Carta e penna
Rosso e infrarosso
Data:Tue Jun 30 16:57:00 CEST 2020
Il rosso è vivace, fiero, ed è il colore dell’eros, della passione, dell’affetto più profondo. Tra i primi colori, forse, che i bambini possano percepire, mentre i tintori medievali faticavano a riprodurlo in modo che durasse. Il rosso è arte, religione, cultura, incanto e perdizione. Nei secoli ha assunto i significati più diversi, cadendo persino in qualche modo in disgrazia, dopo che nel XIX secolo il bianco fu associato indissolubimente alla Vergine.
Il rosso è anche il primo colore dell'arcobaleno, come ci hanno insegnato a scuola. Perfettamente visibile, ne stacca nettamente l'elegante sagoma arcuata sul grigio-azzurro del cielo e delle nuvole, dopo la pioggia. Prima di quel rosso, l'infrarosso. L'invisibile. "Radiazione elettromagnetica emessa da ogni corpo caldo, anche dall'uomo". "Invisibile", proprio come si sente un immigrato, che in mezzo a quel rosso dei campi di pomodoro lavora da anni, assicurandocene la raccolta. Ma troppo spesso è dimenticato nei diritti più elementari, mentre cerca di sottrarsi all'infamia del caporalato.
Il provvedimento del Governo a maggio, in piena emergenza sanitaria da Covid-19, ha promosso una potente regolarizzazione degli invisibili, anche in previsione della campagna pomodoro: "80mila immigrati hanno già fatto domanda", ha detto in questi giorni la ministra Bellanova, che ritiene in futuro necessario allargare il provvedimento ad altri settori. "Ma le misure non sono sufficienti", ribatte lo straordinario attivista sociale e sindacale italo-ivoriano Aboubakar Soumahoro, per il quale la "società reale" è cosa diversa da quella discussa e approvata ai banchi del Governo, e gli invisibili sono ancora tali.
Invisibili, ma sempre utili, per certi scopi. Lo sanno bene i 200 braccianti agricoli, ridotti quasi in schiavitù, e oggetto del traffico di manodopera sgominato qualche settimana fa dalla Guardia di Finanza tra Basilicata e Calabria.
Rosso e infrarosso, visibile e invisibile. La stagione è iniziata, e dobbiamo guardare oltre quell'arcobaleno.