2023, l’analisi climatica dell’anno più caldo della storia meteorologica

Gli effetti che gli eventi anomali hanno avuto sull’agricoltura mediterranea e della Basilicata. Le elaborazioni statistiche effettuate dal Servizio Agrometeorologico Lucano dell'ALSIA

Lago Pertusillo

Lago Pertusillo

Data : 23 January 2024

Sia a livello mondiale, sia a livello nazionale, il 2023 è stato l’anno più caldo della storia meteorologica. A confermarlo sono le elaborazioni del progetto Copernicus e le elaborazioni ISAC-CNR. Elevate variabilità termiche e pluviometriche che nel corso dell’anno sono state registrate a livello nazionale e locale. Infatti, la persistenza sul Mediterraneo dell’anticiclone nord africano durante il periodo estivo, autunnale e inizio inverno, ha causato numerose ondate di caldo anomalo, facendo salire la temperatura al di sopra delle medie stagionali. A ciò vanno aggiunte le abbondanti piogge primaverili, insieme ad alcuni eventi alluvionali che per fortuna non hanno causato molti danni in Basilicata ma, d’altro canto, hanno consentito di far fronte con relativa facilità alla prolungata siccità estiva ed autunnale. Pertanto, a livello regionale, si conferma la modifica del regime pluviometrico con una distribuzione delle piogge differente rispetto al passato, in cui si registra una sostanziale parità per quanto riguarda la quantità e la media annuale ma un aumento dell’attività temporalesca e degli eventi anomali.

Dal punto di vista agronomico, le fresche temperature del periodo primaverile hanno avuto effetti negativi sul calendario di maturazione delle primizie (drupacee), con ritardi fino a otto giorni, mentre hanno avuto effetti positivi sul calendario di raccolta della fragola allungandolo e migliorando la qualità delle produzioni. Diffuse sono state le criticità legate all’asfissia radicale e alla spaccatura dei frutti (cracking) che hanno aumentato i problemi fitosanitari (peronospora, muffe, ecc.). Nel caso dei cereali, ma soprattutto per le colture foraggiere, ci sono stati evidenti problemi di qualità, oltre a quelli fitosanitari, mentre per i trapianti delle ortive (pomodoro, melone, anguria, ecc.) ci sono stati dei ritardi a causa delle frequenti piogge. Nel periodo estivo e autunnale i problemi sono stati esattamente opposti: a causa della prolungata siccità anche l’olivo non irriguo è stato messo a dura prova, oltre ai problemi fisiologici legati alle elevate temperature estive. Nello stesso tempo però, le buone condizioni meteorologiche hanno consentito un agevole svolgimento delle operazioni colturali di stagione (raccolta delle olive e degli agrumi, la semina dei cereali e delle foraggiere). Lo stesso dicasi per i trapianti delle ortive autunno-vernine che, ovviamente, hanno richiesto alcuni interventi irrigui di soccorso. Tuttavia, le “timide” ondate di freddo, seppure improvvise e non costanti, hanno favorito la colorazione degli agrumi e probabilmente anche il loro contenuto zuccherino, come anche i consumi delle verdure invernali limitati da un andamento climatico mite. Infatti, la scarsa quantità di freddo sinora cumulato, sta creando qualche preoccupazione per un probabile risveglio anticipato o per il mancato soddisfacimento dei fabbisogni fisiologici, almeno per le specie più esigenti, come l’actinidia. Però non dobbiamo dimenticare che in Basilicata il freddo intenso arriva molto spesso a gennaio e febbraio, come del resto è accaduto negli anni passati, per cui è presto allarmarsi ma è anche necessario prendere atto che la quantità di freddo cumulato nel mese di dicembre degli ultimi anni è stato sempre molto modesto.

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Emanuele Scalcione, Pietro Dichio, Giuseppe Fabrizio

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