Innesto a barbatella radicata, così si guadagna un anno
La tecnica "a tavolino" si sta diffondendo molto nelle regioni meridionali, dove le condizioni agrometeorologiche sono meno stressanti
Data : Tue Mar 16 12:04:00 CET 2021
Un innesto "a tavolino", con la preparazione delle talee-innesto prima della loro messa a dimora. E' l'innesto "su barbatella radicata", una tecnica utilizzata per la vite che si sta diffondendo soprattutto nelle regioni del Sud Italia, dove le condizioni agro-meteorologiche sono meno stressanti.
Rispetto al classico innesto “in campo” che viene realizzato per l’appunto in campagna su piante portinnesto (selvatico) messe a dimora l’anno prima, la tecnica dell'innesto a barbatella radicata consiste nell’innestare la barbatella franca dell’età di un anno, per poi metterla direttamente in campo. Così facendo si ottiene il vantaggio di guadagnare un anno, oltre al fatto di avere la disponibilità di varietà non reperibili sul mercato. Con le dovute cure si possono ottenere buoni attecchimenti, con uno sviluppo vegetativo rilevante già dal primo anno.
Da una ricerca svolta dal CREA VE di Turi (BA), è emerso che nell’ambito degli innesti realizzati “a spacco” i diversi portinnesti hanno mostrato un buon attecchimento, e fra tutti il 1103 P ha garantito un attecchimento pari al 97.9%, seguito dal 110 R (83.3%) e 140 Ru (79.2%).
Per le aree interne dell’appennino, dove le escursioni termiche drastiche possono comportare seri problemi di successo dell’innesto stesso, è opportuno individuare la giusta epoca per l’esecuzione dell’innesto, e valutare le combinazioni d’innesto da realizzare.
Francesco Pisani