Commento climatico annata 2019
In Basilicata, estate calda e siccitosa, e tremendi temporali. La temperatura conferma il trend in crescita degli ultimi 20 anni
Data:31 Jan 2020
Premessa
L’analisi climatica che segue si avvale delle elaborazioni presenti in rete (Copernicus Climate Change Service, CNR-ISAC, NOAA, ecc.) per meglio comprendere la variabilità climatica e soprattutto l’impatto che essi stanno avendo sulla nostra agricoltura.
Secondo le elaborazioni del progetto Europeo Copernicus, l’anno solare 2019 rispetto alla media 1981-2010 è stato più caldo di 0.59°C che conferma il trend di crescita della temperatura negli ultimi 20 anni (figura 1).
In Italia, secondo le elaborazioni del CNR-ISAC, il 2019 è stato il quarto anno più caldo dal 1800 ad oggi, con una anomalia termica di +0.96°C rispetto al periodo di riferimento 1971-2000 (figura 2). Un “contributo” importante a questo surplus termico è stato dato dai mesi estivi di giugno (+3.30°C) e luglio (2.00°C) e da dicembre (1.91°C). Infatti, nel 2019 l’anomalia della temperatura massima è stata più elevata, pari a 1°C , rispetto alla temperatura minima, pari a 0.93°C.
In Basilicata, il 2019 sarà ricordato per essere stato l'anno dei temporali estivi, con numerosi eventi grandinigeni e delle abbondanti piogge in maggio e novembre; pertanto, il 2019 può essere così sintetizzato:
- inverno poco freddo e normalmente piovoso;
- primavera fresca, molto piovosa, specie a maggio e con eventi grandinigeni;
- estate calda e siccitosa ma con numerosi temporali, spesso associati alla grandine;
- autunno caldo e siccitoso, ma con novembre molto piovoso.
Analisi climatica mensile
Gennaio è stato un mese molto freddo e piovoso. Già dalla terza decade di dicembre le correnti fredde di origine Balcanica avevano determinato un generale raffreddamento, facendo scendere la temperatura minima sotto lo zero in molte località, metapontino compreso. L’ondata di freddo è continuata anche nei giorni seguenti e paradossalmente solo nei “giorni della merla”, tradizionalmente i più freddi dell’anno, la temperatura è risalita al di sopra dei valori stagionali. Per buona parte dell’Italia e il centro-sud in particolare, l’anomalia termica è stata di oltre -3°C. A ciò vanno aggiunte le numerose piogge, nevose in quota, che hanno determinato una piovosità media compresa tra i 133 mm dell’Alto Bradano Metapontino e i 95 mm del Medio Agri e Sinni, con un surplus pluviometrico di oltre il 100% in alcune località della Collina Materana e paradossalmente -10% sul versante Tirrenico.
A differenza di quanto è accaduto al nord, febbraio 2019 al Sud è stato un mese tipicamente invernale con solo qualche accenno di primavera. Una intensa ondata di aria fredda nella terza decade ha fatto precipitare le temperature ben al di sotto dei valori stagionali, con scarti che hanno superato i 5°C. La temperatura media giornaliera del Metapontino è scesa a circa 5°C, nell’Alta Valle dell’Agri a 1°C, nel Lavellese a 3°C. In queste giornate oltre alla neve, caduta fino a quote collinari, si devono segnalare giornate con forti raffiche di vento.
Per quanto riguarda la pioggia, febbraio è stato siccitoso; le centraline del SAL, il Servizio Agrometeorologico Lucano dell'ALSIA, hanno registrato una piovosità media compresa tra i 41 mm del Sub Appenino e Valle dell’Agri ai 24 mm del Metapontino (tabella n. 1) e quindi un deficit pluviometrico importante nell’alta valle dell’Agri e versante tirrenico (circa 70%), mentre nel Metapontino e nel Materano è stato più contenuto (circa il 40%).
