Valorizzazione della trota lucana, avviato il progetto dell'ALSIA

Acquacoltura sostenibile e innovativa con lo studio di nuovi sbocchi commerciali per la fario mediterranea da raccogliere nei fiumi della Basilicata e da allevare in uno stabilimento a Tito (PZ)

Data : Fri May 07 15:34:00 CEST 2021

Con la sottoscrizione del protocollo tra l’ALSIA e la FIPSAS, la Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, e del contratto di servizio con la ditta “Itticoltura di Luigi Mancino” di Tito (PZ), entra in fase operativa il progetto di “Valorizzazione della trota autoctona lucana”. Il progetto, promosso dall’ALSIA,  è stato approvato dalla Giunta regionale di Basilicata nell’ambito della Misura 2.47 “Innovazione” del PO FEAMP Basilicata 2014/20, ed è finalizzato a favorire in Basilicata un’acquacoltura sostenibile e innovativa.

“Da numerose ricerche in ambienti fluviali della Basilicata – ha commentato Aniello Crescenzi, direttore dell’ALSIA - tra cui quelli del Noce, dell’Agri e del Sinni, è emersa la presenza della trota fario mediterranea (Salmo trutta) riconducibili a popolazioni autoctone-selvatiche. In questo contesto, è nata l’idea di valorizzare la popolazione autoctona di trota lavorando sulla identità produttiva territoriale - attraverso un’azione di marketing da parte delle imprese – e garantendo il mantenimento della biodiversità di specie che da sempre hanno popolato i nostri alvei fluviali, contribuendo indirettamente alla sostenibilità ambientale. I destinatari del progetto – aggiunge Crescenzi - saranno infatti aziende ittiche, agriturismi e aziende della ristorazione, associazioni di pescatori e ambientaliste, Enti pubblici e la FIPSAS”.

Nei prossimi giorni si avvieranno le catture di trote in ambienti fluviali, e si darà corso allo screening genetico presso i laboratori del Centro ricerche dell’ALSIA “Metapontum Agrobios” per verificare la presenza della fario mediterranea, che sarà poi avviata alla riproduzione e all’allevamento presso lo stabilimento di itticoltura di Luigi Mancino a Tito, con verifiche tecnico‑economiche sulla produttività e su nuove pezzature merceologiche.

Il progetto, che si avvale della consulenza scientifica del Dipartimento di Scienze dell’UNIBAS, l’Università degli Studi della Basilicata, dovrà concludersi entro il 2023, e prevede la collaborazione anche del CREA-ZA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria “Zootecnia e Acquacoltura” di Monterotondo (RM).

Redazione

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