Multifunzionalità, uno sguardo a due aziende lucane
Una è fattoria sportiva, l'altra biodinamica: passione e ricerca dell'originalità, per diversificare l'offerta
Data:31 Oct 2021
Sono sempre di più le aziende agricole che aggiungono alla loro missione originaria qualche elemento attinto dalla vasta gamma di opportunità offerta dalla multifunzionalità. Negli anni è cresciuto il numero di fattorie didattiche, di agriturismi, di aziende che trasformano, etichettano e vendono direttamente i loro prodotti. C’è da dire però, che anche nell’ambito delle nuove opportunità, è sempre bene ricercare l’originalità, ovvero quel “valore aggiunto” che rende la propria impresa diversa dalle altre.
È questo il motivo per cui, tra le tante aziende agricole lucane che hanno sposato la multifunzionalità, abbiamo scelto di visitare queste due: l’azienda Giuseppe Mastrangelo, da pochi anni anche Fattoria sportiva, e l’azienda Leonardo Angeloni, da molti anni biodinamica con punto vendita aziendale. Il filo conduttore è sempre lo stesso: seguire le proprie passioni.
Azienda agricola Giuseppe Mastrangelo
(Figure 1-4)
Ci descriva la sua azienda
L’azienda è nata nel 1998 ed è composta da un oliveto di dieci ettari, un seminativo di trenta, un vigneto di un ettaro e mezzo, un piccolo frutteto e sessanta ettari di macchia, per un totale di cento ettari circa. L’azienda è dislocata su due appezzamenti nell’agro di Bernalda e Montescaglioso.
Nel 2006 ho impiantato un nuovo vigneto Greco Matera DOC. Fino al 2014 ho venduto l’uva, poi ho aderito a un PIF (progetto integrato di filiera) e ho avuto l’occasione di costruire una cantina e completare la filiera di produzione di uva e vinificazione (con imbottigliamento a contoterzismo).
Com’è nata l’idea della fattoria sportiva?
L’idea è nata dalla mia passione per lo sport e per lo stare all’aria aperta, quindi, ho ricreato quello che avevo quando ho lasciato Napoli, la mia città d’origine. Quando mi sono trasferito in Basilicata con mia moglie, io e lei abbiamo cercato di ricreare qui l’atmosfera della villa in cui ci siamo sposati: un contesto piacevole all’aperto dove organizzare feste e ricevere gente.
Ci parli delle attività multifunzionali
La Fattoria sportiva è nata a seguito di una collaborazione tra FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e CIA (Confederazione italiana agricoltori), che avevano sottoscritto un protocollo di intesa finalizzato ad unire la pratica sportiva al mondo agricolo. Tra gli obiettivi della collaborazione c’era quello di creare all’interno delle aziende agricole delle fattorie sportive come integrazione al reddito agricolo. Quindi io, essendo uno sportivo appassionato già da tempo, ho aderito. Insieme a un funzionario FIDAL abbiamo creato un percorso di mille metri per la corsa campestre che si estende anche nel vigneto e nell’oliveto. Al centro del prato c’è un bel gazebo dove si possono svolgere attività sportive, fare ricezione, degustazione di vino e olio. Inoltre, siamo aperti alle varie associazioni presenti sul territorio: attualmente collaboriamo con un’associazione polisportiva di biciclette (mountainbike per bambini), facciamo attività di beach tennis e beach volley per gare e allenamenti; in più, essendo io istruttore, organizziamo corsi di karate per bambini.
Inoltre, la fattoria sportiva è associata con lo CSEN (Centro sportivo educativo nazionale), regolarmente iscritta e tesserata.
Gli eventi di ricezione, invece, consistono in degustazioni di vino e di olio. Organizziamo feste private: compleanni, ricorrenze e serate a tema.
Oltre a ciò, ci siamo aperti anche alle scuole con delle giornate didattiche e abbiamo ospitato un campo scuola in inglese della durata di due mesi con dei tutor di madre lingua.
Come quantifica o descrive l’incremento del valore aggiunto successivo all’introduzione delle attività multifunzionali?
Per noi l’obiettivo non è massimizzare il profitto, bensì diversificare l’offerta. Un esempio è il pilates che facciamo d’estate, quando chiudono le palestre. Il valore aggiunto, a costo zero, è quello di stare all’aria aperta in uno spazio nel verde che curo.
Come viene comunicata la multifunzionalità?
Con la presenza sui social. Fino a poco tempo fa gestivo tutto io ma adesso faccio riferimento a dei professionisti che mi seguono ed incrementano la visibilità dell’azienda, non solo sui social ma anche su Google. È stato durante il periodo Covid che ho scelto di rifare il sito aziendale e potenziare l’e-commerce. Ora tutto è molto più veloce e fruibile e le vendite sono aumentate.
Quali sono state le difficoltà incontrate?
Non avendo familiarità con il mondo agricolo – anche se ho preso il diploma da agrotecnico – ho dovuto imparare tutto sul campo, e gli errori fatti per mancanza di esperienza mi sono serviti da insegnamento. Tutto quello che ho fatto in questi venti anni di lavoro è stato grazie alla mia caparbietà, al mio amore e passione per la natura e lo sport ma soprattutto grazie a mio padre che mi ha sempre supportato, felice che io tornassi nei luoghi appartenenti alla nostra famiglia a dargli nuova vita.
Quali sono i progetti per il futuro?