Tabella 1. Precipitazioni mensili e annuali nel 2019 delle aree geografiche del Basilicata (mm)
Mese |
Vulture Alto Bradano |
Medio Agri e Sinni |
Area del Metapontino |
Sub App. Lucano e valle dell'Agri |
Collina Materana |
Valle del Mercure e Lagonegrese |
1/2019 |
133,3 |
95,3 |
97,2 |
110,6 |
116,2 |
132,4 |
2/2019 |
32,6 |
36,0 |
23,7 |
40,7 |
34,6 |
38,8 |
3/2019 |
55,2 |
43,5 |
49,0 |
36,2 |
35,4 |
52,8 |
4/2019 |
63,0 |
43,8 |
47,8 |
46,2 |
55,8 |
79,9 |
5/2019 |
103,5 |
69,4 |
80,7 |
112,1 |
99,5 |
129,2 |
6/2019 |
15,4 |
30,5 |
25,8 |
11,7 |
18,5 |
22,3 |
7/2019 |
76,3 |
51,4 |
43,3 |
49,4 |
33,6 |
40,0 |
8/2019 |
27,6 |
9,5 |
10,3 |
31,2 |
23,1 |
7,1 |
9/2019 |
25,8 |
34,1 |
30,7 |
47,4 |
40,1 |
36,2 |
10/2019 |
36,7 |
19,4 |
17,2 |
28,4 |
16,8 |
30,2 |
11/2019 |
101,8 |
176,2 |
169,3 |
181,4 |
148,7 |
248,8 |
12/2019 |
50,0 |
46,6 |
28,4 |
85,2 |
27,4 |
225,5 |
Totale |
721,1 |
655,7 |
623,4 |
780,6 |
649,6 |
1043,1 |
Pertanto a livello nazionale, secondo le elaborazioni del CNR, il trimestre invernale non è stato molto freddo, specie al nord, mentre al Sud è stato nella media e in Calabria e Sicilia ancora più freddo. In Basilicata, non possiamo dire che sono stati tre mesi di gelo, ma il verificarsi di nevicate a quote molto basse e addirittura sulla costa, sono fenomeni rari per il Meridione. Per questo motivo, esso può essere considerato “mediamente freddo”, specie nelle aree esposte ai flussi settentrionali dei Balcani, mentre dal punto di vista delle precipitazioni, l’inverno è stato molto siccitoso al nord (-50% delle piogge attese) e decisamente meno negativo al sud.
Anche il mese di marzo, come il periodo precedente ha evidenziato differenze climatiche importanti tra il nord e sud Italia; in Basilicata, alcune giornate tipicamente primaverili calde ed assolate si sono alternate ad altre molto più fredde ed invernali, in un contesto di generale siccità.
Si sono distinte due ondate di maltempo: la prima dal 12 al 15 e l’altra dal 26 al 31; in questi giorni la temperatura media è stata inferiore ai valori stagionali, con uno scarto massimo di -3°C. Nei restanti giorni, abbiamo registrato accenni di primavera con belle giornate e temperature decisamente al di sopra della media stagionale (fino a 5°C), in cui i valori massimi diurni hanno raggiunto i 20°C, anche nelle località interne, mentre le temperature notturne sono rimaste sempre piuttosto basse, addirittura scendendo fino a pochi gradi sotto lo zero nelle vallate, aree interne ed in quota. Da segnalare che dal 10 al 12 ci sono state raffiche di vento forte che in alcune località hanno superato i 100 km/h.
Per quanto riguarda la pioggia, come già accennato, marzo è stato siccitoso; certamente al sud non sono stati raggiunti i livelli del nord dell’Italia e di buona parte dell’Europa Mediterranea e Balcanica ma anche da noi la pioggia registrata è stata ovunque al di sotto dei valori stagionali. Le centraline del SAL hanno registrato una piovosità media compresa tra i 35 mm della Collina Materana ai 55 mm del Vulture (tabella n. 1). Pertanto, il deficit pluviometrico è stato particolarmente elevato nelle aree montuose e versante Tirrenico (circa 70%), mentre nelle restanti zone ha raggiunto il 35%.
Aprile invece è stato influenzato dal passaggio di numerose perturbazioni atlantiche che hanno impedito all’anticiclone africano di stabilizzarsi sul Mediterraneo e inviare i primi segnali d’estate. In Basilicata abbiamo avuto solo 7-8 giorni con temperatura superiore ai valori stagionali e per lo più concentrati nella prima quindicina, mentre la seconda parte del mese è stata molto perturbata; nelle giornate più miti la temperatura media ha raggiunto i 16°C, la massima 25°C e la minima 6°C. Per quanto riguarda la pioggia, il periodo può considerarsi nella norma, eccetto il versante tirrenico, che nonostante sia la zona regionale più piovosa, ha fatto registrare valori inferiore alle medie. Sul versante tirrenico si sono contati fino a 14 giorni piovosi, scesi a 8 giorni nel Materano e Metapontino, per una quantità media compresa tra gli 80 mm nel Lagonegrese e i 44 mm del Medio Agri.
Anche il mese di maggio è stato influenzato dal passaggio di numerose perturbazioni atlantiche e scandinave che gli hanno conferito caratteristiche più invernali che primaverili, le quali, oltre a causare una importante riduzione della temperatura, hanno apportato piogge abbondanti e spesso associate alla grandine. In particolare, si possono distinguere due periodi:
- le prime due decadi, fredde e con numerosi giorni piovosi;
- la terza decade, meno fredda ma ugualmente piovosa.
