Focus

Il mercato del peperoncino nella Valle del Melandro

L’esperienza di un'associazione che opera tra Satriano di Lucania, Sant'Angelo Le Fratte e Savoia di Lucania
didascalia.

Piante di peperoncino.

Data:Fri Jan 31 20:59:00 CET 2020

Nel comprensorio agricolo della Valle del Melandro la coltivazione del peperoncino, insieme ad altre solanacee, cucurbitacee ed orticole di varie specie, viene effettuata nel periodo estivo autunnale. Il territorio di coltivazione del peperoncino ricade in tre comuni, Satriano di Lucania, Sant’Angelo le Fratte e Savoia di Lucania, che a loro volta fanno parte della Comunità Montana del Melandro, costituita da paesi che presentano terreni irrigui ad un'altitudine media di 650 metri s.l.m., circostanti ad una valle, attraversata dal fiume che le conferisce il nome.

In questo comprensorio la maggior parte delle aziende ha un'estensione media di 5 ettari di SAU di cui una quota inferiore al 20%, corrispondente ad un ettaro circa, viene destinata alla coltivazione di ortaggi da pieno campo. Fa eccezione un 10% delle aziende presenti in quanto vanta una superficie media dedicata alle colture orticole di circa 20 ettari su complessivi 70 aziendali, che per la restante parte sono dedicati alla cerealicoltura, silvicoltura e pascolo estensivo. In quest’ultimo caso ricade, ad esempio, l’azienda agricola Lancieri Galasso, capofila dell’Associazione Orti del Melandro, la quale coltiva 7.000 piante l’anno ad un sesto di impianto a file binate di 40 cm sulla fila (due piantine per foro di irrigazione) e 1 metro di interfila, ottenendo una resa produttiva totale di circa 14 quintali all’anno di peperoncino fresco. 

Nel caso in oggetto, la densità di impianto risulta essere più elevata rispetto a quella ordinaria, attestandosi sulle 50.000 piante ad ettaro e la produzione media per pianta, in questo caso coltivata in biologico, è di circa 200 grammi. Il periodo di raccolta è molto ampio in quanto inizia ad agosto e prosegue fino ad ottobre inoltrato, andando a rifornire la ristorazione della costa tirrenica dove la spezia è molto richiesta e gradita. Di tutto il raccolto, una elevata percentuale viene destinata alla trasformazione in secco, con una resa del 15 % circa, favorita da una buona concimazione di fondo, fatta in pre-trapianto e a base di letame stallatico.

Riguardo alla destinazione del prodotto fresco, una parte minore è destinata alla vendita diretta per il consumo locale e presso rivenditori della provincia di Potenza (con un prezzo che oscilla tra i due euro a chilogrammo in condizioni di mercato normale per raggiungere i quattro euro nel periodo di massima domanda), mentre la maggior parte viene consegnata ai mercati generali di Capaccio ed Eboli in provincia di Salerno, dove riesce a soddisfare il gradimento del mercato per il suo elevato tenore in capsaicina, favorito dalla fine tessitura dei terreni e dal microclima delle Valli del Melandro, caratterizzato da temperature diurne molto alte rispetto alle medie notturne piuttosto basse.

Tra le varietà di peperoncino autoctone coltivate annoveriamo, per qualità e produttività, la "Sperone di gallo". Le piantine sono riprodotte in vivaio a partire dalla selezione di semente prodotta localmente da almeno tre generazioni, come testimonia la memoria storica dei contadini che l’hanno conservata. Questa varietà "Sperone di gallo" è conservata a cura dell’Associazione Orti del Melandro che ha sede nel comune Satriano di Lucania. Un’altra varietà locale interessante, tra tutte quelle che i contadini si tramandano da generazioni, è la “Cirasiedd”, originaria del comune di Sant’Angelo le Fratte (PZ).

Agrifoglio n. 91 -  

Temi
Biodiversità
Autori
Felice  Lapertosa

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