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Chiusini più efficaci degli abbattimenti selettivi

Il Parco regionale Gallipoli-Cognato Piccole Dolomiti Lucane potenzierà il sistema delle catture di cinghiali per alimentare la filiera
didascalia.

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Data:Thu Jan 01 01:00:00 CET 1970

Il Parco, sin dalla sua istituzione, ha rivolto una particolare attenzione allo studio e alla gestione dei cinghiali al fine di individuare ed applicare strategie per ridurre l’impatto negativo creato dalla specie sulle varie componenti degli ecosistemi. L’insorgenza di problemi di carattere economico, sociale e gestionale scaturiti soprattutto dal continuo incremento dei danneggiamenti alle colture, ha innescato infatti, oltre che un enorme esborso economico insostenibile per il Parco, una conflittualità esasperata del mondo agricolo nei confronti degli amministratori dell’Ente Parco, ai quali si contestava l’incapacità di applicare le corrette strategie di gestione in grado di consentire la convivenza della specie con l’attività agricola.

Il primo Piano di gestione e controllo numerico della popolazione di cinghiale è stato avviato nel 2005, con l’aspettativa di appianare i conflitti con le categorie sociali predette e nel contempo di garantire un’adeguata conservazione della specie. Nonostante gli iniziali problemi logistico organizzativi derivanti dall’inesperienza, in pochi anni sono state messe in atto tutte le strategie possibili per tentare di fronteggiare l’evoluzione della popolazione di cinghiale nell’area protetta, rappresentate dal controllo a mezzo abbattimento selettivo da girata con cane limiere, dall’abbattimento da postazione fissa e dalla cattura a mezzo di apposite trappole (chiusini).

Nei primi anni, compresi tra il 2005 ed il 2012, l’azione di controllo ha subito numerose battute d’arresto a causa di problematicità legate alla gestione delle attività da parte dei diversi soggetti istituzionalmente coinvolti, alle difficoltà di effettuare correttamente le operazioni di gestione/foraggiamento delle strutture di cattura da parte dei soggetti incaricati, alle diverse azioni di sabotaggio, dissuasione e disturbo dei cinghiali a mezzo di repellenti odorosi (trielina) vernici e altro ad opera di sconosciuti, che hanno fortemente rallentato l’efficacia delle azioni messe in campo.

Accanto agli interventi di controllo della popolazione il Parco impiega risorse finanziarie sia per la prevenzione che per il ristoro dei danni da fauna selvatica, con risarcimenti che hanno registrato un’impennata negli ultimi anni.

Alla scadenza del primo piano di gestione, il Parco ne ha avviato un secondo per il periodo 2014/2019, ancora operativo, e il terzo Piano (2020-2026) è in corso di approvazione da parte degli organi competenti.

Formazione dei selecontrollori

In attuazione del primo piano, nel 2006 l’Ente ha formato 41 selecontrollori provenienti dai 5 Comuni del Parco. Al fine di massimizzare gli sforzi e aumentare il numero di personale impegnato nelle attività è stato autorizzato l’inserimento nell’elenco dei selecontrollori del Parco anche dei residenti in area Parco in possesso del titolo di riconoscimento da selecontrollore rilasciato dalla Regione Basilicata o dalle Province di Matera e Potenza.

E’ stato inoltre autorizzato l’inserimento dei selecontrollori conduttori di cani limiere, al fine di implementare il controllo con la tecnica della girata. Ad oggi il numero dei selecontrollori impegnati nelle attività di controllo del cinghiale per conto dell’Ente Parco è pari a 70 unità.

Postazioni fisse (picchetti)

Il controllo selettivo del cinghiale da postazione fissa denominata “picchetto” prevede l’abbattimento dei capi mediante tiro con arma a canna rigata di calibro compreso tra 5,6 e 8 mm munita di cannocchiale di mira, eseguito da postazioni fisse prestabilite, posizionate all’interno delle aree di intervento del Parco, che vengono individuate di intesa con i selecontrollori, appositamente cartografate, georeferenziate e segnalate.

Si è dato il via a tale tecnica di abbattimento nel 2017.