Il raffreddamento ha interessato tutta l’Italia e la temperatura media è scesa rispetto i valori stagionali di circa 6°C; in quei giorni la temperatura minima è scesa a 4°C, la media a 15°C e la massima a 26°C. Come già detto, maggio 2019 sarà ricordato per le abbondanti piogge a carattere temporalesco che hanno interessato l’Italia e l’Europa. In Basilicata, piogge per oltre 100 mm sono state registrate nel Lagonegrese, Vulture, Metapontino e aree del Sub Appenino, distribuite in un intervallo compreso tra i 14 giorni piovosi di Nemoli e i 6 giorni di Policoro. Pertanto, la piovosità media regionale è stata superiore ai valori stagionali fino ad un massimo del 160% a Nemoli e Metaponto. Danni da grandine e/o allagamenti si sono verificati in molte zone: da ricordare la grandinata del 12 nella zona di Metaponto e Scanzano J.
Con l’arrivo di giugno è arrivata anche la “torrida estate mediterranea”. Ondate di aria calda di origine africana hanno investito l’Italia e l’Europa, cambiando in pochi giorni lo scenario da autunnale ad estivo. Da sottolineare che l’anomalia termica è stata molto più elevata nell’Europa centrale (Francia, Germania, Polonia, ecc.) che nell’Europa mediterranea (Sud Italia, Spagna, Grecia, ecc.). Su scala nazionale, secondo le elaborazioni dell’ISAC-CNR, l’anomalia termica è stata di +3,30°C (figura 3), posizionando giugno 2019 al secondo posto tra i mesi più caldi dal 1800 ad oggi, con il Nord-Est tra le aree più calde del paese a differenza del Sud, dove il caldo è stato meno intenso perché influenzato dalle asciutte correnti Balcaniche che hanno reso il caldo molto più “piacevole”.
In particolare, a livello regionale, ci sono stati due differenti periodi:
- le prime due decadi con caldo intenso e afoso;
- la terza decade con caldo intenso ma secco.
I dati rilevati, evidenziano che dal giorno 6 fino al 19, tutte le stazioni del SAL hanno registrato una temperatura media giornaliera superiore ai valori stagionali, con surplus termici fino 7°C. Nei giorni più caldi, la temperatura media di molte località ha raggiunto i 27°C, la minima solo in pochi casi è scesa sotto i 20°C, mentre la massima ha quasi sempre superato i 35°C: caratteristiche queste, spesso frequenti nell’estate mediterranea. Nella terza decade, dal 24 al 29, un’altra ondata di caldo intenso è stata registrata; essa però, si è differenziata dalla precedente per non essere stata afosa. Durante il mese, l’evapotraspirazione media giornaliera ha raggiunto ovunque valori molto elevati, compresi tra 6 e gli 8 mm/giorno.
Dal punto di vista pluviometrico, se si escludono i temporali registrati nei primi giorni del periodo e qualche altro isolato episodio, giugno 2019 può essere definito “siccitoso”. Piogge per 30 mm sono state registrate nel Medio Agri e Basso Sinni, con eventi per lo più di tipo temporalesco, in alcuni casi associati alla grandine. Pertanto, la piovosità media regionale mensile è stata inferiore ai valori stagionali di circa il 40%.
E’ ovvio, che molte pratiche agronomiche hanno beneficiato di questa siccità, a cominciare dalla trebbiatura dei cereali, alla raccolta della frutta, fino ai trapianti delle ortive, per contro, l’eccesso di caldo ha sicuramente causato un aumento della cascola agli agrumi e un maggiore consumo idrico.
Dopo il gran caldo di giugno è arrivato anche quello di luglio; ondate di aria calda di origine africana hanno investito l’Europa e buon parte del nord Italia, tanto che luglio 2019 sarà ricordato come il mese più caldo a livello mondiale. A livello regionale invece, il clima è stato fresco con due distinti periodi:
- la prima decade con caldo intenso e temperature superiori ai valori stagionali;
- la seconda e parte della terza decade con temporali e temperature sotto media.
In buona sostanza, il caldo di giugno si è protratto solo nella prima decade di luglio, con una temperatura media di circa 28°C e massime anche di 39°C. Dal 10 al 23 c’è stata una fase molto perturbata che ha causato una “flessione termica” importante per l’arrivo di fresche correnti di origine balcanica che hanno mantenuto la temperatura al di sotto dei valori stagionali. Temporali, grandine e vento forte sono stati eventi molto frequenti (Bernalda (MT), Ginosa (TA) e Castellaneta Marina (TA)). Successivamente il quadro meteorologico è migliorato e il caldo è tornato a farsi sentire, anche se in maniera moderata e gradevole.
