Partite le prime allerte in Alta Val d’Agri per fronteggiare la ticchiolatura del melo

L’attività si basa sul modello previsionale A-SCAB nell’ambito del servizio FitoSPA dell’ALSIA. I consigli dei tecnici ALSIA nei Bollettini fitosanitari

Centralina del SAL presso l’ALSIA, sede AASD Bosco Galdo di Villa d’Agri

Centralina del SAL presso l’ALSIA, sede AASD Bosco Galdo di Villa d’Agri

Data : Thu Apr 13 15:00:00 CEST 2023

Il modello previsionale A-SCAB per la ticchiolatura del melo, è il primo modello validato in Basilicata già a partire dal 2001, nell’ambito del Sistema di Previsione e Avvertimento per le avversità delle piante (FitoSPA), il servizio attivato dal 2010 dall’ALSIA per le aziende agricole in produzione integrata e biologica per fornire indicazioni sui momenti più opportuni per eseguire i trattamenti di difesa. 

La ticchiolatura è causata da un fungo che è il patogeno-chiave del melo, in grado di causare danni rilevanti se non vengono attuate idonee misure di controllo. Il fungo può attaccare tutte le parti aeree della pianta: foglie, frutti, fiori e rametti. In particolare, sulle foglie le prime infezioni sono in genere visibili sulla pagina superiore come macchie inizialmente decolorate che poi assumono una colorazione più scura e contorni più definiti e che infine sono osservabili anche sulla pagina inferiore. In presenza di elevata umidità, i tessuti colpiti si ricoprono di fruttificazioni fungine che così presentano un aspetto vellutato. Sui frutti compaiono macchie puntiformi, bruno-olivastre, che man mano crescono mantenendo una forma rotondeggiante e un aspetto vellutato in superficie. Se gli attacchi sono precoci, si osservano malformazioni, macchie dall'aspetto rugginoso, spaccature superficiali e cascola precoce.

Questo fungo vive esclusivamente allo stato parassitario e compie il suo ciclo di sviluppo alternando una forma sessuata (Venturia inaequalis) ad una asessuata (Spilocea pomi o Fusicladium dendriticum).

La forma sessuata, differenziandosi all'interno dei tessuti dell'ospite quando le condizioni ambientali diventano sfavorevoli, consente al patogeno di conservarsi durante i mesi invernali attraverso le sue fruttificazioni globose, gli pseudoteci, in cui si formano aschi cilindrici contenenti ciascuno otto ascospore a forma di “scarpa”. Le ascospore, che si liberano dai residui di foglie e frutti infetti caduti al suolo durante l'autunno e l'inverno e tramite schizzi d’acqua e correnti d’aria, raggiungono i tessuti suscettibili del melo e danno origine alle infezioni primarie.

La fase asessuata con i suoi organi di diffusione, i conidi, presenti sui rami conidiofori erompenti dall'epidermide dei tessuti infetti della pianta, compare in primavera. I conidi danno origine alle infezioni secondarie.

Nelle strategie di difesa del melo da questa malattia, cruciali sono le infezioni primarie da fronteggiare con trattamenti che iniziano dalla fase fenologica di "punte verdi" e, se nel frutteto non vengono rilevati sintomi della malattia, si interrompono dopo la fase di "frutto noce", quando i frutti non sono più suscettibili alle infezioni primarie.

Il modello A-SCAB stima proprio il rischio che si verifichi un’infezione primaria, calcolando tre livelli di rischio di emissione di ascospore: “assente” se le ascospore non sono ancora mature, “reale” se le ascospore possono essere rilasciate ad ogni evento piovoso significativo, “esaurito” se le ascospore sono state tutte rilasciate. Ciascun livello di rischio viene calcolato attraverso modelli matematici basati su parametri meteorologici che in Basilicata vengono forniti automaticamente dalle centraline del SAL (Servizio Agrometeorolgico Lucano). In particolare, viene calcolato ad ogni rilascio ascosporico la probabilità di infezione in relazione alla quantità di ascospore rilasciate, alla capacità di queste di germinare e causare infezione, alla quantità di tessuto vegetale suscettibile disponibile ed alla temperatura e durata del periodo di bagnatura.

Attraverso il Servizio FitoSPA, dotato tra l’altro di un sistema di messaggeria con cui raggiungere tempestivamente gli utenti, è quindi possibile lanciare rapidamente le allerte relative alle infezioni primarie consentendo ai frutticoltori di intervenire nel momento più opportuno per controllare la malattia. L’ultima segnalazione si è verificata il 3 aprile scorso per il punto stazione di Bosco Galdo a Villa d’Agri di Marsicovetere (PZ).

Per la Basilicata, segui questi e altri consigli contenuti nel Bollettino fitopatologico n. 5 dell'Alta Val d'Agri del 13 aprile 2023, redatti nell'ambito del progetto FitoConsult dai tecnici dell'Azienda "Bosco Galdo" di Villa d'Agri (Marsicovetere, PZ).

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Camilla Nigro

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