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Prodotti di montagna, Basilicata al 2° posto in Italia dopo il Piemonte

Il logo identifica uno specifico areale di produzione, riconoscendo agli operatori di quelle aree un valore economico, sociale ed ambientale
didascalia.

Il logo è stato realizzato dal MIPAAF.

Data:Tue Dec 07 17:10:56 CET 2021

L’etichetta “Prodotto di montagna” è una indicazione facoltativa voluta dalla Comunità Europea, che riconosce il valore sociale e di tenuta del territorio agli operatori delle aree montane. È stata istituita con il Regolamento (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari.

In montagna, l'agricoltura incontra diversi limiti, legati alla presenza di svantaggi naturali quali le basse temperature, la ridotta durata del periodo di coltivazione, terreni declivi e meno fertili, la necessità di macchinari più complessi e tempi di lavoro più lunghi. Ciò si traduce in una minore produttività del lavoro e della terra. Tali limitazioni implicano anche che gli agricoltori hanno meno opzioni nelle scelte di coltivazione. Le aziende agricole di montagna sono in media più piccole rispetto a quelle di pianura. La loro scarsa accessibilità aumenta le difficoltà degli allevamenti e delle industrie agroalimentari (aumento dei costi di raccolta e trasporto, strutture più piccole che implicano minori economie di scala).

Purtuttavia, nelle aree montane resistono tradizioni e saperi legati alla produzione agricola e alla trasformazione degli alimenti che rappresentano un'opportunità di sviluppo e sinergia con le attività turistiche. Al fine quindi di rendere i prodotti di queste aree più chiaramente identificabili sul mercato da parte del consumatore, le istituzioni dell'UE hanno legiferato su una definizione comune di qualità, "Prodotto di Montagna" per l’appunto, nell'etichettatura dei prodotti agricoli. Questa etichetta può essere utilizzata solo per i prodotti agroalimentari per i quali sia le materie prime provengono essenzialmente da zone montane sia le lavorazioni vengono effettuate nel medesimo areale. Per zone di montagna si intendono le aree ubicate nei comuni classificati montani nei piani di sviluppo rurale delle singole regioni (Figura 1).

Figura 1. Zone agricole svantaggiate ai sensi delle Direttiva 75/268/CE e ss.mm. ii. Comuni Montani totalmente delimitati della regione Basilicata

Provincia di Potenza

Provincia di Matera

Abriola, Albano di Lucania, Anzi, Armento, Avigliano, Balvano, Baragiano, Bella, Brienza, Brindisi di Montagna, Calvello, Calvera, Campomaggiore, Cancellara, Carbone, Castelgrande, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelmezzano, Castelsaraceno, Castronuovo di Sant’Andrea, Cersosimo, Chiaromonte, Corleto Perticara, Episcopia, Fardella, Filiano, Francavilla in Sinni, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara, Lagonegro, Latronico, Laurenzana, Lauria, Maratea, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Muro Lucano, Nemoli, Noepoli, Paterno, Pescopagano, Picerno, Pietragalla, Pietrapertosa, Pignola, Potenza, Rapone, Rivello, Roccanova, Rotonda, Ruoti, Ruvo del Monte, San Chirico Raparo, San Costantino Albanese, San Fele, San Martino d’Agri, San Paolo Albanese, San Severino Lucano, Sant’Angelo le Fratte, Sant’Arcangelo, Sarconi, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Savoia di Lucania, Senise, Spinoso, Teana, Terranova di Pollino, Tito, Tramutola, Trecchina, Trivigno, Vaglio di Basilicata, Vietri di Potenza, Viggianello, Viggiano

Accettura, Aliano, Calciano, Cirigliano, Colobraro, Garaguso, Gorgoglione, Oliveto Lucano, San Giorgio Lucano, San Mauro Forte, Valsinni

  

Si tratta di un’indicazione facoltativa, gratuita, da utilizzare in “autocontrollo”, ovvero gli operatori che scelgono di applicarla sono responsabili del suo utilizzo, hanno quindi l’obbligo della tracciabilità, ma non quello di sottoporsi alle verifiche degli Organismi di controllo terzi, previste ad esempio per altre certificazioni di qualità, come DOP, IGP e STG.

L’operatore che intende utilizzare questa etichetta è tenuto ad inviare, entro 30 giorni dall’avvio della produzione, una semplice comunicazione al Dipartimento Agricoltura e Foreste della Regione Basilicata, specificando il luogo in cui è situata l’azienda di produzione o trasformazione. Chi sceglie di applicare l’etichetta “Prodotto di Montagna” dovrà apporre sulla confezione il logo istituto appositamente dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Vedi foto di copertina).

  

Il “Prodotto di Montagna” in Basilicata ed in Italia

La Basilicata è la regione italiana che ha mostrato maggior interesse, insieme al Piemonte, verso questo strumento, contando ben 158 adesioni di produttori su un totale di 895 iscrizioni complessive a livello Italia (Figura 2). Piemonte, Basilicata ed Emilia Romagna insieme rappresentano il 70 % del totale delle domande. Numerosi produttori di Parmigiano Reggiano dell’Emilia Romagna hanno approfittato di questa etichetta facoltativa abbinandola al logo della DOP, infatti è possibile applicare sui prodotti confezionati sia il logo “Prodotto di Montagna” sia altri loghi di regimi di qualità (IGP, DOP, Bio, STG).

Figura 2. Aziende iscritte in Italia agli elenchi regionali della indicazione facoltativa di qualità "Prodotto di Montagna” (https://www.politicheagricole.it/)

 

Nel dettaglio, in Basilicata il maggior numero di richieste è avvenuto per la filiera delle carni fresche e trasformate e per quella ortofrutticola e cerealicola. Quindi, dato che non tutte le filiere sono ben rappresentate, esiste ancora una elevata potenzialità nell’utilizzo di questo marchio al fine di poter meglio identificare i prodotti agroalimentari montani. Ad esempio, il settore apistico è rappresentato solo dall’1% delle aziende iscritte nella produzione di miele di montagna. (Figura 3).

Figura 3. Filiere della indicazione facoltativa "Prodotto di Montagna” in Basilicata

 

In Basilicata le aziende agricole localizzate in montagna sono 17.350 (principalmente in Provincia di Potenza) che coltivano una SAU di 182.345 ha (dati ISTAT 2010). Le montagne rappresentano una quota significativa del territorio, della popolazione e dell'economia della Basilicata: la superficie territoriale di montagna rappresenta, secondo i dati Istat, valori complessivi del 46,9% e del 69% per la sola provincia di Potenza, valori sensibilmente maggiori del dato Italia e di quello dell’Unione Europea (rispettivamente pari al 35,2 ed al 18,5%). Questi dati palesano che l'economia agricola della montagna è un pilastro fondamentale per la tenuta dei nostri territori, anche contro il dissesto idrogeologico.

Con il regime di qualità “Prodotto di Montagna”, i consumatori potranno riconoscere più facilmente dalle etichette le autentiche produzioni di montagna e supportare con l’acquisto queste attività e il loro valore. Occorre però sviluppare ulteriormente interventi utili per sostenere le aziende agricole di montagna, perché il futuro delle nostre montagne è il futuro di una parte importante della nostra identità. A tal proposito si segnala che nel concorso Olivarum, dedicato ai produttori lucani di olio EVO, è stato inserito di recente una menzione speciale dedicata all’olio prodotto in zone di montagna debitamente etichettato.

Agrifoglio n. 106 -  

Temi
Produzioni agroalimentari di qualità
Autori
Giovanni Lacertosa

ALSIA - Metapontum Agrobios

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