Il decreto di agosto approvato dal governo contiene una misura di aiuto da 600 milioni per il settore agroalimentare. È concepita come un finanziamento di 2.500 euro minimo a ciascun ristoratore che possa documentare una perdita di almeno il 25% del fatturato causa Covid. Il contributo a fondo perduto servirà all'acquisto di prodotti di filiere agricole, alimentari e vitivinicole da materia prima italiana.
«È una misura importante - commenta il direttore del Consorzio Grana Padano il mantovano Stefano Berni - perché vincolando anche l’acquisto di prodotti Dop e Igp, di fatto aiuta contemporaneamente sia il settore della ristorazione, che quello delle produzioni agroalimentari di qualità».
Fra Dop e Igp, una parte saranno prodotti esteri, ma la stragrande maggioranza proverrà dal mercato interno. «E questo aiuterà tutta la filiera, composta da piccoli produttori, aziende di trasformazione, distributori - spiega Berni - con un effetto a cascata che si riverbererà positivamente sull’intero settore primario».
Proprio i prodotti Dop e Igp hanno subito un incremento durante il periodo Covid e stanno sostenendo il mercato. «La gente rimasta a casa ha privilegiato i prodotti più sicuri e garantiti, perché tutelati da Consorzi di controllo - dice ancora Berni - . È una “lezione” del Covid. Le emergenze fanno sorgere mille problemi, ma spingono la gente a d andare al cuore delle cose, recuperando una attenzione al prodotto sano, che per noi italiani è genetica, vivendo in un paese dove si mangia bene».
Proprio i Consorzi si muoveranno per beneficiare a loro volta i ristoranti in una catena positiva, inserendo i loro nomi sui siti di settore e creando filiere «consolidando una sinergia in grado di far apprezzare gusti e consumi di prodotti genuini». Oggi i prodotti Dop e Igp sono più apprezzati dalle famiglie, mentre nella ristorazione a volte fa premio il prezzo. «Ma questa misura - conclude Berni - può aiutare strategicamente il Made in Italy».