Nel 2018 è stato approvato il nuovo disciplinare operativo che regolamenta la gestione dei picchetti. Mentre nella prima fase i selecontrollori comunicavano delle postazioni che erano numerate ed erano sempre le stesse, con il nuovo regolamento le postazioni possono cambiare ogni settimana ed è fatto obbligo ai selecontrollori di comunicare agli Uffici del Parco le coordinate che vengono anche trasmesse agli organi di controllo.

Nel triennio 2017-2019 nel territorio del Parco sono stati abbattuti 36 capi attraverso la tecnica dell’aspetto da postazione fissa.

Anno

N. capi abbattuti

2017

  2

2018

21

2019

13

 

Tecnica della girata

La tecnica della girata, prevede che i cinghiali vengano forzati verso le poste con l’azione di un cane addestrato, chiamato “limiere”, portato da uno o più conduttori al guinzaglio fino alla successiva attività di ricerca. All’inizio, nella cerca alla lunga (guinzaglio lungo 8 - 10 metri), il conduttore viene portato dal cane che seguita la traccia degli animali fino al luogo di ricovero. Alla segnalazione della presenza dei selvatici, il cane viene slegato e provoca una forzatura spingendo i cinghiali verso le poste.

L’attività di controllo a mezzo girata con cane limiere è stata avviata nel 2016. A partire dal 2019 si svolge prevalentemente nella giornata del martedì; vengono effettuate due sessioni di selecontrollo, una nel materano ed una nel potentino dell’area del Parco.

Con la tecnica della girata, nel periodo 2016-2019 sono stati abbattuti in totale 125 capi.

Anno

N. capi abbattuti

2016

18

2017

40

2018

22

2019

45

Realizzazione chiusini di cattura

I chiusini o gabbie di cattura consistono in sistemi atti a catturare gli animali convogliandoli all’interno di recinti dotati di chiusura “auto-scattante” attraverso l’utilizzo di esche alimentari. Per la gestione dei chiusini-gabbie trappola, l’Ente negli anni ha implementato diverse strategie, avvalendosi di personale appositamente formato come previsto dal Piano.

Le strutture installate, sottoposte alle specifiche autorizzazioni urbanistiche, sono state opportunamente contrassegnate e georeferenziate. Il Parco ha adottato specifiche linee guida sulle modalità operative di gestione di tali strutture per assicurare il rispetto delle norme sanitarie e sul benessere animale.

I chiusini sono stati realizzati da parte di privati nei propri fondi, a seguito di bando pubblico rivolto ai proprietari/conduttori di terreni in area Parco. A seguito del bando sono state concesse 19 autorizzazioni ad installare chiusini, ma solo 7 concessionari hanno concluso l’iter per la costruzione delle strutture, nei comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano.

I conduttori/proprietari che hanno realizzato i chiusini hanno dovuto sottoscrivere una convenzione con l’Ente Parco la quale, in sintesi, prevede che:

  • l’agricoltore concedente il terreno su cui è insito il chiusino diventa collaboratore autorizzato del Parco per le attività di cattura;
  • lo stesso si occuperà sotto la supervisione del Parco, delle attività di foraggiamento e armamento dei chiusini secondo un calendario che verrà stabilito dall’ente parco;
  • in virtù di tale collaborazione, includente anche la collaborazione alle attività di cattura/convogliamento e caricamento su mezzo autorizzato, il Parco riconoscerà un rimborso pari a € 50,00 per ogni cinghiale catturato ed avviato alle Zone Addestramento Cani (ZAC) tipo C;
  • tale rapporto collaborativo avrà durata pari a mesi 4 salvo proroghe e che successivamente l’Ente valuterà l’opportunità sulla base delle disponibilità, di concedere in gestione autonoma detti chiusini.

Le strutture di cattura installate, negli anni sono entrate realmente in funzione pochissime volte, consentendo infatti di catturare un numero limitato di capi, che, secondo le normative vigenti, sono stati sottoposti a visita ispettiva veterinaria da parte dei responsabili veterinari delle ASL competenti per territorio e, con il coordinamento del veterinario dell’Ente, successivamente traslocati nelle Z.A.C. e aziende faunistico - venatorie regolarmente autorizzate dalle province competenti.

