Consuntivo fitosanitario Agrumi Basilicata
Nel biennio 2018 – 2019 non si sono verificate emergenze fitosanitarie
Data:01 Jan 1970
L’agrumicoltura italiana nell’ultimo decennio ha subito una forte contrazione di circa il 16% in termini di superficie coltivata. La Basilicata, con i suoi circa 6000 ha di agrumi coltivati, è la quarta regione italiana (dopo Sicilia, Calabria e Puglia) e dal 2008 al 2018 la sua superficie agrumetata si è ridotta del 28%.
Tabella 1 –Confronto della superficie agrumetata (ha) nel decennio 2008-18 in Basilicata
|
2008 |
2018 |
Arancio |
5833 |
3798 |
Clementine |
1700 |
1591 |
Mandarino |
427 |
343 |
Limone |
49 |
58 |
Totale superficie |
8009 |
5790 |
L’andamento climatico del 2019 ha visto in generale una diminuzione delle piogge annuali, ma anche un aumento delle piogge torrenziali con una diminuzione delle piogge moderate e abbondanti. E’ stato registrato un aumento della temperatura (dal 1971), con un aumento dei giorni freschi e caldi in estate, ed una maggiore aridità, erosione, con frane e allagamenti.
Consuntivo fitosanitario
La situazione in Basilicata rispetto ai patogeni è abbastanza tranquilla, anche per le condizioni ambientali siccitose che si sono avute nell’estate del 2019 che non ne hanno consentito lo sviluppo. Le segnalazioni che vengono effettuate riguardano la Micospherella citri favorita da condizioni climatiche umide che si verificano principalmente in agrumeti ad alta densità e dove l’irrigazione viene gestita in maniera inappropriata. I danni subiti dalle piante sono defogliazioni con perdita di produzione e minore pezzatura dei frutti.
Un altro fungo degno di nota che in passato ha destato preoccupazioni è l’Alternaria alternata, ma grazie alla scarsa presenza di varietà sensibili come Dancy, Emperor, King, Fortune, Novae Lee, non ha creato molti problemi, anche perché lo sviluppo di questo patogeno è molto legato alle condizioni climatiche: fattore predisponenti per questa malattia sono le forti piogge nel periodo autunnale. Sempre dello stesso genere, una certa incidenza ha avuto l’Alternaria citri, conosciuto come Marciume nero o dell’asse, che determina marciumi all’asse carpellare del frutto.
Per il virus della Tristeza, organismo da quarantena, l’Ufficio Fitosanitario della Regione Basilicata ha effettuato i monitoraggi sul territorio lucano previsti dalla legislazione, non riportando casi di positività, anche se in passato diverse sono state le segnalazioni e le conseguenti estirpazioni dai campi. Rispetto alle altre regioni agrumicole la situazione lucana è abbastanza sotto controllo. Quanto al problema dei virus e dei viroidi, nell’impianto dei nuovi campi è importante utilizzare piante certificate “virus esente” o “virus controllato”, che di fatto ci consente di avere certezza sulla sanità del materiale rispetto ad alcuni viroidi come la Exocortite, a cui risultano sensibili i nuovi portinnesti, Citrange, utilizzati in agrumicoltura per il controllo delle Tristeza.
Nel 2018 e 2019 su arancio dolce cv. Fukomoto di 5 anni di età, innestati su Citrange carrizo in agro di Scanzano Jonico (MT), sono stati osservati copiosi essudati schiumosi biancastri, fenomeno già noto in altri Paesi come Foamy bark rot, Gommosi del Rio Grande, Gomma da fermento. In corrispondenza dei flussi la corteccia si presentava fessurata. La percentuale di piante sintomatiche si aggirava intorno al 5-10%. Le piante con flussi schiumosi biancastri si mostravano deperienti e con scarsa produzione. Al fine di identificare le possibili cause, biotiche e/o abiotiche, dei sintomi osservati sono state condotte specifiche indagini. Dalle analisi fitopatologiche e del suolo, per individuare eventuali cause che fossero alla base di tale fenomeno, sono stati isolati Torulaspora delbrueckii e Zymobacter palmae. Ulteriori studi dovranno essere condotti per soddisfare i postulati di Koch al fine di verificare il ruolo di T. delbrueckii e/o Z. palmae nel determinismo della sintomatologia osservata su agrumi in Basilicata e se altri fattori, biotici o abiotici, abbiano contribuito alla manifestazione dei sintomi. A livello mondiale gli studi eziologici non hanno chiarito l’agente causale specifico, ma sono stati isolati diversi agenti batterici e fungini.
