L'Istituto professionale di Lagonegro forma la coscienza ecologica dei futuri agrotecnici
Numerose iniziative, realizzate in collaborazione con ALSIA, Università e associazioni, puntano alla conoscenza della ricchezza di biodiversità del territorio lucano
Data:16 Dec 2020
Il termine biodiversità è noto agli studenti dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, la Valorizzazione dei Prodotti del Territorio, la Gestione delle Risorse Forestali e Montane di Lagonegro, perché le diverse discipline del percorso di studi e molti progetti sviluppati nella scuola focalizzano l’attenzione sull’importanza della biodiversità, sui molteplici rischi che corre e sulla necessità di salvaguardarla.
Attraverso i contenuti disciplinari, il futuro Agrotecnico acquisisce competenze per analizzare il territorio a livello locale e globale, e intanto, forma la sua coscienza ecologica e la consapevolezza che la ricchezza di biodiversità consente di diversificare le nostre produzioni agricole rispetto a quelle di massa.
Nella conoscenza della ricchezza di biodiversità dei nostri territori siamo spesso sostenuti anche dalla partecipazione a iniziative organizzate dall’ALSIA, dall’Università, da associazioni ambientaliste e culturali.
La biodiversità è il principale elemento di diagnosi della qualità ambientale. Purtroppo la biodiversità oggi si riduce ad un ritmo mai registrato prima a causa delle attività umane che causano inquinamento e aumento della temperatura media del Pianeta. Deforestazione, aumento della temperatura globale, riduzione delle precipitazioni in alcune aree, incendi, erosione, variazione dei cicli dei vegetali, spostamenti della fauna, perdita di zone umide, sostituzione dell’agricoltura delle buone pratiche agrarie con quella agro-industriale, introduzione di specie “aliene” …e altri disastri sono tutte occasioni di perdita della ricchezza di risorse genetiche.
La biodiversità è considerata spesso “gratuita ed eterna” ma, come già detto, le attività umane e anche quelle legate all’agricoltura rappresentano una minaccia per l’esistenza di numerose specie.
L’Italia presenta una grande ricchezza biologica anche se, negli ultimi anni, si assiste soprattutto in agricoltura a una continua perdita di numerose razze animali e di varietà di ortaggi, cereali, legumi e frutta, a vantaggio della diffusione di pochissime razze animali e di nuove varietà di piante agrarie, magari più “produttive”. Questo processo di semplificazione si estremizza con la monocoltura, la monosuccessione e con gli allevamenti intensivi di razze specializzate con elevate prestazioni produttive a scapito di quelle autoctone dotate di “rusticità”.
La selezione artificiale di piante coltivate e animali da allevamento ha privilegiato un numero limitato di caratteri, in particolare ha favorito le prestazioni produttive legate a standard di mercato spesso di natura prettamente estetica, pertanto, l’uniformità genetica che ne deriva ha causato “l’erosione genetica” di molti geni utili. In questo modo si assiste alla perdita di un complesso di caratteri di rusticità che conferisce alle diverse specie la resistenza alle avversità e la capacità di adattamento.
Le attuali tendenze hanno generato sulla biodiversità genetica effetti dannosi; la variabilità genetica e il suo mantenimento sono le uniche armi utile contro le avversità e le variazioni climatiche, pertanto, la salvaguardia delle razze e delle varietà autoctone dovrebbe essere sempre garantita.
Per rispondere alle esigenze future, è importantissimo evitare l’estinzione delle razze e varietà autoctone poiché rappresentano anche un frammento storico e culturale per la popolazione dell’area di allevamento o di coltivazione. Alcuni interventi per fermare il degrado sono: la lotta al cambiamento climatico, il recupero di habitat di grande estensione, nuove aree protette, il sostegno ai piccoli agricoltori custodi di biodiversità, il recupero di aree degradate più fragili e meno reattive rispetto agli ambienti sani, vitali e ricchi di biodiversità.