Studio delle gelate tardive nel Metapontino
Identificate le aree più a rischio
Data:Thu May 28 14:28:00 CEST 2020
Le gelate tardive rappresentano in frutticoltura una delle principali calamità naturali, la cui frequenza può aver subito dei cambiamenti a causa della variabilità climatica registrata negli ultimi anni. Gli impatti sull’economia e sulla produttività aziendale di una gelata possono essere molto rilevanti. Tuttavia, la vulnerabilità delle colture è molto legata alle caratteristiche genetiche della specie e della varietà, ma anche alla fase fenologica e alle pratiche agronomiche e colturali.
Le gelate tardive che interessano l’agricoltura italiana sono prevalentemente di tipo radiativo e provocano una perdita di calore per irraggiamento, ma talvolta ad esse si può associare un trasporto di area fredda e quindi diventano gelate per avvezione. In generale, è possibile affermare che la combinazione località-specie-cultivar costituisce la base nella definizione del rischio, mentre tutti gli altri elementi del sistema intervengono successivamente a limitare o alzare la soglia di rischio.
Il Metapontino, zona ad elevata intensità agricola della Basilicata e con spiccata variabilità orografica, presenta delle aree con elevata suscettibilità alle gelate tardive, ancor di più, vista la tendenza della moderna frutticoltura orientata verso cultivar precoci e/o precocissime di drupacee. L’individuazione di queste aree sono un supporto per la corretta valutazione del rischio nella programmazione di nuovi impianti, soprattutto quando è massima la vulnerabilità delle colture arboree come nella fioritura e/o allegagione. Del resto, l’inverno mite e siccitoso dell’anno 2020 ha determinato un anticipo di fioritura evidenziando un elevato rischio di gelate tardive che tra l’altro si sono verificate a più riprese negli ultimi giorni di marzo e nei primi di aprile.
Pertanto, in questo lavoro sono stati analizzati i dati di temperatura minima delle undici centraline elettroniche del Servizio Agrometeorologico Lucano dell’ALSIA ricadenti nell’area del Metapontino, nei mesi di febbraio, marzo e aprile del periodo 2000-2020, al fine di determinare la frequenza di gelate tardive. Le temperature minime giornaliere sono state raggruppate in tre classi:
- Valori < -2,1°C;
- Valori compresi tra -2 e -0,1°C;
- Valori compresi tra 0 e 1°C.
La percentuale media degli eventi gelivi nell’area oggetto di studio -calcolata in base al numero di giorni in cui la temperatura minima giornaliera, per un dato periodo, è compresa nelle tre classi di temperatura- è riportata in tabella n. 1.
Tabella n. 1. Percentuale media di giorni con temperature minime nel Metapontino
Mese |
T min <-2,1°C (%) |
-2<T min< -0,1°C (%) |
0<T min<1°C (%) |
Febbraio |
5,1 |
21,3 |
27,1 |
Marzo |
2,2 |
6,5 |
9,0 |
Aprile |
0,2 |
1,0 |
1,4 |
La maggiore frequenza è stata registrata a febbraio in tutte e tre le classi, come del resto era facilmente prevedibile, ma non sono da trascurare le percentuali del mese di marzo a conferma che nella zona gli abbassamenti termici sono piuttosto frequenti. Per fortuna, sono del tutto trascurabili le percentuali di aprile.
In definitiva, lo studio evidenzia una ampia variabilità climatica e una differente incidenza delle gelate in rapporto alla orografia, in quanto numerose sono le vallate del Metapontino attraversate da fiumi e torrenti che trasportano correnti di aria fredda dalle aree interne e montuose della regione. Si può pertanto sintetizzare che:
- Le aree maggiormente soggette alle gelate sono le vallate ricadenti nei comuni di Montescaglioso, Pisticci scalo, Montalbano e Tursi.
- Le zone a quote altimetriche comprese tra i 50 e i 150 m s.l.m. si confermano le più vocate alla frutticoltura precoce perché “sfuggono” alle gelate per irraggiamento.
- Un’altra zona molto vocata ricade nei comuni al confine tra la Basilicata e la Calabria (Nova Siri e Rotondella), specie se esposti a meridione, perché “protetti” dai rilievi montuosi del Pollino che creano condizioni microclimatiche particolarmente miti e favorevoli.
Il report completo è consultabile sul sito dell'ALSIA, all'indirizzo "Agrometeorologia" - "Studi e approfondimenti".