L’agricoltura sociale nei Programmi di Sviluppo Rurale: quale attuazione?
La valorizzazione del comparto risponde ad una delle sei priorità del regolamento del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)
Data:13 Apr 2021
Negli ultimi decenni, l’agricoltura sociale (AS) si è sempre più radicata sia in Italia che in molti paesi europei, promuovendo diverse pratiche e forme di solidarietà, assistenza sociale e inclusione sociale. Questo interesse si è poi manifestato anche nei documenti di programmazione comunitaria: nell’attuale periodo di programmazione 2014/2020 è stato riconosciuto l’intimo legame tra politiche economiche e politiche sociali, tant’è che una delle sei priorità da perseguire per l’attuazione del regolamento del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) è finalizzata ad "adoperarsi per l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali".
I Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) italiani hanno colto questa nuova visione e il diffuso bisogno di aumentare la diversificazione e la multifunzionalità delle aziende e migliorare i servizi alla popolazione nei territori rurali, riconoscendo, in molti casi, il ruolo sociale dell’agricoltura che si è concretizzato nella stesura dei documenti programmatori. Quattordici PSR hanno previsto la sottomisura 16.9 “Sostegno per la diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti assistenza sanitaria, integrazione sociale, agricoltura sostenuta dalla comunità e educazione ambientale e alimentare”, che finanzia l’implementazione di servizi sociali da parte di aggregazioni di soggetti pubblici e privati, offrendo potenzialmente molte opportunità all’AS e la sottomisura 6.4 "Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole” (prevista da diciannove PSR), che finanzia la creazione e lo sviluppo di attività extra-agricole, potenziando il ruolo delle aziende agricole come fornitrici di servizi, anche sociali, al territorio. Da evidenziare che, a causa della pandemia da Covid 19, è stata data la possibilità alle Regioni di concedere un ristorno economico alle aziende agricole ed agrituristiche, con bandi a valere sulla misura 21 dei PSR “Sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori e PMI particolarmente colpiti dalla crisi di Covid-19”, appositamente introdotta dall’UE con il Reg. (UE) 872/2020, che modifica il Reg (UE) 1395/2013.
L’analisi dello stato di attuazione delle misure relative all’AS al 31 dicembre 2020 (Scarica qui il documento) evidenzia che, a fronte di quattordici regioni che hanno programmato la sottomisura 16.9, dieci hanno emanato i relativi bandi. La finalità della sottomisura è lo sviluppo di rapporti di cooperazione tra soggetti pubblici, privati, del terzo settore, per la promozione di servizi e pratiche di AS rivolti a fasce deboli della popolazione, categorie svantaggiate e, più in generale, alla popolazione.
La Basilicata ha previsto di demandare l’attivazione della sottomisura ai Gruppi di Azione Locale, nella logica di uno sviluppo territoriale che tenga conto delle esigenze e delle peculiarità dell’area di pertinenza. A tutto il 2020 non sono stati ancora emanati bandi. Va sottolineato che la Regione Basilicata si è dotata di una norma sull’agricoltura sociale nel 2018 (L.R. n 53/2018), in coerenza della legge nazionale n. 141 del 2015, che promuove l'agricoltura sociale quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo, allo scopo di facilitare l'accesso adeguato e uniforme alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunità locali in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate. La mancata emanazione delle linee guida previste dalla legge nazionale, che dovranno, tra l’altro, stabilire criteri omogenei per il riconoscimento delle imprese e per il monitoraggio e la valutazione delle attività di agricoltura sociale, ha condizionato l’applicazione della legge regionale, nei fatti non ancora attiva.
