Agricoltura lucana: in aumento le segnalazioni di danni da istrice

Come riconoscere e prevenirne i danni

Danni da istrice su pianta di peperone

Danni da istrice su pianta di peperone

Data : Wed Jan 10 09:00:00 CET 2024

Durante l’annata agraria 2023 i tecnici dell’ALSIA hanno avuto più volte segnalazioni di danni provocati dall’istrice (Hystrix cristata), sia nella zona del medio ed alto Sinni e dei suoi affluenti sia nella valle del Noce. Le colture danneggiate sono numerose e vanno dalla vite alle ortive, come il peperone di Senise IGP.

Roditore erbivoro di grandi dimensioni, questo animale ha abitudini prevalentemente notturne, che non scava tane proprie ma utilizza come rifugio spazi interrati che trova disponibili, come tane abbandonate di tassi o volpi. È un animale sociale, vive in piccoli gruppi condividendo lo stesso rifugio, marcando il territorio con feromoni con cui segnala anche le situazioni di pericolo. Per quanto riguarda le cure parentali, si occupa con le femmine della prole. Nonostante le credenze popolari, non è capace di lanciare aculei per difendersi, piuttosto li utilizza come difesa passiva, se provocato, alzandoli sul dorso a raggiera ed usandoli come una corazza. Gli aculei presenti sulla coda, detti “della sonagliera”, hanno invece funzione di avvertimento segnalando tramite tintinnio la presenza dell’adulto  ai nemici, mentre fungono da mezzo di comunicazione tra i sessi durante il periodo di accoppiamento.

L’Italia è l’unico paese in Europa dove è diffuso questo roditore originario dell’Africa, che pare sia stato “importato” per scopi venatori nelle regioni meridionali da dove, complice il cambiamento climatico e l’abbandono del settore agricolo, sta migrando verso il centro-nord.

L’istrice è una specie protetta ma capace di procurare danni ingenti a colture ortive, frutticole, vite e zafferano, come abbiamo potuto constatare nei campi interessati in Basilicata. Il danno è prevalentemente dovuto all’attività di alimentazione dell’animale, con scavo di buche per raggiungere radici e tuberi come le patate, “potatura” degli apici delle piante, morsi alle bacche e ai baccelli delle ortive, asportazione di fiori interi (nel caso dello zafferano) e di acini di uva. Una volta trovato un campo dove alimentarsi, l’istrice lo depreda in modo sistematico tornandovi ogni notte, riprendendo l’attività da dove aveva interrotto, asportando così in maniera continua germogli, fiori e bacche, spesso muovendosi lungo le file delle colture ortive. Nel caso del peperone di Senise IGP sono state danneggiate in maniera significativa sia le piante, private degli apici vegetativi, che le bacche, spesso lasciate a metà ancora attaccate al peduncolo.

Non ha antagonisti naturali, gli aculei scoraggiano gli attacchi dei predatori più comuni, anche i leoni africani ed i lupi nostrani, ma non l’uomo, che nonostante il divieto di caccia ne apprezza le carni. Inoltre non si fa irretire facilmente, ha la capacità di scavare sotto le reti, aggirare ostacoli ed utilizzare passaggi molto stretti per avanzare.

L’unica difesa possibile per proteggere i campi coltivati è una buona recinzione interrata di 50 cm e alta perlomeno un metro e mezzo e, considerando che i cavi elettrificati anti cinghiale funzionano poco, è sicuramente da discutere un sistema comune che scoraggi entrambe le specie.

Marcella Illiano

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Il Comitato Unico di Garanzia dell' ALSIA