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DOP del Vulture, l'Oleificio Rapolla Fiorente: "La qualità è il nostro segreto"

L'azienda punta sul mercato di nicchia e non scende a patti con le regole dei grandi numeri. Parla il direttore Donato Americo
Data:Fri Feb 28 11:14:00 CET 2020

Solo in apparenza la qualità di un olio può sembrare retorica. In realtà rappresenta ciò che un'azienda investe in termini di prodotto, metodo di lavorazione e impegno personale. Donato Americo, direttore dell’azienda olearia Rapolla Fiorente parla attraverso la forza dei numeri che questa realtà registra dal 1968, e che oggi riunisce 300 produttori con una quantità quotidiana di circa 1800 quintali di prodotto lavorato. La cooperativa si estende su circa 700 ettari e 70 mila piante di Ogliarola del Vulture. E proprio sulla frangitura di questa varietà è basata la Denominazione di Origine Protetta "Vulture", istituita nel 2012. Accanto all'Ogliarola ce ne sono comunque anche altre, espressione di un territorio molto ampio che da' vita  dalla Coratina, alla Cima di Melfi, la Palmarola, la Provenzale, Cannellino, Rotondella, Nocellara insieme a Ladolia, Leccino e Frantoio. 

La Dop, per essere considerata tale, deve possedere una serie di caratteristiche che evidenzino in particolare l'origine vulcanica e le condizione climatiche ideali per la coltura dell'olivo: “Innanzitutto – spiega Americo – deve appartenere alla nostra area geografica che riunisce otto paesi (Arella, Barile, Ginestra, Maschito, Melfi, Rionero, Ripacandida e Venosa) fra cui  Rapolla. E’ centrale, poi, che appartenga alla nostra cultivar o a quella autoctona. Questo garantisce alla nostra clientela un gusto più delicato rispetto alle varietà di altre aree lucane ma anche di regioni vicine. In discussione, ovviamente, non c’è la qualità, che rimane alta, ma un particolarità che invece è preferita dai nostri clienti. Si tratta, prevalentemente, di famiglie che raggiungiamo con vendita diretta nell’ambito di una rete che ci impegna personalmente. In quanto all’estero, questo mercato copre solo il 5%. Il resto è, appunto italiano e diffuso prevalentemente nelle regioni del nord”. 

A garanzia di un prodotto che conta anche su meccanismi aggiornati, Americo annuncia i nuovi investimenti dell’azienda. “Abbiamo investito nella sala macchine acquistando nuovi decanter per una maggiore capacità - racconta. Il vero segreto per ottenere una ottima qualità, sta nella velocità di lavorazione del prodotto che in passato si attestava sulle 24 ore successive al raccolto. Oggi  - aggiunge – il prodotto va colto e lavorato entro 12 ore”.
L'area del monte Vulture, vulcano spento a circa 60 km dal mare, è caratteristica per gli uliveti che si estendono su un'altitudine che va dai 400 ai 700 metri e che affrontano inverni lunghi e freddi e estati brevi e secche. Un clima che, secondo gli esperti, provoca un maggior contenuto di polifenoli nell'olio che si aggiungono alla presenza di calce e anidride fosforica che rende i terreni particolafrmente fertili. 

Nell’azienda attualmente lavorano tre dipendenti fissi, due stagionali e circa 20 persone durante la campagna del raccolto. “Il 2019 ha segnato un anno straordinario, con una campagna che ci ha dato un prodotto di eccellenza e una quantità significativa – prosegue il direttore. Naturalmente non possiamo sottovalutare il pericolo della concorrenza estera, anche se le importazioni ci colpiscono relativamente. Il nostro è un mercato che si muove su circa 3000 quintali di olio in un contesto molto più ampio: ciò vuol dire parlare di una percentuale piccola. Non abbiamo né i numeri né la capacità per stare nella grande distribuzione che prevede più passaggi e dunque un prezzo più basso. Il vero problema è non creare confusione nel settore: se la proposta di un produttore locale si aggira intorno agli 8 euro - ma deve fare i conti con tariffe che scendono fino a 4 euro - il consumatore qualche domanda se la fa. Parliamo ovviamente di etichette che in 9 casi su 10 hanno olio extravergine ottenuto da miscele di olii comunitari, dalla Spagna alla Francia”. Dal punto di vista normativo, pur essendoci strumenti che tutelano i buoni prodotti, il principio del “fatta la legge trovato l’inganno” purtroppo vale per molti furbetti, a danno di realtà come quella di Rapolla Fiorente. 

Agrifoglio n. 92 -  

Temi
DOP
Autori
Antonella  Ciervo

FPA srl

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