Emergenza cinghiali: c'è il Piano di prelievo selettivo

cinghiali

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Data : 24 December 2019

Emergenza cinghiali: la Giunta regionale per risolvere il problema, dopo aver ottenuto il parere favorevole dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale),  ha approvato il “Piano di prelievo selettivo” degli esemplari della specie.

Oltre al Piano il governo Bardi ha adottato anche il “Disciplinare per la caccia di selezione”, dando mandato agli Ambiti territoriali di caccia di pubblicare gli avvisi e di reclutare il personale abilitato all’abbattimento dei cinghiali.

Obiettivo del Piano è i raggiungere un “equilibrio agro-ecologico”, garantendo una popolazione del cinghiale sufficiente al mantenimento del ruolo ecologico della specie nell’ecosistema.

Le attività di prelievo selettivo del cinghiale saranno effettuate  fino a un totale di 5.600 capi, distinti per sesso e classi di età, su tutto il territorio regionale, ad eccezione dei Parchi nazionali e regionali  e nelle riserve regionali, nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2020 tutti i giorni, tranne il martedì e venerdì , da un’ora prima dell’alba ad un’ora dopo il tramonto.

Le tecniche di prelievo utilizzabili sono l’abbattimento da appostamento fisso, l’abbattimento con metodo della girata e con il metodo della braccata. Le diverse tecniche di prelievo possono essere utilizzate in forma esclusiva o in combinazione tra loro, a seconda delle specifiche esigenze e delle caratteristiche ambientali dell’area in questione.

Il Piano sarà applicato dai cinque Ambiti territoriali di caccia della Regione Basilicata.

“Sul nostro territorio- spiega l’assessore regionale alle Politiche agricole e Forestali Francesco Fanelli, dal 2009 sono stati oltre due mila gli incidenti stradali provocati dai cinghiali. Dal 2014 al 2018 la Regione Basilicata ha pagato oltre 800mila euro di indennizzi. Senza contare, poi, i danni subiti dagli agricoltori”.

Dall’analisi dei dati risulta che le colture maggiormente danneggiate sono i cereali, vigneti, foraggio, leguminose e ortaggi. Le aree in cui i danni si sono verificati con più frequenza e in quantità maggiore, sono quelle in prossimità dei Parchi: Parco regionale di Gallipoli Cognato, Parco della Murgia Materana, Parco nazionale del Pollino e Parco nazionale dell’Appennino Lucano e Lagonegrese, nei quali è vietata la caccia.

Margherita Agata

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