Basilicata, a marzo l'inverno rigido si è fatto ancora sentire

Danni da gelo nel Lavellese e nelle vallate dell'Agri e del Cavone. Il commento climatico del mese scorso, secondo i dati del Servizio Agrometeorologico Lucano dell'ALSIA

Data : Fri Apr 16 16:34:00 CEST 2021

Nel mese di marzo abbiamo registrato giorni dal sapore primaverile, ma anche un lungo periodo invernale. Infatti, possiamo dire che la prima decade sia stata nella norma, la seconda e buona parte della terza piuttosto fredde, mentre gli ultimi giorni sono stati primaverili.

A livello globale l’anomalia termica di marzo è stata ridotta, e pari a +0,26 °C rispetto alla media del periodo 1991-2020, con buona parte dei paesi Europei e del Mediterraneo in linea con la media o addirittura leggermente al di sotto (fig. 1). Infatti, secondo le elaborazioni dell’ISAC-CNR, in Italia l’anomalia termica è stata negativa (-0,10°C) con una distribuzione relativamente uniforme tra le varie regioni (fig. 2).

 

Fig. 1 Anomalie in Europa di marzo 2021 (Fonte: Copernicus Climate Change Service/ECMWF)

 

Fig. 2 Anomalia termica della temperatura media di marzo 2021 in Italia (Fonte: ISAC-CNR)

Come già anticipato, in Basilicata la situazione climatica ha avuto fasi molto diversificate tra loro, poiché nei primi 10-12 giorni abbiamo avuto un andamento della temperatura in linea con i valori stagionali e quindi con lievi oscillazioni da essa, con giornate in cui le massime giornaliere hanno raggiunto anche i 20°C. Poi, dal 16 al 24 del mese, un flusso di aria fredda ha investito il sud Italia, e oltre ad una importante riduzione della temperatura che ha portato neve a quote collinari (7/800 m slm), si sono verificate gelate a bassa quota. Come si evince dalla tabella n.1, le temperature minime sono state rigide non solo nelle aree interne ma anche nell’Alto Bradano e nella Collina Materana, che per ovvi motivi geografici, vista la natura delle correnti, sono state direttamente investite dalle correnti balcaniche. Per fortuna l’ondata di aria fredda nel Metapontino non è stata particolarmente “severa”, tranne in alcune località lungo le basse valli dell’Agri e del Cavone, dove la minima è scesa oltre -2.5°C mentre nelle restanti zone i valori sono stati sempre positivi. Poi, per fortuna, verso la fine del mese la situazione meteorologica è cambiata e la prevalenza delle correnti meridionali, e la scarsa nuvolosità ha permesso alla temperatura diurna di superare i 20°C anche nelle aree interne e più in quota (tabella n. 1).

Tabella n. 1 Dati medi mensili di marzo 2021 (Fonte Servizio Agrometeorologico Lucano – ALSIA)

 

t med °C

t min °C

t max °C

ur med %

ur min %

ur max %

Prec mm

Et0 mm

Metapontino

9,6

-0,1

22,0

69,4

28,0

97,9

45,6

4,9

Collina Materana

8,5

-1,3

21,3

66,7

23,6

94,6

46,7

4,7

Vulture 
e Alto Bradano

7,5

-1,9

20,7

70,7

24,3

96,7

70,2

4,5

Medio Agri
e Basso Sinni

8,6

-2,1

21,5

69,7

24,6

98,3

66,9

4,8

Sub Appenino
e Alta Valle dell’Agri

5,1

-4,6

18,5

68,5

16,1

95,0

63,6

4,2

Mercure
e Lagonegrese

8,9

0,4

21,0

70,7

22,7

99,3

89,3

4,5

Dal punto di vista pluviometrico, marzo non è stato molto piovoso (tabella n. 1). Quantità inferiori ai valori stagionali sono state registrate in tutta la regione per una media di circa il 25%, con alcune eccezioni, come la valle del Bradano in cui vi è stato un surplus del 20% (fig. 3).

Fig. 3 Pluviometria media della Basilicata nel mese di marzo (Fonte: Servizio Agrometeorologico Lucano - ALSIA)

In definitiva, l’andamento meteorologico di questo primo mese primaverile ha evidenziato caratteristiche ancora tipiche della stagione invernale, poiché l’alternanza di giornate miti ad altre molto più fredde ha certamente causato danni da gelo alle drupacee nel Lavellese e nelle vallate più fredde del Metapontino, come quelle dell’Agri e del Cavone, mentre nelle restanti aree si registra solo un rallentamento dei processi fenologici.

Nel caso delle colture protette come la fragola, le giornate di freddo hanno per fortuna causato danni alla produzione molto limitati e solo un ritardo nei processi di maturazione.

Infine, per quanto riguarda la pioggia, pur se caduta in quantità inferiore alle medie del periodo, è stata particolarmente utile nelle aree interne e non irrigue coltivate a cereali rispetto alle zone più fertili, che si avvantaggiano meglio delle abbondanti piogge della stagione invernale.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul portale Alsia (www.alsia.it), nelle sezioni temi e servizi.

Emanuele Scalcione, Pietro Dichio, Giuseppe Fabrizio

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