Sono ancora troppi quelli che temono gli afidi sugli agrumi, soprattutto in questo periodo in cui la fioritura volge al termine. Continuano ad arrivare, infatti, notizie di interventi fitosanitari del tutto ingiustificati, anche se meno rispetto agli anni precedenti. C'è ancora qualcuno, forse, che non sa che non è "solo" una questione di rispetto della legge, il cui intento è quello di proteggere api e pronubi in genere. La questione è anche economica.

Non ha nessun senso intervenire, soprattutto in questa fase, con insetticidi (siano essi "di sintesi" o "bio") contro afidi o altro. Anzi, è addirittura controproducente. È questo il periodo, infatti, in cui si sviluppano una miriade di specie utili alla difesa della coltura, non solo contro gli afidi.

È il caso, solo come esempio, degli "scimnini", un gruppo di coccinellidi, più o meno piccoli, che in questa fase si cibano di afidi ma che più in là nella stagione, si ciberanno di planococco, la ben più temuta cocciniglia "cotonosa". Le piccole dimensioni  permettono loro di scovare la preda anche sotto i sepali, lì dove solo i fitofarmaci sistemici possono arrivare.

Oltre ad insetti del genere "Scimnus", come anticipato, vi sono tanti altri coccinellidi (la "coccinella settepuntata" è la più nota, ma ne esistono tante altre, con puntini e livree diversissime), imenotteri, ditteri etc. Gli Scimnus, così come tante altre specie ausiliarie per il controllo biologico, si possono anche acquistare. L’acquisto e l’uso di acari predatori ed insetti utili è cosa oramai ben nota soprattutto tra i produttori di fragola e coinvolge quasi la metà dei fragoleti coltivati in Basilicata (circa 300 ha).

Anche gli agrumicultori più attenti usano insetti utili, soprattutto per controllare alcune tra le cocciniglie più dannose. Quindi, visto che gli insetti utili hanno un costo, perché distruggerli? Un buon imprenditore si guarda bene dal buttare soldi sotto forma di "veleni", superflui per ammazzare gli afidi ma efficaci per ridurre la capacità di autodifesa degli agrumeti.