinale", oltre la nostra capofila Agrievra, sono 35 per un totale di 70 ettari circa che conferiscono tutta la produzione o quasi in Evra, altrettanti sono gli ettari in fase di ingaggio, contiamo di arrivare entro il 2022 ai 150/160 ettari di coltivazione dedicate.

 

Quali sono le specie officinali più richieste?

Negli ultimi anni c’è stato un boom delle piante officinali. In Italia il mercato offre più o meno 300 specie che sono utilizzate per le loro proprietà nei vari settori e in cucina. Per quanto riguarda la nostra realtà le specie più coltivate e più importanti dal punto di vista economico sono: moringa e tanaceto, mentre nel Bio passiflora e rosmarino. Queste ultime rappresentano importanti voci di ricavi insieme a melissa e finocchio.

In Italia sono circa 3000 le aziende agricole impegnate in queste produzioni con una superficie coltivata in piante officinali e aromatiche di oltre 7 mila ettari, che soddisfa il 30% circa del fabbisogno nazionale mentre il 70% rimanente viene importato soprattutto dalla Cina è il maggior produttore mondiale.

La nostra produzione nel Pollino e nella terra dei 3 mari rappresenta una nicchia qualitativamente unica, qualità nella qualità italiana, il super lusso del made in Italy, proveniente da un’area incontaminata, tra le più ricche al mondo in biodiversità e con un equilibrio pedoclimatico straordinario e ottimale come habitat per lo sviluppo del fitocomplesso.

 

Quali sono le criticità del settore officinale ed in particolare nell’ambito della filiera?

Le principali criticità evidenziate dagli operatori del settore sono: la pressione concorrenziale dei Paesi esteri dovuta ad un costo del lavoro eccessivamente basso; la necessità di alti e continuativi investimenti per la trasformazione intermedia e finale, con la difficoltà di accesso al credito che ne complica il perseguimento; l'assenza di scale qualitative predeterminate che rendono necessario un lavoro continuativo di politiche di marchio; il settore scarsamente organizzato; i vincoli amministrativi, burocratici e le difficoltà interpretative; le imprese che non sono collegate con la ricerca scientifica; le difficoltà di approvvigionamento sul mercato nazionale, anche di prodotto biologico (dichiarato dai grossisti); le carenze normative e le inadeguatezze nei sistemi di classificazione, ad esempio i codici doganali, che comportano confusione e presenza sul mercato di prodotti sostitutivi, spesso ricostruiti chimicamente; i mercati saturi di alcuni prodotti (erbe aromatiche fresche, camomilla) che recentemente sono stati causati dalla riduzione dei consumi fuori casa per la crisi economica legata al covid (aromatiche fresche utilizzate dai ristoranti).

 

Quanto c’è ancora da migliorare e quali sono i punti deboli della filiera locale?

In particolare, riguardo alla filiera locale, gli aspetti da migliorare sono vari: una maggiore convinzione da parte degli agricoltori nell’accogliere e nel perseguire fino in fondo questa opportunità; una necessaria disponibilità ad apprendere tutte le specifiche del settore; la disponibilità a cambiare apprendendo l’approccio di azienda integrata ed interconnessa tra tutti gli attori della filiera; la disponibilità a fare piccoli investimenti continui finalizzati al miglioramento costante che porterebbero ad una crescita esponenziale delle performance nella commercializzazione dei prodotti; infine, l’adesione agli standard regolatori e normativi del settore come quello previsto dalla certificazione ISO 22005.

 

Quali sono i punti di forza e su cosa la ricerca e la sperimentazione dovrebbero puntare maggiormente?

Tra le opportunità e i punti di forza del settore si evidenziano: il trend di fondo positivo della domanda, considerato il crescente interesse del consumatore per il prodotto naturale, per i prodotti certificati e biologici, per i brand riconosciuti (specificamente per quanto riguarda le imprese a filiera integrata); l’aumento dei canali di vendita e la possibilità di espansione delle vendite all’estero proponendole come eccellenze del Made in Italy; la diffusione delle conoscenze e della cultura delle piante officinali; la qualità e cura del prodotto lucano, del sud Italia e italiano e la diffusione della vocazione naturale del territorio italiano; il know-how delle imprese italiane specializzate nel settore; le condizioni pedoclimatiche favorevoli all’ottenimento di una larga gamma di produzioni coltivate in pieno campo con ottimi standard qualitativi; nel nostro caso di filiera, la possibilità di rendere nel prodotto finale l’unicità del Pollino e tutto ciò che rappresenta con la ricchezza varietale della flora mediterranea che dà origine alle nostre produzioni cosiddette tipiche o prodotti di nicchia, ben inserite anche nei mercati esteri; la possibilità di rendere prodotti con l’ottimo appeal del “Made in Italy” anche per la maggiore sicurezza del prodotto percepita dai clienti che si traduce in tendenza positiva delle esportazioni; la presenza di distretti produttivi dedicati; il crescente interesse da parte delle aziende farmaceutiche del settore; riferendoci alla nostra filiera, le coltivazioni sono nel raggio di qualche chilometro dal luogo di trasformazione, e questo comporta un impatto ambientale minore; il riutilizzo delle materie prime/seconde (gli scarti di produzione) che vengono utilizzati per la produzione del biogas, e allo studio abbiamo anche altri riutilizzi che potranno divenire importanti voci di reddito.

E per finire, la grade potenzialità ancora inespressa dell’Italia del Sud, patrimonio inestimabile di cultura, natura, professionalità ed ambizione, che deve trovare all’interno di questa nuova e necessaria rivoluzione ambientale l’opportunità d’esprimersi finalmente e riaffermarsi come parte produttiva fondamentale per la rinascita del nostro Paese.

 

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Contatti: info@evraitalia.it 

 

 

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Agrifoglio n. 103 -  

Temi
Piante Officinali
Autori
Maria Assunta Lombardi

Funzionario Alsia

Le donne vittime di violenza e stalking attraverso il numero verde 1522, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari opportunità, attivo 24 ore su 24 e accessibile da tutto il territorio nazionale, possono chiedere aiuto e sostegno nonché ricevere informazioni. L'assistenza telefonica consente un graduale avvicinamento ai servizi con assoluta garanzia di anonimato.
Il Comitato Unico di Garanzia dell' ALSIA