Carta e penna

Senza corpo né forma
didascalia.

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Data:Sun Mar 13 20:45:59 CET 2022

Nel '72, l'Unesco aveva "bucato". Nella sua definizione di Patrimonio culturale, all'articolo 1 della "Convenzione per la protezione del Patrimonio culturale e naturale" aveva parlato unicamente di beni materiali: i monumenti, i gruppi di costruzioni isolate o riunite, e i siti ne esaurivano il concetto.

Solo in seguito si cominciò a comprendere il valore dei beni senza corpo né forma. Ad alcune tappe contribuì in modo significativo anche l'Italia, che per esempio nel 1978 - col Ministero per i beni culturali e ambientali - pubblicava le prime schede per la catalogazione dei beni culturali folklorici, rappresentati anche attraverso aspetti intangibili, fra cui musica, narrativa, e festa. Poi fu la volta dell'antropologo abruzzese Alberto Mario Cirese, che nel 1988 formulò la definizione di “beni volatili” in aggiunta a quelli mobili e immobili. Nel 1989 l’Unesco tornò sull'argomento, con la "Recommendation for the Safeguarding of Traditional and Popular Culture",  un documento in cui si riconosceva per la prima volta l’importanza delle culture orali nell’ambito del patrimonio culturale dell’umanità. 

Ma dovranno passare molti anni ancora per arrivare alla Convenzione Unesco "per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale" del 2003, in cui il “patrimonio culturale immateriale” finalmente traduceva e introduceva l’inglese Intangible Cultural Heritage (ICH), che per noi diventava PCI. Il patrimonio culturale immateriale diventavano "...le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how […] che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi...". L'Italia però non riusciva ancora, nel suo Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004, a rompere il blocco e a vedere le "non-cose", e solo nel 2007 ratificava la Convenzione Unesco del 2003. Un punto di partenza, quella ratifica, più che un punto di arrivo, perché affidava alle comunità il compito di proporre il riconoscimento dei beni immateriali da esse stesse individuati.

Da quel momento, tuttiavia, nell'accezione comune il patrimonio culturale immateriale diventa un fatto sociale, riferito alle comunità che lo vivono e un tutt’uno con le memorie, le tradizioni, le innovazioni, i processi, le fonti. Non una congerie, ma cellule vive e differenziate di un sistema organico e armonioso che si è evoluto in quello specifico contesto. Che ha edificato i paesaggi rurali, di cui tratta il Focus di questo numero 107 di Agrifoglio, con la nascita e la trasmissione di saperi strettamente connessi con la loro conservazione, con comportamenti e ritualità, nel difficile equilibrio artificiale tra uomo e natura.

Agrifoglio n. 107 - gennaio-febbraio 2022

Temi
Autori
Sergio Gallo

Dirigente ALSIA

Le donne vittime di violenza e stalking attraverso il numero verde 1522, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari opportunità, attivo 24 ore su 24 e accessibile da tutto il territorio nazionale, possono chiedere aiuto e sostegno nonché ricevere informazioni. L'assistenza telefonica consente un graduale avvicinamento ai servizi con assoluta garanzia di anonimato.
Il Comitato Unico di Garanzia dell' ALSIA