L'Italia non modificherà il valore dei titoli PAC per il 2020 e il 2021
Il 19 febbraio scorso il MIPAAF ha comunicato alla Commissione Europea la rinuncia alla convergenza. Per il 2022 si deciderà ad agosto
Data : Fri Feb 26 08:57:00 CET 2021
Il MIPAAF, il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, non modificherà il valore dei titoli PAC - la Politica Agricola Comune - che rimarranno allo stesso valore del 2019 anche per il 2020 e il 2021. La decisione di non continuare la cosiddetta convergenza, che ha sorpreso osservatori ed operatori, è stata comunicata il 19 febbraio scorso alla Commissione europea e riguarderà appunto il 2020 ed il 2021. Per l’anno 2022 ci sarà un altro pronunciamento entro il 1° agosto 2021.
Il Regolamento “transitorio” n. 2220 del 2020, che ha esteso le norme della PAC 2014-2020 fino al 31/12/2022, aveva lasciato agli Stati membri la decisione sul proseguimento del processo di convergenza del valore dei diritti di aiuto in base ai quali gli agricoltori ricevono i pagamenti diretti della PAC (i cosiddetti “titoli”). Si tratta del meccanismo, fermo al 2019, di avvicinamento del valore dei titoli di tutti gli agricoltori al valore medio nazionale (in Italia 217,64 €/ha) attraverso incrementi dei valori più bassi e riduzioni di quelli più alti della media.
Nei considerando del Regolamento transitorio, l’UE raccomandava fortemente il proseguimento della convergenza specialmente nei Paesi dove le differenze di valore dei titoli tra gli agricoltori fossero molto accentuate. La scelta del MIPAAF ha quindi destato non poche perplessità tenendo presente che in Italia, dopo 5 anni di applicazione della convergenza parziale adottata con il cosiddetto “modello irlandese”, le differenze di valore tra i titoli sono ancora enormi. Si passa infatti dai titoli più bassi di 119 €/ha a casi estremi di oltre 40.000 €/ha, legati a valori storici acquisiti ad esempio grazie a premi accoppiati per tabacco, barbabietola, olivo o zootecnia nelle scorse programmazioni. Con il paradosso che anche chi abbia ormai abbandonato da anni queste produzioni continui a percepire certi importi grazie al disaccoppiamento totale.
Altri 2 anni di convergenza - dicono gli osservatori - avrebbero probabilmente permesso di rendere un po’ più equa la distribuzione dei pagamenti diretti in Italia, riducendo differenze non più giustificabili con gli attuali principi della PAC.
Nicola Liuzzi