Cinghiali: nel Parco Murgia Materana attivi i chiusini per la cattura
Al via il programma Ingreenpaf della Regione Basilicata. Rosa: "E' una misura di prevenzione rispettosa dell'ambiente"
Data : Wed Jul 08 10:24:00 CEST 2020
Per contenere i danni provocati dai cinghiali, l’Ente Parco della Murgia Materana ha scelto una modalità di cattura non cruenta, collocando una serie di chiusini che consentiranno di prendere gli animali vivi.
Il progetto, realizzato nell’ambito del programma regionale Ingreenpaf finanziato dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, è stato illustrato nella sede operativa del Parco dei Monaci dal presidente dell’Ente Parco, Michele Lamacchia, all’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa. Presente, tra gli altri, il consigliere regionale Giovanni Vizziello.
“Sono stati realizzati undici chiusini – ha fatto sapere Lamacchia - che in accordo con l’associazione dei proprietari si è provveduto a posizionare presso le aziende agricole presenti nel territorio”.
La presentazione del progetto ha coinciso con l’avvio dell’attività di cattura.
“Gli addetti dell’Ente Parco- ha spiegato Lamacchia- provvederanno, di sera, ad innescare e armare i chiusini distribuendo internamente granaglie di vario genere, in particolare mais particolarmente gradito dagli ungulati, ed effettueranno il controllo sulle catture nella prima mattinata dei giorni successivi provvedendo a comunicare al Centro operativo insediato a Parco dei Monaci il numero e la tipologia degli animai catturati. La ditta responsabile del trasferimento degli animali catturati provvederà al trasferimento degli stessi presso strutture di macellazione o aziende agricole faunistico venatorie”.
“La Regione – ha dichiarato l’assessore Gianni Rosa - ha finanziato per ogni Parco 100 mila euro per l’installazione di chiusini destinati alla cattura dei cinghiali. A Matera l’Ente Parco ha già provveduto all’installazione e attivazione delle gabbie per la cattura non cruenta degli animali, per lanciare questo messaggio ai lucani: prevenzione, cattura dei cinghiali e, speriamo, minori danni all’agricoltura. Si tratta di una attività di prevenzione che non è risolutiva rispetto al problema, ma è una prima azione concreta per contrastare un fenomeno ormai dilagante”.
M. Agata