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Renato Iguera: "In Europa qualità molto elevate, ma costi di trasformazione troppo alti"

Punti di forza e di debolezza del comparto nell'intervista di Agrifoglio al presidente di ASSOERBE, associazione italiana di categoria
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Data:Wed Jun 30 16:23:35 CEST 2021

Fondata nel 1981, ASSOERBE è un’associazione italiana di categoria che rappresenta il settore delle piante medicinali, aromatiche e da profumo, delle spezie, degli estratti vegetali, degli oli essenziali e dei loro derivati, e che difende il loro impiego nei prodotti per la salute ed il benessere.

Sono soci di ASSOERBE i trasformatori, importatori, esportatori e commercianti di piante medicinali, aromatiche e da profumo, di spezie, estratti vegetali, oli essenziali e dei prodotti da questi derivati quali alimenti e mangimi, integratori alimentari, cosmetici, farmaci, dispositivi medici e biocidi. ASSOERBE cura i rapporti degli associati con le autorità e le istituzioni nazionali ed europee, segue i mercati mondiali di riferimento e assume iniziative per la difesa e lo sviluppo dell’impiego delle piante medicinali, aromatiche e da profumo.

La Redazione di AGRIFOGLIO ha intervistato il presidente di Assoerbe, il dottor Renato Iguera.

 

Presidente Iguera, come si presenta il comparto delle officinali in Europa?

Il comparto delle officinali in Europa è molto vivace. C'è un crescente interesse per le piante officinali a causa del loro utilizzo come materie prime nella produzione di prodotti medicinali (tradizionali e non), alimentari (integratori erboristici) e cosmetici. Questo, a sua volta, ha determinato una crescente domanda di estratti a base vegetale dalle industrie farmaceutiche, alimentari e delle bevande, cosmetiche e agrochimiche.

Il mercato globale dei prodotti derivati dalle piante officinali, di conseguenza continua a crescere, con il settore delle medicinali che guida, seguito dal settore degli integratori erboristici e infine da quello cosmetico. La Germania svolge anche in questo settore un ruolo dominante nel mercato europeo, seguita da Francia e Italia.

Sono in aumento i requisiti per una raccolta sostenibile delle piante selvatiche e per una coltivazione sempre meno impattante sull’ambiente. Tutti gli attori della catena del valore sono tenuti a rispondere alle aspettative dei consumatori (ad es. approvvigionamento di materie prime, innovazione di prodotto, tracciabilità, qualità e sicurezza). La sostenibilità va tuttavia considerata nei diversi contesti: quello ambientale, sociale, economico. Sono oggi disponibili standard internazionali per la certificazione delle filiere di approvvigionamento delle materie prime (produttori primari) e oltre fino ai produttori secondari.

 

Quali sono i punti di forza e di debolezza di questo comparto?

In Europa abbiamo una lunga tradizione nella coltivazione di piante officinali, in particolar modo nel centro Europa (Germania, Francia, Olanda, Belgio) ma sempre più anche nell’area mediterranea (Italia, Grecia, Spagna) e nell’Europa dell’Est che soprattutto in passato è stata un importante bacino di piante selvatiche.

Le aziende hanno spesso moderne infrastrutture per processare le piante raccolte, e grazie ai severi standard qualitativi imposti dalle autorità in Europa, la qualità della produzione europea, sia biologica che convenzionale, è molto elevata in comparazione con quanto importato da altre aree del globo.

In Europa ci sono anche tra le più grandi aziende trasformatrici di piante medicinali al mondo, essenzialmente per la produzione di estratti secchi, ma non solo.

Riguardo ai punti di debolezza, i costi di trasformazione sono più elevati in Europa rispetto a quelli sostenuti dalle aziende concorrenti asiatiche (India, Cina, Indonesia), per cui molte aziende europee, soprattutto per le piante che non crescono nel continente, si stanno dirigendo all’acquisto di semilavorati o intermedi di produzione provenienti da Paesi extra-europei. In questi casi, grossi sforzi devono essere compiuti per garantire che le materie prime lavorate siano conformi agli elevati standard di qualità richiesti (specie, costituenti attivi, contaminanti, etc.) e che la trasformazione stessa (tipo di processo, solventi, etc.) venga eseguita con sistemi di qualità adeguati, in modo trasparente e tracciabile. In ambito farmaceutico la filiera è comunque garantita da strette misure di controllo delle autorità europee, mentre in ambito alimentare e cosmetico è lasciato spesso all’iniziativa delle singole aziende importatrici.

 

Import export in Italia, quali piante e prodotti derivati sono maggiormente coinvolti?

In Italia negli ultimi dieci anni sono molto aumentate le superfici coltivate a piante officinali e oltre alle tradizionali piante aromatiche o da profumo destinate al comparto della liquoristica e dei profumi/cosmetici è aumentata molto la produzione di piante destinate ad essere estratte per la produzione di medicinali e di integratori alimentari, in parte emulando quanto avviene nei Paesi centro europei da alcuni decenni, vedi Passiflora, Cardo mariano, Echinacea, Melissa, Camomilla, Erisimo, Ginkgo, Valeriana. Di pari passo, piante non autoctone ma che per ragioni climatiche posso essere coltivate nel nostro territorio, sono sempre più frequenti nei campi italiani (Echinacea, Passiflora, Ginkgo per citarne alcune).

Riguardo all’importazione, essa è ristretta sia alle piante selvatiche - anche se eventualmente presenti sul territorio italiano (Mirtillo nero, Ippocastano seme, Genziana, Rhodiola, etc.) ma che non vengono raccolte su volumi industriali causa normativa più stringente o prezzi non competitivi- e sia alle piante che non sono presenti in Italia e che al contempo non sono facilmente coltivabili per ragioni climatiche (Curcuma, Boswellia, Zenzero, Gloriosa etc) o economiche (p.es. Ginseng).

Per le esportazioni oltre a coinvolgere le piante sopra menzionate di cui è aumentata la produzione in Italia non abbiamo ulteriori dati per lo meno recenti e dettagliati. Rifacendomi ai dati ISTAT del 2013, le esportazioni globali riguardano essenzialmente in ordine di importanza queste categorie principali: miscugli di piante aromatiche, olii essenziali, spezie (zafferano, curcuma, zenzero etc.), semi di finocchio, badiana, anice. Verso i Paesi Europei l’Italia esporta circa il 70% del totale in quantità (tonnellate) esportato nel Mondo.

 

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Per contatti: segreteria@assoerbe.eu 

Agrifoglio n. 103 - Maggio-Giugno 2021

Temi
Piante Officinali
Autori
Maria Assunta Lombardi

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