Focus

Olio e olivo in Basilicata

La produzione cala nel lungo periodo, come in tutta Italia
didascalia.

Incidenza % delle principali varietà di olivo in Basilicata.

Data:Sat Feb 29 12:38:00 CET 2020

L’olivicoltura in Basilicata è presente praticamente su tutto il territorio regionale, dalla pianura metapontina fino agli ambienti più estremi dell’alta collina e montagna interna, fin dove i limiti climatici della specie lo consentono.

Le superfici

Secondo le rilevazioni dell'ultimo Censimento dell'agricoltura ISTAT del 2010, in Basilicata sono coltivati 28.002 ettari di olivo, ripartiti tra un numero totale di 32.830 aziende, e quindi con una superficie media aziendale regionale di 0,85 ettari, in leggera ma costante crescita. Per le superfici si è avuto un leggero incremento tra il 1990 e il 2000, mentre tra il 2000 e il 2010 si registra una sostanziale stabilità. Per il numero di aziende si è avuta invece una diminuzione del 22,7% dal 2000 al 2010, per effetto della quale la dimensione media aziendale regionale è cresciuta a 0,85 ha.

Dati ISTAT più recenti attribuiscono alla Basilicata 25.547 ettari nel 2017, facendo registrare così una riduzione della superficie di circa il 9% in sette anni. A fronte di questa riduzione, c'è da dire che negli ultimi anni si registrano qualche centinaia di ettari di nuovi impianti superintensivi.

E’ interessante notare che l'olivo è la coltura arborea più diffusa in Basilicata. Occupa infatti il 5,4% del totale della SAU regionale e ben il 54% della SAU investita a coltivazioni arboree. Circa la distribuzione altimetrica della coltura, oltre l'82% delle superfici olivetate in Basilicata si trova in collina e montagna, mentre circa il 17% interessa la pianura.

La coltivazione dell'olivo è condotta per la gran parte in forma specializzata. Le consociazioni con altre legnose agrarie interessano appena il 3,9% della superficie coltivata, quelle con coltivazioni erbacee il 3,2% e sono praticate soprattutto negli impianti più vecchi con sesti molto ampi.

Le varietà

Il patrimonio olivicolo regionale è fortemente caratterizzato da varietà locali. Accanto a queste sono presenti le varietà più comuni a livello nazionale come Coratina, Leccino e Frantoio. Studi condotti dall’Università degli Studi della Basilicata (Rotundo, Marone 2002, 2013) identificano sul territorio regionale cinque aree di maggiore interesse olivicolo, all'interno delle quali sono state individuate e descritte 29 varietà locali.

La tabella riporta le varietà autoctone presenti nei principali areali olivicoli della Basilicata. Fonte: Rotundo A., Marone E., Università degli Studi della Basilicata - Regione Basilicata, 2002, 2013. 

Aree

Varietà autoctone presenti

COLLINE MATERANE

Dipopp, Ghiannara, Nociara, Ogliarola del Bradano

MEDIO AGRI-BASENTO

Augellina, Justa, Maiatica di Ferrandina

POLLINO

Carpinegna, Faresana, Sammartinegna, Spinoso

VULTURE

Acerenza, Cannellina, Cima di Melfi, Fasolina, Fasolona, Lardaia, Ogliarola del Vulture, Olivo da mensa, Orazio, Palmarola, Provenzale, Racioppa, Roma, Rotondella, Russulella, Scarpetta

MARMO MELANDRO

Cornacchiola, Romanella

 

Tra queste le principali sono Ogliarola del Bradano, Maiatica di Ferrandina, Faresana, Ogliarola ed Ogliarola del Vulture, che rappresentano circa il 43% della superficie totale regionale con 11.539 ettari.

Per quanto riguarda invece le varietà non autoctone, quelle maggiormente presenti in Basilicata sono, in ordine decrescente di superficie, Coratina, Leccino e Frantoio. Queste tre varietà nel complesso occupano circa 9.300 ettari e quindi un altro 34% della superficie olivicola regionale. E' questo gruppo di poche varietà, dunque, coltivate nelle condizioni ambientali regionali, a caratterizzare gli oli prodotti in Basilicata.

La Maiatica di Ferrandina è la più rappresentata tra le varietà autoctone (4.268 ha), mentre la Coratina è la varietà non autoctona maggiormente diffusa con 4.193 ha.

La trasformazione

I numeri medi della produzione in Basilicata nelle annate favorevoli vedono circa 150 frantoi attivi, 45.000 tonnellate di olive lavorate e una produzione regionale di olio di 8.000 tonnellate, pari a circa l’1% della produzione nazionale. La produzione di olio del 2018 è stata come è noto bassissima (circa 1.300 tonnellate), mentre quella del 2019 si aggira intorno alle 2.000 tonnellate (fonte ISMEA).

Frantoi e quantitativi trasformati risultavano equamente distribuiti tra le due province; i comuni con almeno un frantoio attivo sono 71 (su 131 comuni lucani), di cui 29 in provincia di Matera e 42 in provincia di Potenza. La più alta concentrazione di frantoi si rileva a Ferrandina in provincia di Matera con 8 frantoi e a Barile in provincia di Potenza con 6 frantoi attivi.

Sempre con riferimento al 2009, la metà della produzione regionale si concentra in soli 15 comuni. Infatti, nella provincia di Matera il 52,6% delle olive lavorate si concentra in 7 comuni, dove sono attivi 31 frantoi, mentre in quella di Potenza il 53,3% delle olive viene lavorato in 8 comuni, dove sono attivi 27 frantoi.

Molti degli impianti di trasformazione, rinnovati o di recente costruzione, rispondono alle più evolute esigenze compatibili con alti livelli di qualità. Così ad esempio vi sono frantoi attrezzati per la denocciolatura, con moderni impianti di stoccaggio in locali a temperatura controllata e impiego di gas inerte oltre che nelle fasi di stoccaggio anche in quelle del confezionamento.

Agrifoglio n. 92 - Febbraio 2020

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Olio olivo
Autori
Nicola Liuzzi

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