Carta e penna

Donne che volano

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Sembrava che arrivassero con l'aria umida, quella delle primavere calde e piovose. Immagini confuse, di animali mai visti dalle forme minacciose, di donne che volavano. "Tu forse non ci crederai, ma io le ho viste davvero: non predermi per matto!". Parole che si aveva appena il coraggio di sussurrare davanti al fuoco, col favore delle ombre della sera, quasi sperando che le tenebre non diffondessero oltre l'orrore. E poi gli spasmi, i dolori, le convulsioni.

Le allucinazioni. L'ergotismo.

Miti e leggende sono stati alimentati, è proprio il caso di dirlo, da queste allucinazioni. Causate con ogni probabilità dall'abuso alimentare di farine di "segale cornuta", contaminata cioè da funghi di Claviceps purpurea. L'ergot. I suoi corpi fruttiferi, delle dimensioni dei grani, passavano il vaglio della mietitura e della setacciatura. In pieno medioevo, come ad Alicudi, ma probabilmente anche molto prima, nella Valle del Reno, e molto dopo, nei processi di Salem, nel Massachusetts. Quanto bastava, insomma, per far "accreditare", tra l'altro, le affermazioni più improbabili e le accuse più disgustose di stregoneria nei confronti della "mano sinistra del diavolo". Diffusa, sempre pronta a rispuntare in ogni angolo della Terra. E dura a morire.

Vicende umane segnate dalle infestazioni di specie vegetali coltivabili, o dall’agricoltura stessa. Patate, grani, vite, solo per citarne alcune. Il valore alimentare ed economico delle piante è sotto attacco, di continuo, e così la salute del pianeta, che dal benessere di quelle piante dipende. I comportamenti umani spesso non facilitano la ricerca di quell'equilibrio, di quella "sostenibilità" ideale che sembra sempre allontanarsi, sempre sfuggente. Eppure, mai rinunciabile.

Un po' come è stato per l'isola di Alicudi nelle Eolie, citata prima, dove volano le donne. Alexandre Dumas visitò l'isola il 6 ottobre del 1835, e ne narrò in un componimento inserito poi nella raccolta “Impressions de voyage. Le capitaine Arena”, pubblicata in italiano nel 1988. Quell'isola dove, in una visione a tratti deprimente, "su quest'angolo di lava rossastra vivono in misere capanne centocinquanta o duecento pescatori, che hanno cercato di utilizzare i rari fazzoletti di terra sfuggiti alla distruzione generale".

Contro le insidie. Donne e uomini caparbi, da sempre. C'è speranza.