Anagrafe della biodiversità, inserite specie della Banca del Germoplasma di Alsia

Dal pomodoro, al pero e al gelso fino a sei razze caprine, riconoscimento per il lavoro di ricerca a tutela delle eccellenze
Data:20 Feb 2020

Un intenso lavoro svolto dall’Alsia (Agenzia lucana di Sviluppo e innovazione in Agricoltura) e dal Dipartimento agricoltura della Regione Basilicata e un risultato di grande valore per la biodiversità agricola e alimentare. Nonostante tutto, riusciremo a difendere il nostro territorio e i suoi prodotti migliori.
Il recente inserimento di 355 varietà vegetali e di sei razze caprine all’interno dell’Anagrafe Nazionale istituita dal Ministero per le Politiche agricole, segna un importante momento nell’attività di ricerca e approfondimento che vede in alcuni passaggi legislativi il perimetro nel quale muoversi e grazie al quale garantire riconoscimenti importanti per le varietà agricole alimentari. Si va dalla legge istitutiva, n.194 dell’1 dicembre 2015 fino al decreto ministeriale n.39407 del 9 dicembre scorso che ha ampliato l’elenco delle risorse genetiche vegetali e animali delle diverse regioni italiane. Mai come in questa fase storica e con fenomeni come quelli della falsificazione dei prodotti agroalimentari  in costante ascesa, diventa fondamentale poter contare su strumenti che garantiscano i territori di riferimento contribuendo a ridurre lo spopolamento dei piccoli centri e a combattere la perdita del patrimonio genetico.
Il ruolo e il valore delle specie alimentari e agricole e l’importanza che svolgono per evitare di far sprofondare la nostra civiltà in consuetudini che cancellano la memoria dei nostri territorio, è sotto gli occhi di tutti.
Per quanto riguarda la Basilicata la lista è estremamente variegata e, nel caso delle specie vegetali,  è attualmente mantenuta nei luoghi di conservazione delle aziende agricole sperimentali dell’Alsia e nella Banca del Germoplasma “Franco Sassone” di Rotonda. A questi due siti si aggiungono anche le aziende degli agricoltori custodi che sono riconosciuti dalla Regione Basilicata grazie alla legge regionale 26/2008. Queste figure, in particolare, rappresentano la garanzia di conservazione delle risorse genetiche che altrimenti rischierebbero l’estinzione o l’erosione genetica.
Al comparto agricolo della Basilicata, dunque, è riconosciuto il valore di alcune specie come il castagno, il cece, il nocciolo, la zucca, il fico, il melo, il pomodoro, il pero, il gelso, l’olivo, il fagiolo, l’albicocco, il mandorlo, il ciliegio, il susino, la vite, il mais, la patata, il frumento, la melanzana, il finocchietto. Tra le varietà più numerose emergono il melo (68 specie) e il pero (104 specie). Per quanto riguarda il settore zootecnico, nell’’Anagrafe sono state iscritte sei razze caprine (fra  garganina, derivata di sira, jonica e di Potenza oltre al cavallo murgese).
L’anagrafe della Biodiversità, istituita dal Ministero per le Politiche agricole, riunisce attorno allo stesso tavolo un circuito virtuoso di strumenti che rientrano nel Sistema nazionale di tutela e valorizzazione e nel quale rientrano oltre all’Anagrafe nazionale della biodiversità, anche la Rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, il Portale nazionale e il Comitato Permanente.

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