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Acquacoltura, tra diversificazione e multifunzionalità

Il settore della pesca si apre ai flussi urbani e turistici, collegandosi anche ai canali commerciali
didascalia.

Pesci allevati in vasche.

Data:Tue Oct 26 14:52:01 CEST 2021

Il concetto di multifunzionalità nel settore della pesca e dell’acquacoltura è stato introdotto con la Legge di orientamento e modernizzazione (D.Lgs. n.226 del 2001) che determina la nascita di un nuovo modello di impresa ittica. Il pescatore, oltre ad essere equiparato professionalmente all’agricoltore, mantiene lo status di imprenditore ittico nello svolgere attività diverse da quella della pesca, anche se ad essa connesse.  

Si è avuta così, per la prima volta, una definizione di imprenditore ittico, riconoscendo tale qualifica a chi esercita una attività diretta alla cattura o alla raccolta di organismi acquatici in ambienti marini, salmastri e dolci, nonché le attività a queste connesse. L’impresa ittica, fino all’entrata in vigore del D.Lgs. n. 4 del 2012, era però distinta dalla impresa di acquacoltura. Quest’ultima, invero, è sempre stata riconosciuta, se non proprio come una tipologia di impresa agricola, quantomeno affine ad essa, essendo entrambe le attività caratterizzate dalla cura di un ciclo biologico animale. Con questa normativa ciò che è cambiato è che imprenditore ittico è sia il pescatore professionale che l’acquacoltore. Quest'ultimo, come il pescatore, può esercitare specifiche attività connesse, tra le quali la manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione, promozione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalle attività di allevamento dei pesci, la fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività di acquacoltura, ivi comprese le attività di ospitalità, ricreative, didattiche e culturali, finalizzate alla corretta fruizione degli ecosistemi acquatici e vallivi e delle risorse dell'acquacoltura, nonché alla valorizzazione degli aspetti socio-culturali delle imprese di acquacoltura, esercitate da imprenditori, singoli o associati, attraverso l'utilizzo della propria abitazione o di struttura nella disponibilità dell'imprenditore stesso. Queste attività sono considerate connesse a quelle di pesca professionale e di acquacoltura purché non prevalenti rispetto a queste ultime ed effettuate mediante l’utilizzazione prevalente di prodotti, attrezzature o risorse derivanti e normalmente impiegate dall’attività di pesca.

Nello stesso anno, tuttavia, è stato eliminato il criterio della prevalenza economica dell’attività di pesca professionale rispetto alle attività di pescaturismo e ittiturismo, considerate ora a tutti gli effetti attività di pesca professionale (art. 59 quater della Legge n. 134/2012).

In una visione globale di modernizzazione e razionalizzazione della pesca, quindi, viene agevolata la multifunzionalità con l’attribuzione di più ampi poteri agli operatori, non soltanto nello svolgimento delle tradizionali attività ma, anche, con apertura verso altri servizi. Il settore della pesca si apre così ai flussi urbani e turistici, collegandosi operativamente e virtualmente ai canali commerciali e non, in grado di intercettare un nuovo tipo di domanda che proviene dal cittadino.

Gran parte delle regioni italiane ha legiferato adeguando la propria normativa a quella nazionale, come Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Sardegna, Toscana, Trento prov. Autonoma e Veneto e in alcuni casi hanno anche introdotto dei regolamenti attuativi per lo svolgimento delle attività multifunzionali.

Nella logica della multifunzionalità innanzi presentata si inserisce l’azienda materana “De.Ra.Do." Srl che opera nel settore dell’acquacoltura ma anche in quello della lavorazione e distribuzione di prodotti alimentari e della pesca surgelati, finiti o semilavorati. Relativamente all’attività di acquacoltura, l’azienda ha realizzato un centro di spedizione molluschi (CSM), con un impianto di acquacoltura a circuito chiuso che utilizza acqua di mare purificata per la conservazione e il mantenimento di molluschi e crostacei. L’impianto di stabulazione è a servizio di un centro di lavorazione di frutti di mare per la vendita diretta alla ristorazione.

L’azienda è orientata alla creazione di una filiera integrata di alcune specie ittiche (cozze, vongole e crostacei) e all’innovazione dei processi di approvvigionamento e lavorazione degli alimenti a favore delle aziende della ristorazione, garantendo elevati standard di sicurezza, igiene e rispetto dell’ambiente, e generando valore aggiunto, in termini sia reddituali, sia di percezione della qualità da parte dei clienti finali.

La De.Ra.Do ha realizzato azioni di promozione in ambito scolastico attraverso incontri con le scuole per la presentazione del Fish Burger: si tratta di polpette di pesce azzurro prodotte con specie ittiche allevate e pescate in Basilicata. Tale prodotto è stato realizzato attraverso una filiera corta che ha messo insieme i pescatori della costa tirrenica, costituiti in Associazione, per la fornitura del pesce, l’itticoltore di Tito per la fornitura di trote e, alla fine della filiera, la De.Ra.Do per la trasformazione dei prodotti ittici. L’obiettivo dell’azienda è quello di produrre un prodotto salubre da somministrare a bambini e anziani portandolo nelle mense e negli ospedali.

L’azienda, infine, ha partecipato anche a diversi interventi mirati a valorizzare le produzioni ittiche locali attraverso la promozione e degustazione dei prodotti dell’acquacoltura sia nell’ambito della FESTA DEL CUOCO 2019, manifestazione organizzata dall’Unione Regionale Cuochi Lucani e dalla Federazione Italiana Cuochi realizzata nel 2019 a Matera, e sia al XXVII Congresso nazionale della Federazione Italiana Cuochi a Metaponto (MT) nel 2013.

L’acquacoltura è diventata un nuovo modo di concepire l’impresa ittica che consente di migliorare non solo le prospettive economiche ed occupazionali del settore  ma  ne consente  una modernizzazione  orientata, come la De.Ra.Do, su una produzione di qualità, più che di quantità, nell’ottica della tutela ambientale e del consumatore garantendo tracciabilità, sostenibilità e caratteristiche nutrizionali, con vantaggi sia per gli operatori economici che per i consumatori.

Autori
Mariacarmela  Suanno

CREA - Politiche e Bioeconomia

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