Fruttiferi, soddisfatto il fabbisogno di freddo

Lo suggerisce l'analisi sulla dormienza delle gemme nel Metapontino (Basilicata)
didascalia.

Rametto di ciliegio con gemme "a fiore" e gemme "a legno".

Data:31 Mar 2020

Il funzionamento delle gemme delle colture arboree è regolato da un meccanismo fisiologico chiamato dormienza. Questo meccanismo difende la gemma dal freddo invernale e sincronizza il ciclo di crescita. Le gemme si formano nel periodo estivo e subito dopo vi s’instaura la dormienza, che ne impedisce l’allungamento. La fase di dormienza attraverso il soddisfacimento del fabbisogno in freddo rappresenta un punto molto delicato per la fisiologia della pianta ed è condizionata in maniera diretta dall’insieme dei fattori pedo-climatici dell’areale di coltivazione.

Il mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo espone la pianta ad una serie di problematiche causando la comparsa di anomalie nelle gemme a fiore che successivamente vanno incontro a cascola, fioritura irregolare e insufficiente. Inoltre, le gemme che non hanno soddisfatto il loro fabbisogno in freddo crescono lentamente o non si schiudono, con importanti ripercussioni sulla produzione.

La gemma, che durante l’inverno è detta dormiente, per risvegliarsi e acquistare la capacità di germogliare, ha bisogno di una determinata quantità di freddo. Questo fabbisogno in freddo è diverso per ogni specie o varietà di albero di frutto. In bibliografia, viene considerato “freddo” un periodo con un range di temperature compreso tra 14 °C e gli 0 °C, con una temperatura ottimale di 7 °C.

Tale esigenza è messa a rischio dagli inverni miti, sempre più frequenti, come del resto è accaduto nella stagione invernale appena conclusa, il che può tradursi in un'allegagione scarsa, una maturazione ritardata dei frutti che possono essere piccoli, deformi e di scarse qualità organolettiche.

In questa nota tecnica si riportano alcune analisi agrometeorologiche per spiegare gli effetti che gli andamenti climatici possono avere sulle produzioni locali, visto che la frutticoltura Metapontina sempre più si sta orientando verso cv precoci o precocissime di pesche, albicocco e nettarine. Queste varietà sono comunemente anche chiamate “low chilling”, o a basso fabbisogno in freddo.

Come di consueto da oltre un decennio, settimanalmente con i bollettini agrometeorologici viene pubblicato l’aggiornamento del freddo cumulato nella stagione, utilizzando due metodi di calcolo: Utah e Weiberger. Questi sono i metodi che hanno la maggiore affidabilità alle nostre condizioni climatiche .

Ovviamente a fine stagione viene fatto un bilancio che rappresenta il punto di partenza per una buona annata. Considerato l’andamento climatico della scorsa stagione invernale, che ricordo essere stata mite e siccitosa, possiamo dire che il fabbisogno annuale può ritenersi nel suo complesso soddisfatto, anche se è necessario aspettare perché alcune conferme si potranno avere solo durante la stagione di produzione.

Materiali e metodi

Il conteggio annuale è cominciato il 1 dicembre ed è terminato il 10 di marzo. Questo perché la prima ondata di freddo della stagione che ha determinato la caduta completa delle foglie è avvenuta solo nei primi giorni di dicembre, mentre la data di chiusura è stata influenzata dall’aumento delle temperature nel mese di marzo e dalla generale fioritura anticipata.

Nelle elaborazioni che seguono, sono stati utilizzati i dati orari di 12 stazioni del Servizio Agrometeorologico Lucano dell’ALSIA che ricadono nell’area del Metapontino (tabella n.1).

Tabella 1. Altimetria delle stazioni agrometeorologiche

Postazione

Altimetria slm (m)

Tursi S. Donato

59

Bernalda- Serramarina

68

Montalbano Cozzo del fico

154

Nova Siri C.da Pietra del Conte

152

Pisticci Castelluccio

192

Pisticci scalo

52

Policoro Troyli

117

Policoro Sottano

10

Montescaglioso Fiumicello

45

Metaponto AASD Pantanello

24

Metaponto CREA Campo 7

10

Scanzano J. III Madonna

7

Per ognuno di questi siti è stato fatto il calcolo del fabbisogno in freddo secondo:

  • Metodo Utah (Richardson et al; 1974)
  • Sommatoria delle ore <7°C (Weinberger 1950)

La metodologia di calcolo è molto differente tra i due metodi, in quanto il metodo Utah attribuisce un valore diverso per ogni range di temperatura a cui corrispondono delle unità di freddo o C.U. come riportato in tabella n. 2; le temperature più favorevoli all’accumulo del freddo rientrano nel range 2,5°C/9,1°C, mentre le temperature superiori a 16°C e inferiori a 1,4°C sono penalizzanti o superflue. Il metodo Weinberger invece è una sommatoria delle ore inferiori a 7°C in un dato periodo.

Tabella n. 2

Temperatura aria

C.U.

< 1,4°C

0

1,5°C< T <2,4°C

0,5

2,5°C < T < 9,1°C

1

tra 9,2°C < T < 12,4°C

0,5

12,5°C < T < 15,9°C

0

tra 16,0°C < T < 18,0°C

-0,5

T>18°C

-1

Nelle tabelle n. 3a e 3b sono riportati i valori di unità di freddo (C.U.), mentre nelle tabelle n. 4a e 4b sono riportate le ore di freddo cumulate mensilmente nella stagione 2019-2020.

