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Agroecologia e multifunzionalità: sistemi rurali in transizione

In Basilicata riconosciuto il Distretto agroecologico delle Murge e del Bradano, e nell’area interna Alto Bradano si lavora al biodistretto
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Data:26 Oct 2021

La finalità dell’agroecologia è quella di riprogettare l'intero sistema agricolo nella sua complessità compresa quella umana, rendendolo più sostenibile nelle tre caratteristiche: ambientali, sociali ed economiche.

L’agroecologia è in grado di avviare la transizione degli agroecosistemi secondo un approccio bottom-up (dal basso verso l’alto) che, nel suo stadio più maturo, arriva a costruire un nuovo sistema agroalimentare basato sui principi di partecipazione, equità, giustizia e valorizzazione della filiera corta. Si tratta di un processo che, se opportunamente sostenuto, arriva a incidere sui territori, modificando il modo in cui le comunità e le reti di portatori di interesse interagiscono con diversi elementi del paesaggio, come gli oggetti naturali e agricoli. A livello territoriale si pone quindi il problema di garantire che le pratiche diventino azioni di valore per la conservazione dell’ambiente e che si integrino nel processo trasformativo del sistema agroalimentare locale attraverso idonee strutture di governance idonee che coinvolgono attori e stakeholder, anche impegnati in settori distanti dall’agricoltura, attorno ai valori condivisi che li caratterizzano.

L’approccio agroecologico riconosce la dimensione multifunzionale dell'agricoltura dove le imprese, contemporaneamente, contribuiscono alla produzione alimentare ma anche alla protezione ed alla riproduzione delle risorse naturali, all’occupazione e ad uno sviluppo equilibrato del territorio. La multifunzionalità costituisce un’affermazione di principio sostenuta dall’Unione europea, da Agenda 2000 ad oggi, ed è una visione dell’agricoltura per la quale la tutela ambientale, l’identificazione dei prodotti, il benessere animale non sono considerati vincoli ma potenziali vantaggi economici per le imprese. L’approccio agroecologico facilita inoltre il progresso verso una vasta gamma di obiettivi di sviluppo equo e sostenibile adottando un'ampia varietà di tecnologie, pratiche e innovazioni, comprese le conoscenze locali e tradizionali nonché la gestione integrata delle risorse naturali e tra queste l'agricoltura biologica.

Le pratiche agroecologiche possono contribuire alla costruzione di una coscienza socio-ambientale, a una gestione più sostenibile del suolo, all'aumento dell'agrobiodiversità, al miglioramento della salute e del reddito, così come un maggiore accesso ai canali di commercializzazione.

Per ragioni storiche l’agroecologia in Italia è strettamente connessa allo sviluppo dell’agricoltura biologica, anche se quest’ultima rappresenta solo uno dei tanti modelli produttivi a cui l’agroecologia può essere ricondotta. In un biodistretto le pratiche agroecologiche si coniugano alla promozione del territorio e alla realizzazione del suo potenziale economico, sociale e culturale. Il distretto biologico, si pone l’obiettivo di assicurare la produzione di cibo nel rispetto dell’ambiente, della salute e dei diritti degli agricoltori e dei consumatori favorendo la costituzione di reti tra gli attori locali via via più ampie così da trasferirne i principi a tutte le attività del territorio. Tra le funzioni del biodistretto anche istruire la cittadinanza sulle relazioni tra agricoltura, cibo, salute e ambiente, sensibilizzandola al consumo dei prodotti biologici locali, alle tematiche ambientali e sociali e all’acquisizione di stili di vita basati su partecipazione, condivisione e sostegno delle iniziative intraprese.

In Basilicata, l’area interna Alto Bradano (Acerenza, Banzi, Forenza, Genzano di Lucania, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, San Chirico Nuovo, Tolve) nell’ambito della Strategia Aree interne (SNAI) sta lavorando per la costituzione del biodistretto che sarà finanziato con azioni legate a diverse sotto-misure del PSR 2014-2020, secondo uno schema temporale in grado conseguire gli obiettivi programmati per step successivi.

Ormai le conoscenze, le competenze e le tecnologie per le transizioni sono disponibili ma ciò che conta è che vi siano comunità locali consapevoli e decisori politici interessati ad avviare il cambiamento. In Basilicata, nel luglio 2020 è stato riconosciuto il Distretto agroecologico delle Murge e del Bradano, che si estende su una superficie di circa 250 mila ettari. Ai comuni situati tra le Murge pugliesi (Altamura, Spinazzola, Gravina in Puglia, Minervino Murge, Poggiorsini, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle, Ginosa e Laterza) si aggiunge anche tutta la parte lucana: Matera, Montescaglioso, Metaponto, Pomarico, Miglionico, Grottole, Tricarico, Irsina, Tolve, Cancellara, Pietragalla, Genzano di Lucania, Banzi, Palazzo San Gervasio, Acerenza, Oppido Lucano, Grassano e Bernalda. Il filo conduttore dell’iniziativa è quello di creare sviluppo sociale tramite le risorse naturali e i saperi dell’intero territorio coinvolto, anche nel valorizzarlo e creare economia per le generazioni future. Il distretto agroecologico delle Murge e del Bradano ha messo in rete aziende agroalimentari, associazioni di consumatori, associazioni di categoria, università, ambiti religiosi, operatori turistici associazioni sociali, culturali ed ambientali, movimenti, mondo della formazione, della ricerca e dell’informazione e cittadini tra Puglia e Basilicata per collaborare su un processo di sviluppo locale basato sulla sostenibilità e sulla partecipazione. 

Nei due sistemi distrettuali indicati, le aziende agricole e agroalimentari assumono ruoli inediti di serbatoio di ricchezze tangibili e intangibili: si organizzano, lavorano e offrono lavoro, fanno ricorso a risorse umane e tecniche, definiscono e condividono obiettivi e programmi nella logica della sostenibilità.

L’adozione di tali modelli di sviluppo basati su approcci più innovativi, multifunzionali, creativi e potenzialmente più efficaci sono richiesti dalla PAC 2023-27 per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di sostenibilità dei sistemi agroalimentari. La PAC attraverso il Green Deal (CE, 2019) e la strategia Farm to Fork (CE, 2020), attribuisce infatti un posto di primo piano all’incremento della sostenibilità del settore agricolo, che, insieme allo sviluppo economico e sociale delle aree rurali e alla competitività delle aziende agricole, dovrebbe contribuire in maniera più efficiente al raggiungimento degli obiettivi ambientali e climatici dell’Unione europea.

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Autori
Maria Assunta  D’Oronzio

CREA Politiche e Bioeconomia – Unità di Potenza

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