Due ricercatori Unibas nel team dello studio sulla salute delle foreste pubblicato dalla rivista internazionale PNAS

In Basilicata monitorati dalla ricerca sugli impatti dei cambiamenti climatici i siti di Gorgoglione e San Paolo Albanese

Data : Wed Dec 09 09:14:00 CET 2020

C’è anche il contributo di due ricercatori dell’Università della Basilicata nello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America” (PNAS).  Si tratta di Francesco Ripullone, docente della Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali e di Michele Colangelo, ricercatore a contratto della Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali.

L’articolo scientifico, a cui hanno collaborato i massimi esperti a livello internazionale sugli impatti dei cambiamenti climatici sulle foreste,  affronta il tema “Forest and woodland replacement patterns following drought-related mortality” (Modelli di sostituzione delle foreste e dei boschi in seguito alla mortalità legata alla siccità).

Lo studio è stato condotto in 131 siti forestali appartenenti a diversi biomi distribuiti sull’intero pianeta, caratterizzati da fenomeni di deperimento ed elevata mortalità degli alberi.

Due dei siti inseriti nello studio si trovano in Basilicata: a Gorgoglione in Provincia di Matera e a San Paolo Albanese nel Parco Nazionale del Pollino. Entrambi sono caratterizzati dalla presenza di specie quercine (cerro, roverella e farnetto). Importante è stato l’apporto scientifico dei due ricercatori dell’Unibas sia nella fase d’indagine in campo, che nell’analisi dei dati e nell’interpretazione dei risultati.

“In Basilicata, come nel resto dell’Italia – ha spiegato Ripullone - negli ultimi anni è stato riscontrato un notevole aumento della vulnerabilità delle foreste, legato al verificarsi di eventi sempre più frequenti di siccità, che si manifesta con avvizzimento della chioma, disseccamento di rami apicali, fessurazione longitudinale della corteccia, riduzione di crescita e in molti casi anche la morte delle piante. Ad esempio l’ondata anomala di calore che, nell’estate del 2017, ha interessato parte dell’Europa centrale e meridionale, ha determinato un forte impatto negativo anche sulle foreste lucane. Da indagini satellitari risultava che circa 100.000 ettari su un totale di 350.000, che è la superficie boscata lucana, erano caratterizzati da un notevole stato di sofferenza”.

In questo contesto “la ricerca scientifica - ha fa sapere Ripullone - sta dedicando ampia attenzione a questi fenomeni indotti dai cambiamenti climatici. Lo studio e il monitoraggio dello stato di salute delle foreste è fondamentale per comprendere l’impatto e pianificare eventuali interventi atti alla gestione e conservazione delle foreste. In Basilicata è in corso un’importante progetto PON OT4 CLIMA, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, che vede coinvolti l’Università di Basilicata e diversi Istituti di Ricerca del CNR in Italia, compreso anche l’IMAA-CNR di Tito (Potenza) e ha come obiettivo lo sviluppo e l’impiego di tecnologie e metodologie innovative che consentano di monitorare direttamente dal satellite i diversi impatti a scala locale e regionale dei cambiamenti climatici sul territorio”.

M. Agata

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