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"Sistemi verdi", per ridurre la pressione sull'ambiente e fornire risorse rinnovabili

Fasce boscate, filari e siepi possono contribuire alla creazione di siti di alimentazione e rifugio per animali e insetti utili
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Data:Fri Dec 11 12:15:16 CET 2020

La Basilicata presenta un territorio di elevato interesse paesaggistico, naturalistico ed agricolo. Una parte significativa di questo territorio è rappresentato da aree situate in collina e in montagna in cui l’agricoltura mantiene, o è associata, a una grande varietà di habitat. L'intensificazione delle pratiche colturali intensive ha portato ad un eccessivo uso di fertilizzanti e fitofarmaci che minacciano non solo l’agrobiodiversità, ma anche lo stato di conservazione degli ecosistemi. A questo fine è necessario assicurare la conservazione degli ecosistemi e dei paesaggi attraverso una gestione equilibrata del territorio e un riassetto ecologico paesaggistico.

Il mantenimento della vivibilità delle aree interne della Basilicata passa anche attraverso la capacità di offrire una opportunità, sia tecnica che economica, agli agricoltori, come ad esempio poter creare un paesaggio di elevato valore turistico-ricreativo nonché attività agrituristiche e agrosilvopastorali che garantiscano il mantenimento della biodiversità agricola. Insomma occorre attualizzare interventi in grado di incidere sul degrado ambientale e in grado di riequilibrare la parte antropica con quella naturale facendoli coesistere a tutto vantaggio delle popolazioni future.

Mentre sono realizzate ormai da tempo una serie di attività mitiganti l'impatto dell'attività agricola (rotazioni, semina su sodo, minimum tillage, false semine, applicazione della Direttiva europee sui nitrati, sul benessere animale, ecc.), altre hanno trovato parziale attuazione per la loro difficile applicazione (fitodepurazione, solarizzazione, pirodiserbo, compostaggio) e alcune addirittura non sono mai state realizzate. È il caso dei cosiddetti “sistemi verdi” ovvero quell’insieme di opere miranti non solo alla conservazione della natura residua ma anche alla ricostruzione di unità ecologiche nuove, o già esistenti ma degradate, in grado di svolgere funzioni polivalenti utili ad un nuovo modello di sviluppo che eserciti livelli minori di pressione sull’ambiente naturale ed antropico e fornisca risorse rinnovabili. Il riferimento è alle “fasce di vegetazione a perdere”, alle fasce tampone, alle siepi realizzate per la creazione di siti di alimentazione e rifugio per animali e insetti utili (chirotteri, microfauna, uccelli, rettili) e costituite da flora principalmente locale nel rispetto della biodiversità.

Per chi fosse interessato alla creazione dei sistemi verdi particolari (siepi alimentari per le comunità ornitiche, siepi difensive per le comunità ornitiche locali, siepi alimentari per gli insetti pronubi e per le api, unità verdi compensative) di seguito si indicano le varie combinazioni di piante arboree e arbustive per la loro realizzazione.

 

 1) Realizzazione di siepi alimentari

Aumento della rete ecologica naturale: creazione di siti di alimentazione per le comunità ornitiche locali. Collocazione e messa a dimora di essenze utili alla nutrizione degli uccelli.

Finalità dell’intervento: garantire una ampia disponibilità di semi e bacche durante tutto l’anno. Il successo riproduttivo di una specie è direttamente legato alla disponibilità alimentare. Costo di gestione e manutenzione praticamente nullo. Impatto sull’ecosistema locale positivo ed ecosostenibile.

Note tecniche: Tortore, pigliamosche, averle, fringuelli, usignoli, pettirossi, passeri, tordi, merli e tante altre specie di uccelli presenti nelle campagne lucane si nutrono di bacche e insetti. Al fine di garantire una maggiore disponibilità alimentare si possono realizzare siepi con piante arboree e arbustive come il Prugnolo (Prunus spinosa), il Corbezzolo (Arbutus unedo), il Ginepro (Juniperus communis), il Biancospino (Crataegus monogina), la Rosa canina (Rosa canina), il Viburno (Viburnum tinus), il Corniolo (Cornus mas), il Sambuco (Sambucus nigra), il Sorbo domestico (Sorbus domestica), il Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) e tante altre. La presenza di piante alimentari farà aumentare la presenza di micro mammiferi (topi, arvicole, toporagni), di insetti (grilli, cavallette, bruchi) e rettili (lucertole e serpenti). La maggioranza delle piante citate producono bacche e frutti che sono utilizzate anche per il consumo umano. Le siepi andranno formate combinando in modo casuale le diverse specie vegetali.

 

2) Realizzazione di siepi difensive

Aumento della rete ecologica: creazione di siti di rifugio per le comunità ornitiche locali. Collocazione e messa a dimora di essenze spinose utili alla nidificazione e alla difesa dai predatori.

Finalità dell’intervento: garantire nelle aree di intervento un rifugio idoneo alla nidificazione con possibilità di produzione di semi e bacche. Il successo riproduttivo di una specie è anche legato alla possibilità di offrire un rifugio a se stesso e alla nidiata. Il costo di gestione e manutenzione è praticamente nullo.  L’impatto sull’ecosistema locale è sicuramente positivo.

Note tecniche: le specie di uccelli presenti nelle aree lucane nidificano prevalentemente nelle siepi arbustive e su piccoli alberi. Le essenze da utilizzare sono in prevalenza quelle dotate di spine come il Prugnolo (Prunus spinosa), il Biancospino (Crataegus monogina), la Rosa canina (Rosa canina), il Ginepro (Juniperus communis), l’Agrifoglio (Ilex aquifolium), il Perastro (Pyrus piraster), l’Azzeruolo (Crataegus azarolus).