Dal punto di vista pluviometrico, con i numerosi temporali che hanno interessato tutta la regione, possiamo dire che luglio 2019 è stata più piovoso della norma; piogge superiori ai 70 mm sono state registrate nell’Alto Bradano (tabella n.1).
Da un punto di vista agronomico e fisiologico, queste ondate di calore possono aver causato dei danni alle colture, come “scottature” e/o stress idrici; i temporali invece, hanno agevolato moltissimo la lavorazione dei terreni.
Agosto, è stato un mese caldo e anche molto più stabile dei precedenti, con la temperatura spesso in linea con i valori stagionali e con poche piogge. In particolare:
- nei primi otto giorni del mese abbiamo registrato una sostanziale stabilità termica con valori massimi della temperatura che agevolmente hanno superato i 35°C mentre la temperatura minima, solo nelle aree più montuose, è scesa sotto i 15°C, nelle restanti località è stata prossima ai 20°C;
- tra l’otto e il quattordici, abbiamo avuto la fase più calda del mese, con surplus termico fino a 6°C rispetto dalla media; in questo periodo la temperatura massima ha superato i 40°C in molte località;
- da ferragosto fino agli ultimi giorni del mese, una leggera instabilità ha riportato la temperatura nella media stagionale, interrompendo la grande calura estiva.
In questo contesto l’evapotraspirazione media è stata di 6 mm/giorno, non dimenticando però, che nei giorni di maggior caldo ha raggiunto anche gli 8 mm.
Dal punto di vista pluviometrico, alcuni temporali sono stati registrati poco prima di ferragosto e verso la fine del periodo. Piogge per circa 30 mm sono state registrate nell’alto Bradano e zone montuose. Quantità queste, che evidenziano un agosto siccitoso nel Lagonegrese e Alta Valle dell’Agri rispetto alle restanti zone dove le quantità sono state in linea con la media, non dimenticando la natura stessa degli eventi che sottintende una elevata irregolarità territoriale.
Ad ogni buon conto l’estate 2019 ha fatto registrare nuovi record termici nei mesi di giugno e luglio sia in Europa che a livello mondiale; in Italia, la temperatura media estiva è stata infatti pari a +24,8°C, con anomalia termica rispetto alla norma 1961-90 di +2,5°C, con agosto caldo ma non da record (fonte: Giovanni De Luca, Meteo Giornale); elaborazioni confermate dall’ISAC-CNR, secondo cui l’anomalia termica rispetto al periodo 1981-2010 è stata di +1,76°C.
A settembre e ottobre, abbiamo registrato una elevata stabilità atmosferica e temperature nella media stagionale solo nel primo periodo, per poi superarle di 3°C nella seconda e terza decade in ottobre, quando l’alta pressione sul Mediterraneo ha portato la temperatura sui livelli “quasi estivi” almeno nelle ore centrali della giornata: le massime oltre i 25°C nelle zone costiere e le minime a 8-10°C. I giorni più caldi sono stati registrati dal 10 al 23 con temperature medie di oltre 20°C in numerose località del Metapontino e della Valle del Bradano. Questo periodo è stato molto siccitoso, eccetto qualche pioggia a carattere temporalesco sul versante tirrenico e aree interne, facendo segnare percentuali di deficit del 60% a settembre e del 90% in ottobre.
Tuttavia, l’andamento pluviometrico ha avuto qualche ripercussione negativa solo nelle aree interne e non irrigue mentre nelle restanti zone questa condizione di generale stabilità ha contribuito alla buona gestione agronomica e fitosanitaria delle colture, alla preparazione dei terreni per i cereali e alle operazioni (sia meccaniche che non) di raccolta del pomodoro, dell’uva e delle olive.
Dopo un prolungato periodo di siccità, in novembre sono tornate le piogge e il maltempo. Le precipitazioni più che abbondanti hanno causato danni ingenti all’agricoltura e alle infrastrutture, non solo per la quantità ma anche per l’intensità oraria. La perturbazione più intensa è stata registrata dal 10 al 12 ed ha interessato maggiormente il Metapontino e la citta di Matera. Quantità elevate di pioggia sono state registrate anche sul versante tirrenico (Nemoli 380 mm, Maratea 273 mm) mentre nelle restanti zone la quantità è stata compresa tra 180 mm delle Valle dell’Agri fino ai 100 dell’Alto Bradano (tabella 1) il che ha determinato un surplus pluviometrico che mediamente ha superato il 100% con punte del 200% a Policoro che si ricorda essere stata interessata da una tromba d’aria e da un forte temporale il giorno 12.