Gli Afidi degli agrumi negli ultimi anni stanno destando meno preoccupazioni, e sta maturando l’idea di conviverci controllando e tollerando una minima presenza nel campo. Difatti i danni che questi possono arrecare, oltre a quelli diretti alla pianta con assorbimento di linfa, sono dovuti allo sviluppo sui residui zuccherini, che questi producono, del complesso di funghi che determina il fenomeno della fumaggine. Questa problematica riguarda un po’ tutti i fitofagi che producono sostanze zuccherine, con danni commerciali se l’attacco si verifica in prossimità della raccolta, con un imbrattamento dei frutti che è difficilmente eliminabile anche con il lavaggio applicato nella fase di lavorazione in magazzino.
Dialeurodidi. A questo gruppo appartengono diverse specie che nel corso degli anni hanno interessato le produzioni agrumicole lucane. In alcuni casi come per la Mosca Bianca fioccosa degli Agrumi con i lanci effettuati diversi anni fa in campo di entomoparassiti, in questo caso il Cales noacki, si è riusciti nel controllo. Nell’ultimo quinquennio la specie che ha destato maggiori problemi è il Dialeurodes citri, Mosca bianca degli agrumi, che ormai non destava più problemi da alcuni decenni ma che ha infestato i nostri agrumeti con problemi di imbrattamento dei frutti. Sempre tra i Dialeurodidi si annoverano un paio di specie non ancora presenti nel nostro territorio, se non in campi o piante semiabbandonate non soggette alle cure dei campi commerciali, dove il fitofago trova le migliori condizioni per svilupparsi. Nello specifico si tratta dell’Aleurocanthus spiniferus, oggetto anche di monitoraggio da parte dell’Ufficio Fitosanitario che ne ha confermato la presenza su piante di ville e giardini laddove non vengono effettuati interventi insetticidi.
Nell’ambito delle Cocciniglie negli ultimi anni c’è stata una minore incidenza di alcune specie come la C. rossa-forte e C. mezzo grano di pepe, mentre si è verificata una reinfestazione di Cotonello degli agrumi, Planococcus citri, in questo caso con l’associazione della Tignoletta rigata, Criptoblabes gnidiella, che provoca una cascola dei frutti in preraccolta. Per il controllo di questo fitofago laddove non fosse possibile effettuare dei lanci di insetti predatori come il Cryptolaemus montrouzieri, si opera con insetticidi, quali oli minerali attivati. Importante in questi interventi l’uso di getti a spillo, grazie all’uso di lance, che consente di far penetrare la poltiglia all’interno dei frutti o all’ombelico delle arance navel.
Per la Cocciniglia rossa-forte un ridimensionamento si è avuto grazie al monitoraggio effettuato negli ultimi decenni, che a supporto di modelli previsionali, consente di posizionare al meglio l’intervento antiparassitario. Inoltre sono state effettuate prove di confusione sessuale ed uso di attract and kill, i cui effetti sono ancora in fase di valutazione.
Come si è ribadito, le condizioni climatiche hanno fortemente influenzato lo sviluppo e quindi la dannosità di alcuni fitofagi: questo certamente vale per la Mosca della frutta. Le alte temperature di fine estate inizio autunno hanno consentito lo sviluppo di questo fitofago, che ha determinato diversi danni tanto alle arance navel, Navelina e New hall in primis, che alle Clementine precoci compreso il Comune, varietà difficilmente attaccata da questo fitofago, ma che nel 2019 ha subito dei danni.
