Dopo la chiusura del Trilogo, cioè il confronto istituzionale a tre tra Commissione, Parlamento e Consiglio europei, che ha visto quasi tre anni di trattative per giungere a definire i contorni della futura PAC, la Politica Agricola Comunitaria, il Consiglio AGRIFISH del 28 giugno 2021 a Bruxelles ha dato il via libera definitivo alla proposta di riforma della PAC post 2020, o meglio post 2022, visto che quella 2014-2020 è stata estesa fino al 2022 con le stesse regole.

Dopo i necessari aggiustamenti ed approfondimenti, il voto finale è previsto per l’autunno 2021 e i regolamenti potrebbero arrivare già entro la primavera del 2022, per permettere agli agricoltori di fare le proprie scelte per il periodo 2023-2027.

Oltre ad una attenzione particolare ai cambiamenti climatici, alla tutela dell’ambiente e della salute, obiettivi che si perseguiranno attraverso una “Condizionalità rafforzata” (obbligatoria) e l’adesione volontaria incentivata agli “Eco-schemi”, una novità imporante dell’architettura della nuova PAC sarà la cosiddetta “Condizionalità sociale”, voluta per tutelare i diritti dei lavoratori in agricoltura. Da quanto si può leggere nei primi documenti di sintesi, dovrebbe infatti essere previsto un sistema automatico di riduzione dei pagamenti diretti per gli agricoltori che vengano sanzionati dagli organi di controllo per violazione di norme sul lavoro.