La dotazione finanziaria dei bandi relativi alla sottomisura 16.9 si differenzia molto tra regioni: si spazia dai 500.000 € delle Regioni Veneto (1° bando) e Marche, fino a 5.000.000 € della regione Sicilia (2° bando). Gli interventi sono finanziati in regime di de minimis, quindi per un importo massimo di 200.000 € in due anni. Esistono anche differenze notevoli in relazione al tasso di aiuto, che va dal 50% del Piemonte al 100% di Veneto, Sicilia, Liguria, Calabria e Marche. La caratteristica che accomuna i bandi è la presenza obbligatoria, tra i beneficiari, dell’impresa agricola, in partenariato o in aggregazione con altri soggetti pubblici o privati. La Regione Toscana ha inserito la sottomisura 16.9 tra quelle finanziabili con il bando multi misura Strategia d’Area Casentino Valtiberina, con un approccio integrato dello sviluppo di un’area interna.
Attuazione della sottomisura 16.9
Relativamente alla sottomisura 6.4 "Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole”, si rileva che sono stati pubblicati bandi in diciassette delle diciannove regioni che hanno stabilito interventi con riferimento specifico all’AS.
I beneficiari sono imprenditori agricoli singoli e anche associati; in alcuni casi sono ammessi in modo esplicito anche i coadiuvanti familiari. In Veneto tra i beneficiari figurano giovani agricoltori che presentano domanda sulla 6.1 “Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori” e, nel bando 2016, imprenditori agricoli che presentano domanda sulla 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei Gruppi Operativi dei PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”.
Per quanto riguarda la tipologia di intervento, i bandi rimangono abbastanza vaghi nel definire l’attività: si va dalla menzione specifica di AS, a servizi di tipo sociale e didattico, che comprendono anche servizi erogati a infanzia e anziani, a servizi socio sanitari per fasce deboli della popolazione e riabilitativi, terapeutici e rieducativi, ad attività culturali e didattiche. Molise, Veneto e Umbria parlano di fattorie sociali e le Marche specificamente di agrinidi. In Basilicata, per le problematiche precedentemente esposte relative all’AS, il bando è indirizzato, oltre agli agriturismi, alle fattorie didattiche, con finalità culturali e didattiche.
Attuazione della sottomisura 6.4
La Regione Basilicata ha colto l’opportunità di erogare un ristorno alle aziende agricole attivando, a seguito della modifica del PSR, la misura 21, finalizzata a fornire liquidità alle imprese, mitigando così gli effetti della crisi socio-economica determinata dalla pandemia. Dei due bandi emessi lo scorso anno 2020, uno ha visto, come beneficiari, le aziende agrituristiche e le fattorie sociali.
L’attuale fase di attuazione non consente di conoscere quali attività siano state realizzate con i finanziamenti delle due sottomisure analizzate e quale sia la ricaduta, in quanto in molti casi non sono ancora scaduti i termini per la realizzazione dei progetti.
Dall’analisi dello stato di attuazione delle misure dei PSR relative all’AS, si delinea un’attenzione delle Regioni all’evoluzione delle imprese agricole che, in un’ottica di multifunzionalità, oltre a svolgere il proprio ruolo di produzione, sono sempre più impegnate a realizzare servizi per la collettività, sia di tipo ambientale, con il presidio sul territorio e la gestione dello stesso, sia attraverso attività di tipo sociale. La Regione Basilicata, con la legge regionale sull’Agricoltura Sociale, ha posto le basi affinché tale realtà si consolidi sul territorio lucano che, per le sue peculiarità, ben si presta al loro sviluppo.
Ad oggi sono già presenti in Basilicata esperienze più o meno consolidate di AS, gestite per lo più dal terzo settore, finalizzate a creare le condizioni per una inclusione delle persone fragili in un contesto sociale e lavorativo. Il riconoscimento, con un apposito albo, di queste realtà consentirebbe loro di lavorare meglio, in sinergia con le istituzioni socio sanitarie interessate e di aprire possibili scenari di sviluppo legati, ad esempio, alla vendita dei prodotti coltivati con appositi marchi. Inoltre, con un’azione di informazione e formazione, peraltro finanziabili con le specifiche misure del PSR, si potrebbero aprire nuovi scenari per le aziende agricole, nella logica di una diversificazione e integrazione del reddito aziendale per l'imprenditore agricolo e i membri della sua famiglia, agevolando il mantenimento dell'agricoltura nelle aree rurali, ma anche in quelle periurbane.