La nuova sfida post-pandemia è nella biodiversità
Due recenti documenti della Commissione europea impegnano il Parlamento a un cambio di passo all'insegna del Green Deal
Data:24 Jun 2020
La pandemia che non ha risparmiato nessun Paese, ha rappresentato al tempo stesso una opportunità storica grazie alla quale è stato possibile ripensare nuove politiche del lavoro, dello sviluppo e in particolare intervenire in settori strategici come l'agricoltura. Lo dimostra l'impegno dei governi di tutto il mondo verso una svolta che segnerà le future generazioni e l'attuale civiltà, per troppo tempo votata al consumo e non alla autoproduzione e al rispetto dell'ambiente.
Il Green Deal europeo, in questo senso, ha rappresentato il mosaico attorno al quale si sta costruendo sia la nuova mentalità dei cittadini che le azioni per intervenire in modo diretto. Dalla riduzione delle emissioni di gas entro il 2050 alla crescita economica lontana dall'uso delle risorse, il percorso è stato avviato e sta mettendo alla prova le principali nazioni europee.
In questo senso si inseriscono alcune comunicazioni che la Commissione europea ha inviato al Parlamento, la prima delle quali affronta uno dei temi centrali: la strategia che è stata definita "Dal produttore al consumatore per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente”. Il documento inviato il 20 maggio è, di fatto, un itinerario virtuoso del quale fanno parte attività legate alla sostenibilità delle produzioni alimentari. “Il passaggio a un sistema alimentare sostenibile - si legge nell'introduzione al documento - può apportare benefici ambientali, sanitari e sociali, offrire vantaggi economici e assicurare che la ripresa dalla crisi ci conduca su un percorso sostenibile. Per il successo della ripresa e della transizione è essenziale garantire una sussistenza sostenibile ai produttori primari, che sono ancora svantaggiati in termini di reddito” .
In 12 punti la Commissione analizza tutti gli aspetti che contribuiscono alla creazione di questo sistema a cominciare dalla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare. Si tratta, in sintesi, di sviluppare una nuova coscienza sostenibile per i consumi e soprattutto contro gli sprechi, combattendo le frodi ma, al tempo stesso, investendo su ricerca e tecnologia. “La transizione – si legge nelle conclusioni della Commissione europea - verso sistemi alimentari sostenibili richiede un approccio collettivo che coinvolga le autorità pubbliche a tutti i livelli di governance (comprese le comunità cittadine, rurali e costiere), gli attori del settore privato lungo tutta la catena del valore alimentare, le organizzazioni non governative, le parti sociali, i rappresentanti del mondo accademico e i cittadini”.
La seconda comunicazione inviata al Parlamento europeo, riguarda la Strategia per la biodiversità per il 2030 e, in particolare il tema “Il ritorno della natura nelle nostre vite”. Un approccio ancora più diretto al rapporto con l'ambiente che, mai come in questo periodo, richiede attenzione e rispetto delle sue peculiarità. “Dalle grandi foreste fluviali ai parchi e fino ai giardini – si legge nella introduzione – la biodiversità presenta una immensa varietà di forme di vita. Noi umani ne siamo parte perchè ci fornisce il cibo che consumiamo, l'acqua che beviamo e ci sostiene con l'aria che respiriamo. Le società sane e resilienti dipendono dallo spazio che viene fornito alla natura”.
Il testo illustra strumenti come il network naturale trans-europeo che proteggerebbe almeno il 30% dei territori europei e una parte altrettanto ampia di mari, integrandola attraverso corridoi ecologici. La tutela delle foreste è uno dei nodi focali del documento insieme alle aree protette di tutta Europa attorno alle quali diventa necessario creare una sorta di perimetro protettivo, reso possibile da azioni come la tutela degli ecosistemi ma anche limitando il consumo di suolo e rileggendo le attività economiche attraverso il rapporto diretto con la crescita corretta della natura. Le ricadute positive interverranno, come confermato dalla Commissione europea, sugli stili di vita ma soprattutto su pilastri dello sviluppo come l'equità sociale in tutti i Paesi europei. Una sfida storica, ma non impossibile.