Focus

Gestione sostenibile degli habitat prativi di Direttiva Habitat (92/43) in Basilicata e tutela dell’attività apistica

Fondamentali gli strumenti di governance dei Siti Natura 2000 perché la tutela della biodiversità diventi “pratica” usuale
didascalia.

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Data:Sat Apr 30 12:22:00 CEST 2022

All’interno del Report di ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, “Il declino delle api e degli impollinatori” (2020) si legge che “il degrado e la scomparsa di habitat sono fra le maggiori cause di perdita complessiva di biodiversità a livello mondiale e costituiscono una delle minacce principali anche per le popolazioni di impollinatori”, come sostenuto nel 2018 dalla Commissione Europea nella Comunicazione relativa alle iniziative della UE a favore degli impollinatori. La frammentazione e la modifica degli habitat ha un impatto significativo sul rapporto pianta-impollinatore, andando ad influire in maniera diretta sia sulla presenza di specie vegetali all’interno di essi che sulla tipologia delle stesse, a scapito di quelle maggiormente “utilizzate” dagli insetti pronubi, favorendo spesso l’ingressione di specie alloctone, fonte di rilevanti squilibri ecositemici. In tale contesto vanno ad inserirsi cambiamento, consumo e perdita di suolo (agricoltura, costruzioni residenziali ed industriali), che sono causa, ogni anno, di ingenti perdite economiche in termini di servizi ecosistemici tra cui spicca quello dell’impollinazione.

Fortemente correlati all’attività apistica, in Basilicata vi sono gli habitat di prateria semi-naturali, a carattere prioritario, riconducibili a quelli inseriti all’interno dell’Allegato I della Direttiva Habitat quali il 6210(*), “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*notevole fioritura di orchidee)” (Figura 1) ed il 6220*, “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”: le attività agricole tradizionali a basso impatto ed il pascolamento gestito in maniera sostenibile contribuiscono al mantenimento di tali cenosi, pur se in alcuni casi si rinviene un rischio potenziale in relazione ad attività agricole, silvicolturali e zootecniche non sempre sostenibili, soprattutto in settori territoriali della Basilicata caratterizzati da un tipo di agricoltura intensivo.

Con il Programma Rete Natura 2000 Basilicata messo in campo dalla Regione Basilicata, sono stati definiti le Misure di Tutela e Conservazione (DGR n. 951/2012 e ss.) ed i Piani di Gestione (D.G.R. n. 1492/2015 e ss.) dei Siti di Interesse Comunitario (SIC) che, in funzione di ciò, si sono evoluti in Zone Speciali di Conservazione (ZSC). 

In particolare, si rinvengono molte Misure di Tutela e Conservazione (MTC) che interessano gli habitat 6210* e 6220*, strettamente correlate anche all’attività di impollinazione da parte delle api. Tra le MTC generali, riguardanti cioè tutti i Siti della Rete Natura 2000, tra quelle maggiormente legate all’aspetto trattato si rinvengono:

  • conservazione degli elementi naturali e seminaturali nel paesaggio rurale;
  • incentivazione per il ripristino e mantenimento delle tradizionali attività di pascolo in coerenza con gli obiettivi di conservazione;
  • Incentivazioni per il mantenimento di prati sfalciati connessi al divieto di trasformazione ad altre tipologie di coltivazione;
  • monitoraggio permanente nelle aree vulnerabili di potenziali contaminanti ambientali di origine agricola (nitrati, fosforo, prodotti fitosanitari e fitofarmaci);
  • monitoraggio dello stato di conservazione e della consistenza demografica delle Orchidaceae (Figura 2) presenti nei siti RN2000.

Vi sono poi MTC individuate in maniera peculiare per alcune ZSC della Rete Natura 2000 (MTC Sito-specifiche) tra cui si riportano:     

  • incentivazione delle pratiche agropastorali di tipo tradizionale, atte a favorire la conservazione degli habitat seminaturali (ZSC Valle del Noce);
  • limitazione temporale del pascolo nelle aree con presenza di lepidotteri di interesse conservazionistico (ZSC Murge di Sant’Oronzio);
  • promuovere la rotazione delle aree di pascolo prevedendo un carico di bestiame di 0,10- 0,25 UBA/ha/anno in bosco in relazione agli habitat al loro stato di conservazione (ZSC Dolomiti di Pietrapertosa);
  • monitoraggio della produttività, della composizione floristica e del carico in UBA delle aree a pascolo (ZSC Lago Duglia, Casino Toscano, Piana di San Francesco);
  • recupero e tutela dei prati e pascoli. Definizione del carico massimo ammissibile di bestiame (UBA/ha/anno) in relazione ai differenti habitat (ZSC Lago Duglia, Casino Toscano, Piana di San Francesco)

Da quanto esposto, risulta chiaro come gli strumenti di governance dei Siti Natura 2000 risultano di fondamentale importanza per la tutela degli habitat di prateria ove venga attuato l’inserimento delle stesse all’interno degli strumenti pianificatori a diverso livello territoriale, perché la tutela della biodiversità diventi “pratica” usuale finalizzata al benessere comune.

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Agrifoglio n. 108 - marzo-aprile 2022

Temi
Autori
Maria Pompili

Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura, Direzione Generale Ambiente, Territorio e Energia – Regione Basilicata

Antonella Logiurato

Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura, Direzione Generale Ambiente, Territorio e Energia – Regione Basilicata

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