Carta e penna
Nulla, come una goccia?
Data:Fri May 29 16:52:57 CEST 2020
Non smette mai di sorprendermi, quel guizzo luminoso che compare a volte negli occhi del tuo interlocutore. Se fai attenzione, lo riconosci. E' un attimo, ma si vede bene. Non c'entra l'età, o il genere, o la stanchezza. Quel brillìo ha a che fare con qualcosa che quella persona ha dentro. Un fuoco, una sorta di fuoco sacro. Allestito dalla curiosità e alimentato dalla conoscenza. Destinato, quindi, a non estinguersi mai.
Il fuoco.
E' quello che ho avuto il grande onore di cogliere nello sguardo di Joseph Coleman Carter - "il professor Carter, come lo chiamano tutti - quando venne a trovarmi per la prima volta in ufficio. Professore di archeologia dell'Università di Austin, nel Texas, e grande studioso e conoscitore della Chora di Metaponto. A Pantanello, nel Metapontino, nel sito più prestigioso dell'agricoltura e della agroarcheologia lucana dove ALSIA, Regione, e tanti enti di ricerca e istituzioni hanno concentrato, a ragione, la propria presenza.
Non è più giovanissimo, il professor Carter. Ma quel fuoco arde ancora. Mi parla di ciò che è stato trovato lì, proprio a Pantanello, sotto quello che è diventato il nostro più avanzato Centro di ricerche, il "Metapontum Agrobios", e nei siti immediatamente adiacenti. Tombe, semi antichissimi stoccati in "vasche" argillose e perfettamente conservati, e opere idrauliche magno-greche che studi durati oltre un quarto di secolo hanno permesso di riportare in 13 preziosi e rari volumi a stampa. Siti da tutelare, ricerche da valorizzare, storie da raccontare. Come farà un progetto dell'ALSIA.
L'acqua.
E' ciò che l'uomo ha sempre rincorso. Anche lì, a Pantanello. Per trattenerla, e servirsene. O per allontanarla, o almeno controllarla. Proprio come è stato fatto nel Metapontino nella seconda metà del secolo scorso, dove potenti idrovore hanno liberato quelle terre dalle paludi e le hanno consegnate, fertili, alle genti lucane. Una sorta di guerra dichiarata all'acqua. Quando è troppa, o quando è troppo poca. Una guerra senza fine.
Sembra poca cosa, vista così. Goccia dopo goccia. Nulla, praticamente. Ma se provassimo a interrogarla, quella goccia ci risponderebbe più o meno così:
Nulla, come una goccia? come si può paragonare una goccia al nulla? sono piccola è vero, ma sono l'essenza stessa di un miracolo. Ciò che per la scienza è un mistero, si fonde in me con semplicità assoluta.
Appena formata, neanche il sole può qualcosa contro di me: mi vaporizza in mille piccolissime parti, il vento prova a disperderle, il freddo a rattrappirle.
Ma io torno giù, inesorabilmente, insistemente. Trovo le mie sorelle, le abbraccio. Insieme percorriamo lunghi tratti: ruscelli, torrenti fiumi, raccogliendo profumi per l'onda. Diamo la vita, e a volte la togliamo. Siamo ispirazione, poesia, o maledizioni eterne. Siamo il ricordo, il vostro pensiero più dolce, o il vostro incubo peggiore.
Siamo il futuro, e la realtà, e la storia.
Ora ditemi, sono davvero nulla?