Non solo castagne: Trecchina famosa anche per il suo pane compreso nei PAT
Molto particolare la lievitazione naturale realizzata con il "criscito", ottenuto dalla fermentazione delle mele

Pane di trecchina.
Data:28 Apr 2021
Trecchina è la “città giardino” e un luogo dalle mille suggestioni per il verde smeraldo dei boschi che ricoprono i suoi alti monti, il profumo dei tigli e l’odore del mare, il Tirreno, così poco distante. Inizia così la descrizione che l’APT (Agenzia di Promozione Territoriale) di Basilicata fa del paesino di Trecchina confinante con quello più conosciuto di Maratea, in provincia di Potenza. Noto per la sagra della castagna, Trecchina è famoso in Basilicata anche per la bontà del suo pane che viene portato nei negozi di molti comuni della regione.
Il Ministero della Politiche agricole alimentari e forestali ha riconosciuto il pane di Trecchina tra i Prodotti agroalimentari tradizionali (PAT). Gli ingredienti sono semplici: farina 00 e/o 0, lievito madre e acqua, ma degno di nota è il lievito naturale (detto criscito) che viene ottenuto dalla fermentazione delle mele.
La cottura avviene in forni in pietra la cui altezza può variare da un minimo di 20 cm ad un massimo di 80. L’aspetto del pane è quello della classica pagnotta, ovvero circolare, con diametro di 35 cm, altezza di circa 11, e la crosta di mezzo cm.
Ogni panificio segna il pane sulla sommità con un segno caratteristico, che può essere una croce in quello semi-integrale, un triangolo o un quadrato. La mollica si presenta di colore avorio con marezzatura uniforme ma più pronunciata verso l’esterno. Il sapore è delicato, non acido, con una nota dolce. La consistenza è morbida ed elastica ad eccezione della crosta che è invece croccante.
Grazie all’uso del lievito madre, si conserva per 10 -15 giorni, con l’accortezza di tenerlo avvolto in un panno, lontano dall'umidità.