Tabella 3a. Metodo Utah, unità di freddo (C.U.)

Mese

Tursi

Bernalda

Montalbano

Nova Siri

Pisticci Castelluc.

Pisticci scalo

dic

331,0

384,0

434,0

229,0

431,0

443,0

gen

335,0

504,0

567,0

399,0

579,0

444,0

feb

185,5

351,5

355,5

197,5

367,5

312,5

mar

68,5

113,0

123,0

83,0

123,0

87,5

tot

920,0

1352,5

1479,5

908,5

1500,5

1287,0

 

Tabella 3b. Metodo Utah, unità di freddo (C.U.)

Mese

Policoro Troyli

Policoro sottano

Montescaglioso

Metaponto

Metaponto CREA

Scanzano J.

dic

331,0

336,0

503,0

318,0

308,0

390,0

gen

497,0

486,0

473,0

438,0

419,0

473,0

feb

248,0

287,0

364,0

305,0

298,0

298,5

mar

99,0

101,0

101,0

86,0

84,5

101,0

tot

1175,0

1210,0

1441,0

1147,0

1109,5

1262,5

 

Tabella 4a. Metodo Weinberger, sommatoria di ore < 7°C

Mese

Tursi

Bernalda

Montalbano

Nova Siri

Pisticci Castelluc.

Pisticci scalo

dic

224

164

173

76

150

233

gen

380

305

321

51

293

365

feb

211

216

192

35

180

182

mar

61

50

62

3

54

50

tot

876

735

748

165

677

830

 

Tabella 4b. Metodo Weinberger, sommatoria di ore < 7°C

Mese

Policoro Troyli

Policoro sottano

Montescaglioso

Metaponto

Metaponto CREA

Scanzano J.

dic

104

153

291

143

145

179

gen

212

311

424

274

289

335

feb

112

176

333

179

204

195

mar

28

57

82

43

46

50

tot

456

697

1130

639

684

759

Il valore medio nella stagione 2019-2020 è stato rispettivamente di 1.232 unità di freddo (C.U.) e 700 ore. Valori che possono ritenersi soddisfacenti per un’ampia gamma di specie vegetali.

Se confrontiamo i valori della stagione invernale 2019/2020 con la media del decennio 2010/2019, si può affermare che mediamente quest’anno sono stati cumulati rispettivamente il 24% e il 33% in meno nei due metodi di calcolo. I mesi in cui l’accumulo di freddo è stato più basso sono febbraio e marzo, allor quando abbiamo avuto un clima molto primaverile e solo le temperature notturne ci ricordavano dell’inverno; mentre gennaio si è confermato il mese più freddo della stagione, durante il quale i valori cumulati sono stati molto simili alla norma.

Conclusioni

Il Metapontino è una zona vocata per produzioni di pregio e di qualità con la tendenza ad anticipare la raccolta introducendo cultivar a basso fabbisogno in freddo ed a maturazione precoce. Pertanto, il monitoraggio agrometeorologico riveste particolare importanza nella delicata fase della dormienza delle gemme, ma soprattutto per lo studio climatico di un territorio in cui la sua variabilità orografica, può fornire indicazioni importanti per conoscere le potenzialità produttive di aree che distano tra di loro anche meno di 10 km.

Inoltre, l’analisi climatologica di lungo periodo può fornire uno strumento delle potenzialità ambientali del Metapontino, finalizzato ad un possibile anticipo dei calendari fenologici e alla diffusione delle cv con basso fabbisogno in freddo (250-400 C.U.), purché si tenga conto della maggiore suscettibilità alle gelate, come quella del 25 marzo, ricorrendo agli adeguati sistemi di protezione. Del resto gli inverni sempre più miti e l’aumento degli eventi estremi (gelate, alluvioni, siccità, ecc.) sempre più consigliano di investire in sistemi di protezione per non compromettere la produzione frutticola sia in termini qualitativi che quantitativi.

Bibliografia

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Guerriero R., Viti R., Monteleone P., Gentili M. (2002) La valutazione della dormienza nell'albicocco: tre metodi a confronto. Riv. Frutticoltura e di ortofloricoltura. LXIV N. 3:73-77.

Lang G.A. (1987) Dormancy: a new universal terminology. HortSci. 22: 817- 820.

Richardson E. A., Seeley S.D., Walker D.R., 1974. A model for estimating the completation of rest for Redhaven and Elberta peach trees. Hort Sci. 9(4):331-332.

Scalcione E., Lacertosa G., Cardinale N., Montemurro F., Fiore A., 2011. Adattabilità colturale e vocazionalità climatica dell’ambiente metapontino. Italian Journal of Agrometeorology, atti del XIV Convegno, 131-132.

Valentini N., Me G., Spanna F., Lovisetto M., 2004. Chilling and heat requirement in apricot and peach varieties. Acta Horticolturae, 636: 199-203.

Viti, R., Monteleone P. (1995) High temperature influence on the presence of flower bud anomalies in two apricot varieties characterized by different productivity. Acta Hort., 384: 283-290.

Weinberger, J. H. 1950. Chilling requirements of peach varieties. Proc. Amer. Soc. Hort. Sci. 56:122-128.

Agrifoglio n. 93 -  

Temi
Agrometeorologia
Autori
Emanuele Scalcione

Alsia

Pietro Dichio

Alsia

Giuseppe Fabrizio

Alsia

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