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La Carosella lucana, patrimonio prezioso dal passato

Prosegue l'attività di valorizzazione dei semi degli antichi grani attraverso l'impegno della microfiliera, che riunisce decine di imprese
didascalia.

Sacchi di carosella raccolti per la microfiliera .

Data:10 Nov 2020

"Un passo avanti nel processo di valorizzazione e tutela degli antichi grani, nato da un lavoro attento e certosino". Commenta così Domenico Cerbino, responsabile dell'Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa dell'ALSIA "Pollino" di Rotonda (PZ), l'avvenuta certificazione del seme di antico grano tenero di Carosella Lucana. “Nel 2018 aggiunge Cerbino - l'ALSIA aveva richiesto al Mipaaf la proroga, per la sperimentazione temporanea, dell’autorizzazione alla riproduzione certificata del miscuglio di popolazione del frumento tenero denominato Carosella Lucana e così – spiega – da due anni abbiamo lavorato per la certificazione del seme con un lungo lavoro di caratterizzazione, e in particolare per il recupero degli antichi grani sia teneri che duri ma anche su orzo e segale. Per quanto riguarda la carosella, abbiamo caratterizzato il materiale secondo le sue caratteristiche morfologiche, confermando così che la carosella lucana è un miscuglio formato da almeno sei tipologie differenti. Ecco perché è stata chiesta al Ministero ed ottenuta una deroga temporanea alla commercializzazione a norma della direttiva n. 66/402/CEE del Consiglio”. 

Il passo successivo è stato quello operativo che l'Alsia ha effettuato, individuando tre aziende agricole del Pollino nelle quali effettuare la certificazione. “Abbiamo prodotto semi anche nella nostra Azienda Sperimentale di Pignola – prosegue Domenio Cerbino. In due aziende l'iter di certificazione è stato completato, e questo ci ha consentito di produrre diversi quintali di prodotto a cui si sono aggiunti quelli arrivati da Pignola e dall'Azienda agricola Fittipaldi di Roccanova, che lo ha riutilizzato all'interno della propria azienda”. In particolare nell’ultima campagna agraria 2019-2020 sono stati prodotti 103 quintali di semente certificato dal CREA di Battipaglia, l’ex Ente Nazionale Sementi Elette (Ense), selezionato, insacchettato e cartellinato da una ditta sementiera regionale.

“La Carosella è un grano che consente di valorizzare terreni marginali che, altrimenti, non verrebbero utilizzati - ricorda Cerbino. In quanto alla semina, più in alto avviene, meglio è: infatti si riesce a raggiungere una quota che raggiunge 1200 metri. La farina di carosella lucana è a basso contenuto di glutine, di ottima qualità e molto apprezzata non solo nella tradizionale produzione di dolci, ma anche nella panificazione, e ormai è entrata a pieno titolo nella microfiliera del Pollino, composta da tre mulini che si sono riuniti anche grazie al bando del GAL "La Cittadella del Sapere", dando vita a questo organismo che si caratterizza proprio per l'uso di questo seme certificato”.

“Attualmente - commenta Pietro Zienna, coordinatore dei progetti delle Aziende Sperimentali Dimostrative dell'ALSIA - la semente caratterizzata è conservata nella “Banca dei semi antichi della Basilicata - Franco Sassone” posta nell’Azienda Sperimentale Dimostrativa Pollino di Rotonda, ma anche, per conto dell'Agenzia, nella Banca del Germoplasma dell’Istituto di Bioscienze e delle BioRisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR IBBR) di Bari.
Oltre alla conservazione ex situ presso le banche del germoplasma, l'Alsia ha avviato già da alcuni anni una conservazione in situ coinvolgendo diverse decine di agricoltori custodi selezionati nell'area del Pollino e della montagna potentina".

L'attività di valorizzazione non si è fermata alla coltivazione, ma è proseguita con la trasformazione delle cariossidi in farina che attualmente avviene in tre piccoli mulini del Pollino che si sono riuniti, anche grazie ad uno specifico bando del GAL "La Cittadella del Sapere" in una microfiliera della farina di carosella lucana che coinvolge già diverse decine di imprese, tutte affiancate da Alsia che ne cura l'assistenza tecnica e la consulenza.

 

 

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