Sottomisura 7.6: approvato il bando per le Aree Interne Marmo Platano e Alto Bradano
Finanziati interventi di manutenzione, restauro e riqualificazione del patrimonio di villaggi, paesaggio rurale e siti naturalistici
Data : Thu Oct 01 11:45:00 CEST 2020
Sottomisura 7.6 - Avviso Speciale Aree Interne Marmo Platano e Alto Bradano: è stato pubblicato sul Bur Speciale n. 83 il bando approvato con Delibera di Giunta regionale n. 654 del 23 settembre 2020.
Finanziati per una dotazione economica complessiva di 3,5 milioni sono investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti ad alto valore naturalistico, come previsto dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) che prevede di incrementare le condizioni di attrattività dei territori rurali con evidenti ricadute positive sull’economia rurale e sulla qualità della vita delle comunità residenti.
Il bando è rivolto alle Amministrazioni comunali di Balvano, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano e Ruoti, ricadenti nell’ Area Interna “Marmo Platano”, a cui sono destinati 1,32 milioni e quelle di Acerenza, Banzi, Forenza, Genzano di Lucania, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, San Chirico Nuovo e Tolve dell’Area Interna “Alto Bradano”, a cui sono destinati 2,18 milioni. E’ possibile presentare domande fino al 23 novembre 2020.
I potenziali beneficiari dovranno presentare un progetto, almeno allo stadio di Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica, e rispondere, al momento del rilascio sul SIAN della domanda di sostegno, ai seguenti requisiti: titolarità del bene e/o delle aree di intervento; presentazione di un programma di valorizzazione; connotazione dell’intervento come investimento di piccola scala, nel limite massimo di 400 mila euro.
Sono ammissibili progetti relativi alla “ristrutturazione, ripristino, adeguamento funzionale di aree e manufatti, legati all’identità rurale, purché connessi ad un progetto di valorizzazione, anche in relazione alla realizzazione/adeguamento di istituzioni documentarie; musei e centri espositivi, comprensivi dei costi di allestimento; recupero di piccole strutture rurali ad uso collettivo collegate all’identità rurale: corti, fontane, pozzi, lavatoi, forni, jazzi (ricoveri temporanei per bestiame), casini (costruzioni rurali generalmente a due piani fuori terra), cappelle, mulini”.
Gli investimenti non dovranno generare entrate nette consistenti a favore del beneficiario e dovranno essere aperti alla piena fruizione pubblica.
M. Agata