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La coltivazione delle piante officinali in Basilicata

Un trend in forte crescita e un potenziale tutto da sfruttare. Il punto sullo stato dell’arte e sui collaudi in campo
didascalia.

iperico.

Data:Mon Nov 25 01:00:00 CET 2019

La raccolta, la coltivazione e l’utilizzo delle piante officinali rappresenta un’antica e consolidata tradizione che si tramanda di generazione in generazione in molte aree della Basilicata. L’utilizzo è per molteplici scopi, da quello medicinale a quello aromatico, senza dimenticare quello da profumo, con differenze da paese a paese secondo le tradizioni locali.

L’area sud della Basilicata, il Pollino-Lagonegrese, si è sempre caratterizzata per una consolidata attività di raccolta di molte specie di piante officinali spontanee, produzione destinata a note aziende di trasformazione del nord Italia che le utilizzavano soprattutto per la produzione di profumi. Attività conclusasi, però, alla fine degli anni '90. A seguito della pubblicazione della Legge Quadrifoglio n. 984 del 1977, molte Regioni emanarono specifiche leggi per incentivare la coltivazione di piante officinali, e tra queste la Regione Basilicata. La legge regionale n. 4 del 16 gennaio 1978 prevedeva infatti una specifica normativa per la coltivazione, la ricerca e la sperimentazione nel settore officinale.

Attualmente la coltivazione delle piante officinali in Basilicata rappresenta un settore di nicchia con un trend in forte crescita ed un potenziale ancora tutto da sfruttare. Infatti analizzando i dati degli ultimi censimenti dell’agricoltura, si mette in evidenza la costante crescita del settore officinale in tutta la regione. I dati del censimento del 2000 mostrano che la coltivazione delle piante officinali si attestava su una superficie complessiva di 15 ettari, con una distribuzione della coltivazione in una sessantina di aziende, per lo più raccoglitrici. Il censimento del 2010 fotografa invece il settore officinale su una superficie di 24 ettari e con una riduzione del numero delle aziende a dieci.

L’impegno dell’ALSIA

In attesa dei dati del nuovo censimento del 2020, l'ALSIA ha effettuato nel 2019 un monitoraggio rilevando più di cinquanta aziende distribuite in tutta la regione che impegnano una superficie di circa 80 ettari. Analizzando questi dati si rileva la seguente situazione: nel settore orientale della regione vi è la presenza della storica “Cooperativa Sud-Officinale” di Irsina (MT), impegnata nella coltivazione in biologico di diverse specie officinali; nel settore meridionale jonico è presente l’Azienda Corrado di Pisticci, con circa cinque ettari di piante officinali ed aromatiche; la rimanente superficie di circa 60 ettari è invece distribuita a macchia di leopardo su tutta la superficie regionale, con aziende afferenti alla filiera realizzata dall’impresa EVRA Italia s.r.l. di Lauria (PZ), azienda produttrice di integratori alimentari. 

Le specie attualmente coltivate nella filiera EVRA Italia srl sono oltre una trentina. Mediamente ogni azienda coltiva due o tre specie differenti; ogni specie coltivata subisce una prima lavorazione consistente nell’essiccazione delle piante al di sotto del 10%, nella macinazione e nel confezionamento all’ingrosso prima di essere conferita all’industria di trasformazione.

L’ALSIA negli ultimi 10 anni ha svolto, attraverso la sua Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa “Pollino” di Rotonda, un’intensa attività di sperimentazione e collaudo su molte specie officinali attualmente coltivate in regione. Successivamente ha divulgato le tecniche di coltivazione e di prima trasformazione messe a punto. L’attività divulgativa e di assistenza tecnica è stata svolta prima nell’area sud della Basilicata e attualmente, attraverso i suoi tecnici, agli agricoltori interessati di tutta la regione.

Recentemente l’ALSIA ha realizzato, in collaborazione con EVRA Italia srl, un progetto per l’individuazione del tempo balsamico di alcune specie officinali. Ciò consente agli agricoltori di eseguire la raccolta delle piante nella fase fenologica che assicura la maggior concentrazione di principio attivo.

Sempre di recente è stato avviato un altro progetto per l’individuazione di specie officinali spontanee interessanti per una loro potenziale coltivazione. Le piante sino ad ora individuate ed inserite in programmi di collaudo sono circa una quindicina (iperico, coriandolo di Carbone, genziana, salvia, finocchio, elicriso etc.). Presso l'Azienda agricola sperimentale dimostrativa dell'ALSIA “Pollino” di Rotonda (PZ) è stato realizzato un campo collaudo di specie spontanee partendo da piante raccolte nel Parco Nazionale del Pollino. Per le popolazioni/ecotipi spontanei ritenuti interessanti per contenuto di principio attivo e per produttività, si procederà poi alla fase di selezione e quindi, infine, a quella di produzione del seme da utilizzarsi nella coltivazione in pieno campo. Dai primi dati analitici è risultato che le popolazioni/ecotipi autoctoni spontanei sono più ricchi, a volte di molto, di principi attivi rispetto alle accessioni commerciali della stessa specie.

A conclusione positiva delle attività di collaudo si disporrà, quindi, di materiale di riproduzione riveniente da ecotipi autoctoni ben adattati alle nostre situazioni pedoclimatiche. Per il 2021 è prevista la realizzazione dei primi campi collaudo direttamente presso le aziende agricole della filiera.

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Agrifoglio n. 90 -  

Temi
Biodiversità Piante Officinali
Autori
Pietro Zienna
Domenico Cerbino

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