 

3) Realizzazione di siepi alimentari per gli insetti pronubi

Aumento della rete ecologica: creazione di siti di alimentazione per gli insetti pronubi con funzione attrattiva anche in periodi di scarsa attività nettarifera. Collocazione e messa a dimora di essenze che producono polline e nettare utili alla nutrizione di api, bombi e insetti pronubi in genere.

Finalità dell’intervento: garantire nelle aree di intervento la presenza di un pabulum alimentare (di nettare e polline) atto a garantire il mantenimento in loco di una buona popolazione di pronubi sufficiente a provvedere all’impollinazione ad essenze coltivate per fini alimentari. Costo di gestione e manutenzione praticamente nullo.  Impatto sull’ecosistema locale molto positivo.

Note tecniche: a tutti è noto ormai la crisi che attraversano le api. Oltre al fenomeno dello spopolamento dovuto al collasso delle colonie per la recrudescenza delle malattie al suo interno (virus e batteri) incide anche l’ambiente per la riduzione della biodiversità. Pochi sanno che il pascolo locale, di per sé scarso, può essere migliorato con la realizzazione di corridoi a fioritura scalare. Anche la scarsità di polline, necessario all’alimentazione della covata, può essere integrato grazie ad essenze a prevalente produzione dello stesso.  In sintesi si tratta di impiantare specie come il Prugnolo (Prunus spinosa), il Biancospino (Crataegus monogina), la Rosa canina (Rosa canina), il Ligustro (Ligustrum vulgare), il Rosmarino (Rosmarinum officinale), il Corbezzolo (Arbutus unedo), la Lavanda (Lavandula angustifolia), la Piracanta (Crataegus pyracantha) ed altre specie che producono polline e nettare nei diversi periodi dell’anno e specie come il Nocciolo (Corylus avellana), il Corniolo (Cornus mas), il Cisto (Cistus incana), la Fillirea (Phillyrea latifolia) che producono principalmente polline.

 

4) Ripristino e realizzazione di corridoi ecologici attraverso l’uso di fasce boscate, siepi e filari

Aumento della rete ecologica: creazione di fasce, filari e siepi con funzione idonea alla riproduzione e al mantenimento della avifauna autoctona, della fauna invertebrata e vertebrata. Collocazione e messa a dimora di essenze arboree e arbustive autoctone.

Finalità dell’intervento: garantire nelle aree di intervento una migliore protezione ambientale attraverso l’aumento delle superfici boscate aziendali sotto forma di rimboschimenti o di piccoli imboschimenti. Costo di gestione e manutenzione contenuto. Impatto sull’ecosistema locale positivo.

Note tecniche: la creazione di unità verdi, nelle varie forme, porta all’azienda la possibilità di offrire maggiori occasioni di svago: si pensi all’attivazione di percorsi naturalistici che oltre alle osservazioni visive può offrire la didattica correlata, o la gestione di piccole “oasi verdi” o di “giardini fenologici” che consentono, oltre all’aspetto ricreativo, comunque un utilizzo economicamente valido se sottoposti ad un taglio turnato sia per la produzione di legna da ardere che per la realizzazione di piccoli manufatti legnosi da destinare all’utilizzo interno aziendale (si pensi a staccionate, pali di sostegno, manici per utensileria, produzione di foraggio per il bestiame). Un'altra funzione rimanda ad un'antica tradizione, non solo lucana, di impiantare essenze arboree sui confini dei campi al fine di lasciare segni identificativi della proprietà nel tempo. Per la creazione di isole o di corridoi ecologici si possono utilizzare specie come il Biancospino (Crataegus monogina), il Corbezzolo (Arbutus unedo), il Nocciolo (Corylus avellana), il Corniolo (Cornus mas), il Cotogno (Cydonia oblonga), ma anche specie come i Frassini (Fraxinus ornus, Fraxinus angustifolia, Fraxinus excelsior), i Carpini (Carpinus betulus, Carpinus orientalis), i Salici (Salix albaSalix caprea, Salix purpureaSalix cinerea), gli Olmi (Ulmus minor e Ulmus glabra) e tante altre essenze forestali presenti in loco. Per rendere ancora più valido sotto l’aspetto economico l’intervento si potrebbe realizzare il “Bosco a sviluppo produttivo stratificato”. Consiste in un modello di rimboschimento/imboschimento particolare in cui ogni livello produttivo può fornire un prodotto di valore in maniera regolare e scaglionata durante tutto l’anno. Il primo livello è quello degli alberi ad alto fusto da legname o da frutto (noce e castagno) seguito da una serie di colture che sfruttano le varie fasce altimetriche, il sottobosco e il sottosuolo. Oltre a poter organizzare all’interno del bosco delle interessanti passeggiate si può realizzare il metodo della vendita diretta secondo lo stile anglosassone del “prendi, paghi e porti”. Per un approfondimento dell’argomento si rimanda all’articolo “Boschi e Aree naturali” pubblicato sul numero 53 di Agrifoglio del Novembre 2015. 

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Agrifoglio n. 100 -  

Temi
Biodiversità
Autori
Mario Campana

Funzionario ALSIA

Le donne vittime di violenza e stalking attraverso il numero verde 1522, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari opportunità, attivo 24 ore su 24 e accessibile da tutto il territorio nazionale, possono chiedere aiuto e sostegno nonché ricevere informazioni. L'assistenza telefonica consente un graduale avvicinamento ai servizi con assoluta garanzia di anonimato.
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