Le condizioni ambientali di scarsa piovosità riscontrata nel periodo di fine primavera ed inizio autunno hanno avuto ripercussioni negative sulle manifestazioni di alcune fitopatie non parassitarie. Nello specifico si è avuta una maggiore incidenza dell’Incrinatura dell’albedo o Creasing, con danni che hanno superato anche il 10%. Tale fitopatie ha origine nella prima fase di sviluppo del frutto, con la rottura enzimatica (e. pectinolitici) delle pareti dell’albedo. Questo affinamento della buccia si riversa negativamente sulla sbucciabilità del frutto e su un altro fenomeno che è quello della spaccatura. Questo è stato favorito dalle forti piogge del mese di novembre, verificatesi dopo un periodo siccitoso, che hanno scompensato e stressato la buccia fino a portarla a spaccare.
Le cause non sono totalmente note, alcune correlazioni riguardano il rapporto fra alcuni macroelementi come potassio, fosforo e azoto, come pure gli stress idrici, periodi secchi estivi seguiti da tempo umido, pare che abbiano un ruolo importante nella manifestazione del fenomeno. Inoltre presentano una maggiore sensibilità frutti che presentano buccia sottile come alcune varietà di Tarocco.
Sempre dalle condizioni climatiche autunnali è stata influenzata la fitopatia non parassitaria, nota come Macchia d’acqua o Water spot.
Questa è causata da ricorrenti piogge che provocano imbibizione dell’albedo, che attraverso lesioni, in prossimità della maturazione del frutto consentono l’attacco di funghi che ne deturpano la qualità. I fattori predisponenti sono: elevato livello d’umidità, bassa intensità luminosa, eccessive fertilizzazioni azotate, trattamenti oleosi, agenti biotici e abiotici.
Di seguito si riporta una tabella relativa ai patogeni e parassiti da quarantena per i quali l’Ufficio Fitosanitario ha effettuato un’attività di monitoraggio. Dalla stessa si evince che per tutti i parassiti non è stata riscontrata presenza. Nello specifico per l’Aleurocanthus spiniferus in pieno campo non sono state segnalate infestazioni, lo stesso dicasi per Diaphorina citri, vettore dell’HLB (Candidatus liberibacter) agente del Greening, malattia batterica che sta devastando gli agrumeti americani (Brasile e Florida in particolare). Anche la Toxoptera citricida, vettore molto efficiente della Tristeza degli agrumi, non è stata riscontrata nel nostro territorio.
Patogeni degli agrumi come la Xantomonas campestris e la Phyllosticta citricarpa, agenti rispettivamente del cancro batterico e della macchia nera degli agrumi, non sono stati rilevati nei monitoraggi.
Tabella 2 - Organismi nocivi da quarantena monitorati in Basilicata su agrumi (Dati Ufficio Fitosanitario Regione Basilicata)
Organismo nocivo | N. aziende ispezionate | Superficie ispezionata (ha) | N. campioni analizzati | Note |
Aleurocanthus spp. | 26 | 55 | 54 | Individuato nel 2008 in due aziende - 2019: NO |
Candidatus liberibacter | 13 | 35 | 100 | * Campionamento effettuato su Diaphorina citri suo vettore |
Phyllosticta citricarpa | 26 | 76 | 110 | NEGATIVI |
Toxoptera citricida | 28 | 52 | 113 | NEGATIVI |
Xanthomonas campestris | 24 | 59 | 100 | NEGATIVI |
CTV | 80 | 155 | 383 | NEGATIVI |
In conclusione si può affermare che nel biennio 2018 – 2019 non si sono verificate «emergenze» fitosanitarie, come pure nella gestione della difesa integrata non si lamentano criticità con disciplinari 2019: però la revoca all’uso del clorpirifos etile e metile può portare problemi nella gestione di forti infestazioni di fitofagi. L’uso della confusione sessuale e il metodo dell’attract and kill aprono nuove strategie per il controllo delle cocciniglie. Resta intesa che l’importanza del monitoraggio comprensoriale e l’informazione portata con i bollettini fitosanitari possono dare una mano nella gestione dei problemi fitosanitari in campo. Risulta importante la sperimentazione di nuove strategie e di nuovi prodotti, a volte proposti senza adeguata sperimentazione.