Di tutti i capi catturati sono stati rilevati i dati biometrici (custoditi in archivio Parco), avviando così una prima collezione di dati scientifici sulla popolazione, che potranno rappresentare una base di riferimento utile per un’organica costituzione di una specifica banca dati sulla popolazione di cinghiale eventualmente utilizzabile anche a livello regionale.

Nei periodi di funzionamento sono stati catturati nel complesso 92 capi.

Periodo

N. giorni

N. capi catturati

01/10 – 05/12/2007

66

39

8/10 – 17/12/2008

68

34

24/10 – 06/12/2017

13

19

Come si può vedere, in proporzione ai brevi periodi di funzionamento, le catture con i chiusini sono molto più efficaci in confronto agli abbattimenti selettivi di un intero anno. Il motivo per cui sono stati messi in funzione poche volte è dovuto solo all’impossibilità di destinare i capi catturati ad una filiera strutturata a livello regionale per la macellazione e la valorizzazione della carne.

Progetto di filiera cinghiale per la valorizzazione dei capi abbattuti nel sistema ricettivo del Parco

Data la strutturale difficoltà a trattare e c/o collocare capi vivi derivanti dalle catture, Il Parco, per quanto nelle proprie possibilità, è riuscito ad attivare una micro-filiera per la valorizzazione della carne di cinghiale dei capi abbattuti nelle sessioni di selecontrollo.

Con Deliberazione n. 51 del 19.07.2017, infatti, è stato approvato un avviso pubblico per la creazione di una long list di operatori (ristoranti, agriturismi, macellerie) interessati all’acquisto di capi di cinghiale rivenienti dal selecontrollo. Il percorso prevede che i capi abbattuti vengano portati presso il macello di Calvello (PZ), dove vengono effettuati i controlli veterinari previsti dalla normativa sanitaria e coloro che sono iscritti alla long list possono acquisire tali carcasse a fronte del pagamento all’Ente Parco di un importo di € 25,00. Ad oggi alla long list sono iscritte 4 aziende: un ristorante, una macelleria, un salumificio e un’azienda agrituristica; la long list è sempre aperta.

L’Ente Parco si è impegnato molto per potenziare la filiera del cinghiale, proponendo uno specifico progetto nell’ambito del PO FESR BASILICATA 2014/2020 PROGRAMMA INGREENPAF, progetto finanziato dal Dipartimento Ambiente della regione Basilicata. Il progetto prevede di potenziare il sistema delle catture in area Parco, attraverso la realizzazione di diverse unità di cattura rimovibili (senza strutture fisse di ancoraggio), da utilizzare soprattutto nelle aree agricole maggiormente danneggiate, nonché nelle aree boschive più centrali del Parco. Il progetto prevede inoltre di ottimizzare tutte le operazioni di gestione e contenimento del cinghiale, dotandosi anche di strutture utili a facilitare e ottimizzare la gestione delle carcasse derivanti dalle attività di abbattimento selettivo attraverso le tecniche già indicate (girata-appostamento fisso). A tal fine si prevede di fornire supporto logistico e organizzativo per consentire di avviare più comodamente i capi abbattuti ai centri di macellazione. Nella fattispecie il progetto prevede la creazione di un centro comprensoriale per l’evisceramento dei capi abbattuti, da ubicare in zona centrale e facilmente raggiungibile dai selecontrollori dell’area del Parco e delle zone limitrofe che potranno conferire i capi abbattuti, in modo da poter essere successivamente trasportati al macello più vicino tramite mezzo idoneo dotato di cella frigorifera.

Programma di prevenzione dei danni alle colture con recinti elettrici

Considerato che a seguito di studi condotti dagli uffici dell’Ente si è verificato una significativa riduzione delle interferenze negative arrecate dalla fauna selvatica alle colture di pregio attraverso l’utilizzo di sistemi di prevenzione dei danni, il Parco ha realizzato anche un programma di prevenzione attraverso l’adozione recinti elettrificati.

