Filiere corte per valorizzare la qualità della pasta lucana

Con il seminario dell'11 febbraio, avviato dall'ALSIA un percorso informativo e formativo per gli operatori del comparto. Guarda il video dell'evento

Data : Sat Feb 13 15:45:00 CET 2021

Sono circa 40 gli imprenditori agricoli della Basilicata che "fanno pasta" e che la distribuiscono con un proprio marchio attraverso una filiera corta: è quanto emerge mettendo insieme i dati delle Camere di Commercio di Potenza e di Matera, con quelli dei siti web e con il passaparola. Se ne è parlato nel corso del seminario tenutosi l'11 febbraio 2021 in videoconferenza sul tema “Un viaggio alla scoperta della qualità della pasta".

Gran parte di questi operatori ha partecipato al seminario, organizzato dall'ALSIA, insieme a tecnici, ricercatori e consumatori interessati all’argomento. Come evidenziato dai relatori nel corso dell'incontro, sono sempre più numerose le esperienze di agricoltori che coltivano e trasformano i propri grani (biologici, antichi o meno, miscugli etc.), coinvolgendo nella micro-filiera altri operatori in diverse fasi, come ad esempio quelle della molitura, della pastificazione e del confezionamento. La fatica e l’impegno che devono affrontare per occuparsi dei vari passaggi, dalla coltivazione alla distribuzione del prodotto finito e confezionato, vengono ricompensati, a loro dire, dalla consapevolezza di valorizzare il prodotto della loro terra e del loro lavoro.

La pasta secca - si è detto nell'incontro - offre meno difficoltà per lo stoccaggio e la distribuzione, e pertanto si presta bene alla vendita diretta negli agriturismi, ad esempio, o anche in negozi aziendali o virtuali (l'e-commerce è molto diffuso in questa categoria di produttori). Il loro principale mercato è quello diretto: dal produttore al consumatore, quindi, senza passaggi intermedi, ovvero con una "filiera corta".

A questo proposito, l'evento ha fornito l'occasione per ricordare anche un'altra filiera corta attivata in Basilicata: quella della carosella. Si tratta di un antico miscuglio di grani teneri, promosso con uno specifico progetto dall'Agenzia, che è riuscita ad ottenere una deroga dall'Unione europea per la sua coltivazione. Quasi 100 sono ora gli ettari coltivati a carosella in Basilicata nel comprensorio del Pollino - soprattutto - e della montagna potentina. Sulla carosella, si è detto nell'incontro, si è arrivati a certificare le sementi: mulini, forni e panifici compongono questa preziosa filiera, che produce farina con poco glutine, dalla quale si ricava pane ma anche dolci molto apprezzati. Un altro progetto dell'ALSIA sta promuovendo anche la filiera corta di segale jermana, un altro cereale coltivato fin dall'800 nella montagna lucana, con buone prospettive perché i prezzi che si spuntano sono superiori a quelli medi del comparto.

L'obiettivo del percorso avviato con il seminario è quello di rendere gli operatori capaci di riconoscere, autonomamente e con il solo uso dei sensi, eventuali difetti della pasta, ed effettuare interventi correttivi per migliorarne la qualità. Grazie ai relatori intervenuti, Roberta Fiordelmondo dell’associazione Flavor Culturadigusto esperta di analisi organolettiche, e Pasquale De Vita del CREA, sono stati illustrati gli accorgimenti più importanti di cui tener conto nella produzione. Giovanni Lacertosa, del Centro Ricerche "Metapontum Agrobios" dell'Agenzia, ha presentato le attività di valutazione organolettica svolte dall'ALSIA. I lavori del seminario sono stati introdotti e moderati da Giuseppe Mele, funzionario della stessa Agenzia.

Per completare la formazione degli operatori, compatibilmente con le disposizioni inerenti l'emergenza sanitaria da covid-19, l'ALSIA organizzerà presto delle attività formative "in presenza". 

CLICCA QUI e guarda il video integrale del seminario.

Redazione

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