Olivicoltura: come utilizzare la potatura per mantenere in buona salute la pianta
Il momento giusto per intervenire è alla fine dell’inverno
Data : 01 March 2023
In questa breve nota non tratteremo della tecnica di potatura dell’olivo ma degli accorgimenti necessari per mantenere inalterato lo stato di salute della pianta.
Il momento giusto per intervenire è alla fine dell’inverno, quando la vegetazione è ancora ferma. Una potatura anticipata stimola il risveglio vegetativo mentre ritardare significa deprimere il potenziale produttivo della pianta. I tagli vanno eseguiti lasciando un paio di centimetri dall’inserzione del ramo, per evitare una facile via di ingresso a funghi e batteri e favorire una cicatrizzazione graduale.
È buona norma disinfettare i tagli con una pennellata di poltiglia bordolese semiliquida come anche gli attrezzi utilizzati per la potatura, prima di passare alla pianta successiva. In questo modo si eviterà di trasmettere il batterio responsabile della rogna (Pseudomonas savastanoi), la patologia dell’olivo più diffusa in Italia, che provoca tumori su branche e rami ed è responsabile di diminuzioni sostanziali della produzione ed in casi estremi della morte di piante giovani. La pratica della disinfezione di tagli e ferite è importante poiché il batterio penetra nella pianta anche da piccole lesioni dovute a tagli accidentali, grandine, vento o accumuli di neve.
È importante, inoltre, asportare i rami danneggiati da agenti atmosferici e non più funzionali e quelli che presentano lesioni o scortecciature in cui possono nascondersi uova o larve di fitofagi. Ultima accortezza è quella di investigare lì dove si individuano fori e piccoli accumuli di segatura che possono essere segnali di larve svernanti di rodilegno giallo (Zeuzera pyrina), o rosso (Cossus cossus), che vanno uncinate immediatamente.
Talvolta le branche, ed in casi gravi i tronchi, possono presentare gruppi di piccoli alveoli contornati da residui di rosura, in questo caso è molto probabile che il fitofago responsabile delle gallerie sottostanti sia il fleotribo (Phloeotribus scarabaeoides), i rami attaccati vanno rimossi e bruciati immediatamente prima del risveglio vegetativo, che corrisponde anche alla ripresa dell’attività trofica dell’adulto. È possibile utilizzare dei residui sani di potatura come “rami esca” per le ovideposizioni, e bruciarli in primavera inoltrata secondo le normative vigenti nei comuni di appartenenza.
Alla fine delle operazioni di potatura è buona norma allontanare tutto il materiale con tracce evidenti di problemi fitosanitari, se non sia diversamente utilizzato nell’azienda agricola.
Marcella Illiano