Purtroppo, il fatto di non riuscire a trovare manovalanza ci pone un grosso problema, e da qui a cinque anni non so cosa farò di questi olivi. Mentre per quanto riguarda il vigneto, trattandosi di pochi ettari, riusciremo a completare la gamma dei vini aggiungendo al bianco anche il rosso e il rosato. Per quanto riguarda la fattoria sportiva tenderemo a fare dei piccoli miglioramenti, così come per la cantina.
Azienda agricola Leonardo Angelone
(Figure 5-8)
Ci descriva la sua azienda
La mia è una tipica azienda del Metapontino, assegnata a mio nonno dall’Ente di riforma fondiaria, della quale ho preso la gestione nel ’96: quattro ettari coltivati a specie frutticole. Nel 2007 ho introdotto gli ortaggi e attualmente un ettaro è quasi interamente coltivato a ortaggi di stagione.
Come è nata l’idea della coltivazione biodinamica?
Quasi per caso. Nel ’99 partecipai a un viaggio studi dell’Alsia: andammo a visitare delle aziende biologiche in Toscana, guidati da un gruppo di agronomi. Tornato nella mia azienda decisi immediatamente di convertire la coltivazione in biologico. Dopo poco, però, mi accorsi che non ero ancora soddisfatto a causa del largo uso che facevo di prodotti per la difesa. Così, nel 2006 partecipai a un corso base di agricoltura biodinamica. La scelta è stata inconsapevole: non sapevo a cosa andassi incontro; infatti, all’inizio ho avuto una serie di esperienze negative a causa della mia inesperienza e della difficoltà nel reperire informazioni su questo tipo di agricoltura. Finché, nel 2011, arrivò in Basilicata un agricoltore australiano, Alex Podolinsky, che mi insegnò come agire e permise lo scambio di esperienze e conoscenze tra noi agricoltori biodinamici italiani.
Ci parli delle attività multifunzionali
Per prima cosa, io e mia moglie, abbiamo pensato che bisognava diversificare, non solo dal punto di vista colturale ma anche cercare un altro canale di vendita che ci consentisse di valorizzare al meglio i nostri prodotti. Siamo passati, così, da una produzione prettamente frutticola a una orticola, che dal 2007 vendiamo solo direttamente. Le produzioni di kiwi e albicocche, invece, vengono conferite in cooperativa (Apofruit). Dopo aver allestito il nostro spaccio, interno all’azienda, abbiamo iniziato a coltivare in funzione di quella che era la domanda della clientela che si era venuta a creare. Col tempo l’orto è andato sempre più ad aumentare, e due anni fa ho impiantato mezzo ettaro di agrumi con diverse varietà di arance, limoni e mandarini per coprire un calendario di raccolta più ampio e avere disponibilità di prodotto per un periodo di tempo maggiore, sempre e solo in funzione dello spaccio aziendale.
Un altro aspetto della multifunzionalità riguarda le visite dell’azienda. L’ultimo gruppo ospitato è venuto dall’Austria a settembre. Di solito sono famiglie o gruppi di persone. La mia politica è quella di cercare di vendere il più possibile in azienda, parlare col consumatore, fargli vedere il prodotto, perché, rispetto al prodotto biologico che ormai è conosciuto nelle sue caratteristiche, il prodotto biodinamico va spiegato: quando dici di coltivare senza l’uso di prodotti di sintesi le persone non ti credono. La spiegazione del prodotto biodinamico rientra nella multifunzionalità ma è anche un’esigenza nostra di trasferire le conoscenze; quindi, spesso lasciamo (volentieri) il lavoro nell’orto per dedicarci al trasferimento delle nostre conoscenze e di quello in cui crediamo.
Abbiamo anche avviato la trasformazione in conto terzi dei nostri prodotti, ottenendo confetture di albicocca, passata di pomodori e peperoni cruschi.
Un'altra cosa che abbiamo fatto quest’anno è la consegna a domicilio: è un’attività che si è creata a seguito del Covid, ma non penso che la porteremo avanti.
Come viene comunicata la multifunzionalità?
Premetto che non ho fatto nessuna pubblicità, è stato tutto un crescere, un passa parola da un cliente all’altro. Molte persone arrivano qua perché sanno che c’è lo spaccio aziendale e poi mi chiedono di visitare l’azienda agricola.
Abbiamo ospitato una ragazza del Lussemburgo che frequenta la scuola Staineriana. Questa scuola manda gli studenti a fare esperienza nelle aziende biodinamiche. Io faccio parte di un’associazione a cui chi è interessato si collega e – anche tramite altri agricoltori – ci arrivano le richieste di questi ragazzi.
Quali sono state le difficoltà incontrate?
Non ho avuto grosse difficoltà ma la cosa che molte volte scoraggia è il fatto che le persone mettono in dubbio quello che faccio: “ma il prodotto è davvero tuo?”, “l’hai coltivato proprio tu?” … Ma poi c’è la soddisfazione di vedere i risultati del proprio lavoro, di sentirsi liberi dalle logiche di mercato. Produco come voglio io, quanto dico io e vendo quello che dico io.
Quali sono i progetti per il futuro?
A breve partiremo con l’ospitalità, in modo che chi vuole visitare l’azienda possa anche alloggiarci. Inoltre, già dall’anno scorso, abbiamo l’idea di fare un mini-laboratorio aziendale per la trasformazione dei nostri prodotti.