Dal un punto di vista termico invece, il trend di caldo non si è fermato a causa dello scirocco che risalendo dal Tirreno e/o dallo Ionio ha investito la regione; anche in questo mese il numero di giorni con la temperatura al di sopra dei valori stagionali è stato nettamente superiore (fino a 25 giorni) a quelli sotto media, con uno scarto rispetto ai dati storici che ha raggiunto i 4°C. A livello nazionale secondo le elaborazioni dell’ISAC-CNR il surplus termico è stato di +1,33°C con ampie zone del sud Italia molto più calde rispetto al nord.
Dopo un autunno decisamente mite e piovoso, anche dicembre ha avuto caratteristiche più autunnali che invernali presentandosi nel complesso mite e molto piovoso sul versante tirrenico. Per quanto riguarda l’aspetto termico, in Basilicata le tre decadi sono risultate tutte sopra media, specie quella centrale, quando gli scarti dai valori stagionali hanno superato gli 8°C. Una prima e “timida” ondata di freddo stagionale si è avuta nei giorni 4 e 5 con la temperatura minima scesa poco al di sotto di 5°C nel Metapontino, in un contesto di generale condizione anticiclonica che ha causato una marcata inversione termica tra collina e fondovalle. Molto più intensa è stata l’ondata di freddo e neve che dal giorno di Natale ha interessato tutto il centro e sud Italia per gli afflussi di aria fredda provenienti dai Balcani; in quei giorni la temperatura minima è scesa sotto lo zero oltre che nelle aree interne ed in quota dell’Appennino anche nell’alto Bradano, area molto esposta alle fredde correnti Balcaniche (tabella n.1). Ad ogni buon conto, il mese si chiude con uno scarto positivo, rispetto ai valori climatici medi pari a +1,53°C per la stazione di Metaponto, dove il giorno più caldo è stato il 19, mentre quello più freddo è stato il 29. Per quanto riguarda la pioggia, la regione può essere suddivisa in tre grandi aree: la fascia Bradanica e il Metapontino mediamente con 40 mm caduti in 4 giorni piovosi, le aree interne e più in quota con circa 85 mm in 5 giorni piovosi e il versante tirrenico con oltre 200 mm in 7 giorni; valori record sono stati registrati a Nemoli con 374 mm in 8 giorni piovosi a seguire Rotonda con 263 mm in 10 giorni piovosi (tabella n.1). Pertanto, la piovosità di dicembre è stata mediamente inferiore ai valori stagionali, con percentuali comprese dal 20 al 50%, tranne per il versante tirrenico dove il surplus è stato del 70%. Tra gli eventi estremi ci sono da segnalare alcune giornate (13, 14, 20 e 21) con raffiche di vento forte e la tromba d’aria di Lauria il giorno 14.
Conclusione
In definitiva possiamo concludere che il 2019, almeno in Italia non è stato tra gli anni più caldi della storia, ma un anno che conferma il trend di crescita della temperatura (figura 1) e che ha evidenziato a livello europeo importanti differenze termometriche, specie nei mesi estivi, in quanto sono stati registrati dei record di temperatura molto più elevati nel nord Europa (Germania, Francia, Nord Italia, ecc.) che nel sud dell’Europa. A ciò deve aggiungersi l’elevata variabilità della distribuzione delle piogge nel corso dell’anno, con una preoccupante siccità invernale e primaverile soprattutto al nord Italia e con numerosi eventi estremi che necessitano attenzione e interventi strutturali specifici, in quanto gli scenari futuri prevedono un aumento sensibile dei rischi di siccità, ondate di calore estremo e altri eventi anomali che ci “obbligano” all’adozione di misure agroambientali al fine di ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici in agricoltura.
Infine, le anomalie climatiche del 2019 se inserite nel contesto degli ultimi 220 anni di storia climatica dell’Italia sono l’ennesima conferma che siamo in presenza di un cambiamento climatico importante che interessa l’intero pianeta e che si sta manifestando con numerosi eventi estremi a livello locale (grandinate primaverili, trombe d’aria). Del resto, numerosi sono gli appelli lanciati dagli esperti IPCC delle Nazioni Unite che invitano i leaders politici mondiali a intraprendere soluzioni politiche "rapide" per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C, appelli che purtroppo puntualmente vengono disattesi, come nell’ultima conferenza mondiale per il clima svoltasi a Madrid.