Sharka delle drupacee, i primi sintomi sui fiori

E’ in piena fioritura il momento dell’anno più importante per individuare le piante infette da PPV
didascalia.

Screziature ed anellature su fiori di pesco infetti da sharka (PPV).

Data:Mon Mar 01 18:45:04 CET 2021

La sharka o vaiolatura (indotta da PPV=Plum Pox Virus) è ormai endemica in Basilicata. Come per alte virosi vegetali, l’unica strategia possibile è la convivenza, utilizzando varietà tolleranti nei nuovi impianti e ricorrendo al controllo attento dei sintomi di campo per eliminare le piante infette.

Si ricorda che il materiale di propagazione è il mezzo di diffusione del virus della sharka più importante su lunga distanza e per questo sono estremamente importanti il controllo e la certificazione del materiale vivaistico. Quando, però, in un’area vengono introdotte delle piante infette, la diffusione in campo a partire da questi focolai è dovuta prevalentemente agli afidi vettori.

In Basilicata sono diffusi endemicamente sia il ceppo D (diderot), più aggressivo su albicocco, che il ceppo M (marcus), più virulento ed aggressivo sulla maggior parte delle cultivar di pesco ed alcune varietà di albicocco. Nelle aree dove la diffusione dell’infezione è ancora bassa, per tentare di contenere o eradicare il ceppo M in pescheti di pieno campo, è necessario eseguire almeno 2-3 controlli visivi durante la stagione vegetativa (fioritura, foglie sviluppate, frutti) e rimuovere tempestivamente le piante sintomatiche.

Si ribadisce che per la sharka non esistono rimedi “curativi”, nonostante non manchino "venditori di fumo" e agricoltori pronti a dar loro credito (e soldi) invece che affidarsi alla serietà di scienziati e tecnici. Il controllo della malattia, al contrario, è possibile solo con mezzi preventivi che essenzialmente consistono nell’uso di materiale vivaistico esente da virus (e la corretta certificazione ne dà garanzia) e nel monitoraggio scrupoloso dei campi, per la tempestiva individuazione ed eradicazione dei focolai di infezione.

Il monitoraggio del territorio è compito dei Servizi fitosanitari regionali ma è importante che i coltivatori ed i tecnici che supportano le aziende siano consapevoli del grave pericolo che l’infezione di sharka può rappresentare per il patrimonio frutticolo di un intero comprensorio e che esaminino accuratamente e periodicamente le piante al fine di individuare l’eventuale presenza di sintomi su fiori, foglie e frutti.

Sui peschi infetti delle varietà a fiore rosa (e solo su questi) è possibile osservare dei sintomi fiorali consistenti in tipiche screziature di colore dei petali che presentano striature rosa carico su fondo rosa chiaro o anellature più o meno irregolari. Le screziature fogliari non sono sintomi esclusivi della sharka ma, in aree dove la virosi è presente, la loro comparsa rappresenta un serio campanello di allarme.

Il rilevamento dei sintomi sui peschi in fioritura è strategico perché la massa vegetale da osservare è ridotta e le rotture di colore sono abbastanza evidenti. Inoltre, con la conferma dell’infezione mediante una precoce diagnosi di laboratorio, è possibile eliminare le piante infette prima che inizino i voli degli afidi, vettori del virus.

Nel periodo della fioritura, pertanto, si raccomanda agli agricoltori di fare molta attenzione ai sintomi fiorali e, nel caso di sospette infezioni, di rivolgersi tempestivamente al Servizio fitosanitario regionale che provvederà ad eseguire gli opportuni accertamenti diagnostici. Eventuali campioni da sottoporre ad analisi, potranno essere costituiti da rametti con i fiori screziati. I campioni potranno essere conservati per una giornata a temperatura ambiente, immergendo la base dei mazzetti in acqua, o in frigorifero a 3-4° C. E’ da evitare, invece, il congelamento dei campioni.

 

Agrifoglio n. 101 -  

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