Con DCD 23/2011 è stato approvato il regolamento per la fornitura di recinzioni elettrificate a tutela delle colture di pregio in area parco (rimboschimenti, orti familiari, foraggere da sfalcio, vigneti, fruttiferi, castagneti e noceti) e l’avviso pubblico inerente tali attività è stato pubblicato presso tutti i Comuni del Parco. Tale regolamento tutt’ora valido e pubblicato sul sito del Parco e prevede l’affidamento delle recinzioni secondo la graduatoria stilata in base all’ordine di acquisizione al protocollo della domanda. Le richieste sono elencate in apposita graduatoria che resterà sempre valida, subordinando la concessione delle attrezzature per la realizzazione di recinto elettrificato, alle disponibilità finanziarie dell’ente per l’acquisto. Per ottenere il recinto in affidamento è necessario produrre apposita richiesta su modulo in distribuzione da parte dell’Ente. In base alla posizione in graduatoria viene concesso in affidamento un elettrificatore indipendentemente dalla struttura e natura delle colture da preservare.

L'Ente Parco concede in comodato d’uso al destinatario l’attrezzatura. La recinzione ed i relativi accessori dovranno essere conservati ed utilizzati nel modo più idoneo al fine di evitarne lo smarrimento, il furto o l’usura, salvo il naturale deterioramento. Le relative spese di manutenzione ordinaria nonché le spese per gli eventuali danni causati a terzi o a proprietà di terzi nell'utilizzo delle recinzioni e dei relativi accessori, sono a carico del destinatario. L'utilizzo della recinzione ed i relativi accessori comporta la rinuncia ad ulteriori indennizzi da parte del destinatario per le colture tutelate dalla stessa per 5 anni.

Ad oggi sono stati consegnati 133 recinti elettrici, mentre sono ancora in graduatoria utile per la consegna del kit altri 26 cittadini.

Risarcimenti dei danni da fauna selvatica

Con DCD 20 del 10/04/2017 è stato aggiornato il prontuario tecnico per la stima dei danni, prevedendo la regolamentazione della procedura per la richiesta e successiva liquidazione degli indennizzi spettanti a seguito di incidenti stradali provocati da fauna selvatica ai sensi regolamento di attuazione pubblicato sul BUR della Regione Basilicata n. 3 del 26 gennaio 2009.

I fondi per far fronte al pagamento dei danni da fauna selvatica vengono ogni anno trasferiti dalla Regione a seguito di apposito stanziamento, ma sono sempre molto al di sotto rispetto alle necessità.

Per venire incontro alle esigenze delle aziende del territorio, il Parco ogni anno stanzia fondi provenienti dal proprio avanzo di amministrazione per far fronte a tali pagamenti, che purtroppo ultimamente sono molto lievitati, a causa delle citazioni presentate dai cittadini presso il Giudice di Pace e il Tribunale finalizzati ad ottenere l’indennizzo immediato dei danni subiti.

Ad oggi, l’Ente è riuscito a pagare gli indennizzi fino alla annualità 2017. Restano da liquidare le annualità 2018 e 2019.

Stanziamenti Regione

Anno

Euro

2009

29.995,19

2010

51.365,19

2012

50.914,71

2013

49.798,78

2015

32.674,66

2016

46.226,50

2018

29.140,00

Totale

290.115,00

 

 Danni liquidati nel periodo 2007-2019

Comune

Euro

Accettura

44.586,00

Calciano

87.168,00

Castelmezzano

134.056,00

Oliveto Lucano

74.477,00

Pietrapertosa

298.121,00

Totale

638.408,00

 

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Agrifoglio n. 93 - Marzo 2020

Temi
Autori
Marco Delorenzo

Direttore Parco R.G.C.

Egidio  Mallia

Veterinario Parco R.G.C.

Le donne vittime di violenza e stalking attraverso il numero verde 1522, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari opportunità, attivo 24 ore su 24 e accessibile da tutto il territorio nazionale, possono chiedere aiuto e sostegno nonché ricevere informazioni. L'assistenza telefonica consente un graduale avvicinamento ai servizi con assoluta garanzia di anonimato.
Il Comitato Unico di Garanzia dell' ALSIA