Agrumi, dopo la mosca della frutta arriva la fetola
Con i primi freddi si allenta la morsa di Ceratitis capitata ma occorre fare attenzione alla fetola
Data:31 Oct 2021
Anche quest’anno, negli ambienti di coltivazione degli agrumi della Basilicata, la mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata) ha mostrato di essere particolarmente ben acclimatata nonostante sia arrivata dall’Africa solo pochi decenni fa.
Infatti, dopo un’estate particolarmente calda e siccitosa, decisamente sfavorevole ad un insetto che si avvantaggia di un clima caldo ma umido, ci saremmo potuti aspettare una bassa pressione di popolazione della mosca sulle colture autunnali del Metapontino (drupacee tardive e agrumi precoci) ma non è stato così. Già nella prima metà di settembre la rete di monitoraggio fitosanitario dell’ALSIA ha registrato notevoli catture sulle trappole attrattive e alte percentuali di infestazioni sulle colture con frutti suscettibili e non adeguatamente coperti con un precoce programma di difesa fitosanitaria. In effetti, la diffusione di colture irrigue consente all’insetto di trovare microclimi sufficienti a garantire buone condizioni ambientali per il suo ciclo di sviluppo anche quando l’estate è calda e siccitosa.
Ormai siamo a fine autunno e, con l’abbassarsi delle temperature, la mosca dovrebbe rallentare notevolmente il ciclo e ridurre il suo potenziale biotico fino ad entrare in quiescenza nei mesi più freddi. Inoltre, le ferite di ovideposizione della mosca praticate sui frutti già invaiati deprezzano meno il prodotto perché sulla buccia non si creano le caratteristiche decolorazioni circolari e spesso le larve muoiono prima di raggiungere la polpa, soprattutto sulle varietà con uno spesso albedo.
Ma se la mosca diventa meno preoccupante, un altro fitofago potrebbe richiedere interventi attivi di controllo sugli agrumi in questo periodo. Con un clima non particolarmente rigido, la cicalina verde (Asymmetrasca = Empoasca decedens) potrà continuare la sua attività trofica a carico dei frutti su cui provoca una sintomatologia nota come la fetola parassitaria, consistente nella comparsa di caratteristiche macchie necrotiche sulla buccia che, pur non danneggiando la parte edule, possono causare notevole deprezzamento del prodotto. Con l’avanzare dell’inverno le erbe spontanee di cui l’empoasca si nutre sono sempre più rade e la cicalina si sposta in massa negli agrumeti attaccando i frutti proprio in prossimità della raccolta. Gli attacchi sono più intensi in vicinanza di fossi ricchi di vegetazione spontanea come le canne o dei frangivento di cipressi, su cui le cicaline trovano riparo e nutrimento.
La presenza delle caratteristiche oleocellosi indotte dalle punture dell’empoasca andrà monitorata sui frutti e, al superamento della soglia indicativa del 2% di frutti colpiti, occorrerà intervenire tempestivamente con etofenprox o un altro insetticida abbattente registrato per il fitofago. I prodotti utili al controllo dell’empoasca sono attivi anche nei confronti della mosca della frutta ma per quest’ultimo insetto raramente in inverno si creano le condizioni che possono giustificare un intervento diretto.